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«Sono lieto di affermare che la politica di coesione è stata una delle prime risposte dell’Europa alla crisi e adesso costituisce uno stimolo alla ripresa»

  • 13 Oct 2021
«Sono lieto di affermare che la politica di coesione è stata una delle prime risposte dell’Europa alla crisi e adesso costituisce uno stimolo alla ripresa»

Panorama: signor Lemaître, la Commissione ha appena pubblicato un nuovo Eurobarometro sulla consapevolezza e sulla percezione del pubblico nei confronti della politica regionale dell’UE. Cosa ne pensa dei risultati?

 

Marc Lemaître: Noto con piacere che, nel complesso, la consapevolezza dei progetti finanziati dall’UE è in crescita: la media UE si attesta ora al 41 %, in aumento rispetto al 34 % di dieci anni fa. Di questo 41 %, un’ampia maggioranza (l’80 %) ritiene che i progetti dell’UE abbiano un impatto positivo sulle rispettive regioni o città. Nel contesto del presente Eurobarometro abbiamo altresì analizzato se i progetti finanziati dall’UE sortiscono un effetto positivo sul sentimento di cittadinanza europea: una media del 59 % delle persone intervistate ha risposto in modo positivo o parzialmente positivo a questa domanda. Ed ecco il risultato di cui sono personalmente più soddisfatto: quasi 7 persone intervistate su 10 (il 69 %) sono a conoscenza del sostegno da parte della politica regionale alla ripresa post-COVID-19. Si tratta di un notevole riconoscimento degli sforzi compiuti dalla politica di coesione per affrontare la crisi, nonostante l’inconsapevolezza iniziale durante la prima fase della pandemia. Tuttavia, si tratta inoltre di un riconoscimento degli sforzi comunicativi intrapresi negli ultimi 18 mesi sia dalla Commissione sia dai nostri partner negli Stati membri e nelle regioni.

 

 

Panorama: A quanto pare, le persone sono consapevoli e soddisfatte del sostegno dell’UE nelle rispettive regioni. Hanno espresso preferenze riguardo alla destinazione dei finanziamenti dell’UE?

 

Marc Lemaître: Negli anni, la percentuale di persone che ritiene che la politica regionale dell’UE debba continuare a investire in tutte le regioni sta aumentando considerevolmente. A livello dell’UE, tale percentuale è passata dal 47 % di dieci anni fa all’attuale 64 %: abbiamo assistito a un incremento del 6 % solo negli ultimi due anni. Ciò potrebbe essere legato alle enormi sfide di trasformazione relative alla transizione verde e digitale che tutte le regioni europee si trovano ad affrontare in misura differente. Quando è stato chiesto a quali tipi specifici di regioni dovrebbero essere destinati gli investimenti, le risposte principali sono state «regioni ad alto tasso di disoccupazione» (69 %), «quartieri urbani svantaggiati» (55 %), «zone rurali o montane» (54 %). Queste tre categorie di regioni si sono sempre collocate nelle prime posizioni sin dal 2010. Istruzione, salute, infrastrutture sociali e ambiente sono gli ambiti che, secondo le persone intervistate, dovrebbero essere interessati principalmente dagli investimenti dell’UE.

 

Panorama: Questi ambiti otterranno effettivamente la priorità? Quali sono gli elementi principali del pacchetto legislativo per la politica di coesione da 392 miliardi di euro, adottato soltanto questa estate? 

 

Marc Lemaître: Posso tranquillamente affermare che buona parte di questi ambiti è e si conferma una nostra priorità. Ovviamente, l’obiettivo della politica di coesione dell’UE nel periodo 2021-2027 è la promozione della convergenza economica, sociale e territoriale tramite sostenibilità competitiva, ricerca e innovazione, transizione digitale, gli obiettivi del Green Deal europeo, nonché la promozione del pilastro europeo dei diritti sociali. La nuova normativa rafforza il sostegno alla capacità d’intervento dei sistemi sanitari e permette un migliore sfruttamento del potenziale della cultura e del turismo, duramente colpiti dalla recente crisi. Al tempo stesso, fornisce sostegno a lavoratori e lavoratrici e alle misure volte ad affrontare la disoccupazione giovanile e la povertà infantile. Inoltre, la politica di coesione ora prevede anche un meccanismo completo di risposta a crisi future, al fine di consentire misure temporanee per l’impiego di fondi in risposta a circostanze eccezionali e inusuali.

 

 

Panorama: La pandemia ci ha impartito lezioni importanti riguardo alla necessità di disporre di meccanismi di reazione rapida. Può ricordare ai nostri lettori e alle nostre lettrici come la politica di coesione ha affrontato la crisi dall’inizio?

 

Marc Lemaître: Sono lieto di affermare che la politica di coesione è stata una delle prime risposte dell’Europa alla crisi e adesso costituisce uno stimolo alla ripresa. Nel 2020, all’apice della crisi del coronavirus, le nostre due Iniziative di investimento in risposta al coronavirus hanno permesso il reindirizzamento dei finanziamenti UE disponibili verso i settori più colpiti: abbiamo riassegnato oltre 20 miliardi di EUR per garantire la fornitura di dispositivi di protezione individuale di vitale importanza, ventilatori e ambulanze. Le imprese hanno potuto beneficiare di sussidi di emergenza e di prestiti a basso tasso d’interesse che hanno permesso loro di restare a galla durante i periodi di lockdown. Inoltre, abbiamo predisposto nuove misure occupazionali per garantire alle persone di non ritrovarsi senza reddito da un giorno all’altro. E alunni e alunne delle scuole hanno potuto continuare a seguire le lezioni grazie all’acquisto di apparecchiature digitali. Abbiamo semplificato norme complesse e introdotto un cofinanziamento temporaneo dell’UE del 100 %. 188 programmi della politica di coesione si sono avvalsi di tale opportunità, accelerando l’assorbimento di fondi mediante l’erogazione aggiuntiva di 12,6 miliardi di EUR. Nei primi otto mesi del 2021, il totale dei pagamenti eseguiti dai fondi della politica di coesione ammonta a 49,9 miliardi di EUR. Tale esecuzione elevata alla fine di agosto rappresenta un sostegno da record storico agli investimenti mediante fondi della politica di coesione e dimostra il contributo tangibile apportato dalla politica di coesione alla ripresa in atto. In seguito a queste prime misure, i fondi della politica di coesione hanno ottenuto un finanziamento integrativo da parte di NextGenerationEU sotto forma di risorse del REACT-EU del valore di 50,6 miliardi di EUR, che equivale a un anno intero di impegni di bilancio. REACT-EU è stato il primo vero strumento adoperato nell’ambito di NextGenerationEU. In appena tre mesi, la Commissione ha già approvato l’impiego di 31 miliardi di EUR di risorse del REACT-EU. Finora sono già stati elargiti 3,3 miliardi di EUR agli Stati membri. Tale iniezione di nuovi fondi comunitari permetterà di riprendere progetti precedentemente bloccati a favore di esigenze di emergenza. REACT-EU colmerà il divario per garantire che i progressi complessivi non diminuiscano e che sia prestata particolare attenzione alla duplice priorità verde e digitale, due fattori essenziali per una ripresa intelligente.

 

Panorama: Ripresa intelligente: cosa possiamo aspettarci a riguardo e quali sono le priorità immediate della politica di coesione?

 

Marc LemaîtrePer ripresa intelligente si intende ripensare e ricostruire le nostre economie e società in modo da renderle più verdi, digitali, meglio collegate e più inclusive. Chiaramente, non si tratta di una mera replica dei precedenti modelli di crescita. Si tratta ovviamente di processi lunghi e complessi che prevedono transizioni talvolta dolorose; pertanto, dobbiamo collaborare per arrivare alla realizzazione di un’Europa, e di un mondo, migliori per le prossime generazioni, senza lasciare indietro nessuna persona. In termini di priorità immediate, sono in attesa di un rafforzamento del dialogo con i nostri Stati membri per aiutarli a progredire in modo rapido e concreto nella preparazione dei programmi per il periodo 2021-2027, incluso il nuovo Fondo per una transizione giusta, incentrato sulle regioni intente ad affrontare gli ostacoli più difficili legati alla decarbonizzazione. Maggiori saranno la velocità e la forza con cui raggiungeremo i blocchi di partenza mediante programmi validi e mirati, prima si potranno avviare sul campo progetti reali e fornire risultati concreti ai cittadini europei. Sono certo che tali sforzi verranno ripagati nel prossimo decennio e saranno rilevati nei prossimi sondaggi dell’Eurobarometro.