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di Tonio Borg, commissario europeo per la Salute

di Tonio Borg, commissario europeo per la Salute

La salute è un bene comune. Tutti dovrebbero avere accesso a un’assistenza sanitaria di qualità, senza discriminazioni per sesso, età, razza, orientamento sessuale, tipo di malattia, status sociale, livello di istruzione o paese di residenza. Perché questo obiettivo diventi realtà, dobbiamo lottare contro la discriminazione in campo sanitario.

L’anno scorso mi sono impegnato personalmente dinanzi al Parlamento europeo a combattere questo tipo di discriminazione in tutte le sue forme.

Da allora ho voluto ascoltare tutti coloro che si sentono discriminati e stigmatizzati e che hanno difficoltà ad ottenere le cure di cui hanno bisogno a causa della loro malattia, delle loro scelte o delle loro origini. Ho incontrato le persone che chiedevano di parlarmi – dai malati di HIV/AIDS alle persone appartenenti a minoranze etniche – perché non venivano trattate come tutti gli altri. Uguaglianza non significa creare nuovi diritti per particolari gruppi di popolazione; significa garantire che non venga negato loro alcun diritto, sia deliberatamente che trascurando le loro esigenze.

Dovremmo aiutare tutti coloro che subiscono discriminazioni e cercare nuove soluzioni. È per questo che ho invitato diversi portatori d'interessi a Gastein all’inizio di ottobre e di nuovo a Bruxelles nel marzo del prossimo anno per una conferenza a tutto campo dedicata alla lotta contro la discriminazione. L'obiettivo è discutere su come intervenire per far sì che ognuno abbia lo stesso accesso ai servizi sanitari. È importante che queste iniziative promuovano un dibattito reale sulle misure per aiutare gli Stati membri a migliorare l’accesso universale a un’assistenza sanitaria di qualità e alle cure preventive ed eliminare qualsiasi forma di discriminazione.

L’UE promuove e protegge attivamente i diritti umani fondamentali di tutte le persone che vivono sul suo territorio attraverso una serie di programmi ed attività. Questo principio è sancito dal trattato di Lisbona e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che vietano ogni forma di discriminazione per sesso, età, disabilità, religione o convinzioni personali, razza, origine etnica e orientamento sessuale.

Sebbene negli ultimi anni le disuguaglianze in campo sanitario siano fortemente diminuite nell'UE, come emerge da una recente relazionepdf, dobbiamo continuare a impegnarci con risoluzione per eliminare le rimanenti differenze tra gruppi sociali, regioni e Stati membri e rimuovere gli ostacoli che impediscono ai gruppi vulnerabili di accedere all’assistenza sanitaria.

Le misure volte a superare tali disparità e combattere ogni forma di discriminazione in tutta Europa devono rimanere una priorità, se l’Europa vuole riuscire nel suo cammino verso la coesione sociale.