di Sabine Jülicher, direttrice per la Sicurezza degli alimenti e dei mangimi, innovazione, DG Salute e sicurezza alimentare, Commissione europea
Gli interferenti endocrini sono sostanze, sia naturali che chimiche, che possono alterare le funzioni del sistema ormonale degli esseri umani e degli animali e di conseguenza produrre effetti avversi su entrambi.
Da anni l’UE combatte gli interferenti endocrini attraverso la legislazione in campi come la salute umana (consumatori e lavoratori), la salute degli animali, gli alimenti, i mangimi e l’ambiente.
Inoltre, l’UE dispone di uno dei sistemi più rigorosi al mondo per valutare i pesticidi e i biocidi, grazie al quale centinaia di sostanze vengono o sono state sottoposte a un rigoroso processo di valutazione scientifica.
Tale approccio precauzionale è stato ulteriormente rafforzato il 15 giugno, quando la Commissione ha proposto ai colegislatori di adottare un deciso approccio scientifico per individuare gli interferenti endocrini e approvare la definizione di interferente endocrino data dall’Organizzazione mondiale della sanità, ossia: "una sostanza esogena, o una miscela, che altera la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie o di una (sotto)popolazione”.
Concretamente, la Commissione ha presentato due progetti di atti giuridici basati su criteri scientifici che garantiranno una più precisa identificazione delle sostanze chimiche che agiscono come interferenti endocrini in due settori: i prodotti fitosanitari e i biocidi. Tali criteri precisano che gli interferenti endocrini devono essere individuati utilizzando tutti i dati pertinenti, secondo un approccio basato sul'"evidenza scientifica" e procedendo a un aggiornamento sistematico e rigoroso.
Quando gli Stati membri avranno adottato questi atti il sistema di regolamentazione dell’UE sarà il primo a livello mondiale a definire criteri scientifici per gli interferenti endocrini nella legislazione. Ciò conferma l’impegno della Commissione a garantire il livello più elevato possibile di protezione della salute umana e dell’ambiente.
