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Archive:Pil a livello regionale

Revision as of 12:53, 2 December 2015 by EXT-A-Redpath (talk | contribs)
Dati estratti a maggio 2015. Dati più recenti: Ulteriori informazioni di Eurostat, tavole principali e banca dati. Prossimo aggiornamento della scheda: novembre 2016.

I cartogrammi possono essere consultati in modo interattivo utilizzando l'Eurostat’s Statistical Atlas (in inglese) (cfr. il manuale di istruzioni (in inglese)).

Cartogramma 1 - Prodotto interno lordo (Pil) pro capite, in standard di potere d'acquisto (SPA), per regione di livello NUTS 2, 2013 (¹)
(% della media UE-28, UE-28 = 100)
Fonte: Eurostat (nama_10r_2gdp) e (nama_10_pc)
Grafico 1 - Disparità regionali in termini di prodotto interno lordo (Pil) pro capite, in standard di potere d'acquisto
(SPA), per regione di livello NUTS 2, 2013 (¹)
(% della media UE-28, UE-28 = 100)
Fonte: Eurostat (nama_10r_2gdp) e (nama_10_pc)
Cartogramma 2 - Variazione del prodotto interno lordo (Pil) pro capite, in standard di potere d'acquisto (SPA), per regione di livello NUTS 2, 2008-2013 (¹)
(differenza in punti percentuali tra il 2013 e il 2008 rispetto alla media UE-28)
Fonte: Eurostat (nama_10r_2gdp) e (nama_10_pc)
Cartogramma 3 - Quota del comparto agricoltura, silvicoltura e pesca (sezione A della NACE) sul valore aggiunto lordo totale, per regione di livello NUTS 2, 2012 (¹)
(% della media UE-28, UE-28 = 100)
Fonte: Eurostat (nama_10r_3gva) e (nama_10_a10)
Cartogramma 4 - Quota delle attività industriali (sezioni da B a E della NACE) sul valore aggiunto lordo totale, per regione di livello NUTS 2, 2012 (¹)
(% della media UE-28, UE-28 = 100)
Fonte: Eurostat (nama_10r_3gva) e (nama_10_a10)
Cartogramma 5 - Quota delle costruzioni (sezione F della NACE) sul valore aggiunto lordo totale, per regione di livello NUTS 2, 2012 (¹)
(% della media UE-28, UE-28 = 100)
Fonte: Eurostat (nama_10r_3gva) e (nama_10_a10)
Cartogramma 6 - Quota dei servizi di mercato (sezioni da G a N della NACE) sul valore aggiunto lordo totale, per regione di livello NUTS 2, 2012 (¹)
(% della media UE-28, UE-28 = 100)
Fonte: Eurostat (nama_10r_3gva) e (nama_10_a10)
Cartogramma 7 - Quota del comparto amministrazione pubblica e servizi pubblici, attività artistiche, di intrattenimento e divertimento, riparazione di beni per la casa e altri servizi (sezioni da O a U della NACE) sul valore aggiunto lordo totale, per regione di livello NUTS 2, 2012 (¹)
(% della media UE-28, UE-28 = 100)
Fonte: Eurostat (nama_10r_2gdp) e (nama_10_pc)
Cartogramma 8 - Valore aggiunto lordo per occupato, per regione di livello NUTS 2, 2013 (¹)
(% della media UE-28, UE-28 = 100)
Fonte: Eurostat (nama_10r_3gva), (nama_10r_3empers), (nama_10_a10) e (nama_10_a10_e)

La presente scheda rientra in una serie di schede statistiche basate sull'annuario regionale di Eurostat (in inglese). Essa analizza l'andamento economico all'interno dell'Unione europea (UE) sulla base di vari conti economiciregionali. La prima parte è incentrata sul prodotto interno lordo (Pil), il principale aggregato per misurare lo sviluppo economico / la crescita, la seconda parte contiene un'analisi regionale del valore aggiunto lordo secondo le attività (definite sulla base della NACE) e l'ultima parte comprende una breve analisi della produttività del lavoro (definita qui come valore aggiunto lordo per occupato).

I conti regionali servono da base per la ripartizione della spesa nell'ambito della politica di coesione dell'UE. Sebbene tale politica interessi tutte le regioni dell'UE, la maggior parte delle risorse dei fondi strutturali è destinata alle regioni di livello NUTS 2 il cui Pil pro capite è inferiore al 75 % della media UE-28. Le risorse finanziarie dei fondi di coesione sono attualmente assegnate in base a una decisione che si riferisce al Pil pro capite medio nel triennio dal 2007 al 2009. Per informazioni più dettagliate si rinvia alla scheda sulle politiche regionali e Europa 2020 (in inglese).

Principali risultati statistici

Nel 2013 il Pil a prezzi di mercato dell'UE-28 ammontava a 13 500 miliardi di EUR, pari a un livello medio pro capite di circa 26 600 SPA.

Pil pro capite a livello regionale

Il cartogramma 1 presenta il Pil pro capite delle regioni di livello NUTS 2 nel 2013, con il valore di ciascuna regione espresso come percentuale della media UE-28 (posta pari al 100 %). Esso distingue pertanto le regioni relativamente "ricche" (in verde), in cui il Pil pro capite è superiore alla media UE, dalle regioni relativamente "povere" (in rosso). Il cartogramma rende evidente l'esistenza di un netto divario tra est e ovest. Le differenze sono tuttavia meno pronunciate rispetto a quasi una decina di anni fa — quando l'UE ha conosciuto il suo massimo allargamento con l'adesione di 10 nuovi Stati membri — principalmente per effetto di due fattori:

  • un graduale processo di convergenza economica, in conseguenza di una crescita relativamente rapida delle regioni meno sviluppate;
  • la crisi economica e finanziaria che ha avuto un'incidenza considerevole sui risultati economici della maggior parte degli Stati membri dell'UE.


UNO SGUARDO ALLE REGIONI

Mazowieckie, Polonia

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Tra le regioni di livello NUTS 2 dell'UE la crescita economica più rapida nel periodo 2008-2013 è stata registrata dalla regione polacca Mazowieckie, che comprende la capitale Varsavia. Il Pil pro capite in tale regione, che era pari a circa quattro quinti della media dell'UE-28 nel 2008, ha superato del 7,1 % la media UE-28 nel 2013.

©: Itsmejust / Shutterstock.com

In effetti, molte regioni dell'est dell'UE, soprattutto quelle in cui ha sede la capitale del paese, hanno visto aumentare in termini assoluti, nonché in rapporto alla media UE-28, il loro Pil pro capite (rettificato per tener conto dei differenziali dei livelli dei prezzi). Al contrario, in conseguenza della crisi, il Pil pro capite è sceso al di sotto della media UE-28 in tutte le regioni della Grecia, a Cipro (un'unica regione a questo livello di analisi), nell'Italia meridionale, nella maggior parte delle regioni del Portogallo e della Spagna e in più della metà delle regioni in Francia e nel Regno Unito.

Attività economica — Definizione del Pil

Il prodotto interno lordo (Pil) è il parametro fondamentale dei conti nazionali che sintetizza la situazione economica di un paese o di una regione. Può essere calcolato in vari modi, secondo il metodo del valore aggiunto, il metodo della spesa e il metodo del reddito.

Il Pil è usato per analizzare i risultati e i cicli economici (recessione, ripresa e boom economico). Per rendere più agevoli i confronti, i dati espressi in valute differenti possono essere convertiti in una valuta comune, ad esempio in euro o in dollari. Tuttavia i tassi di cambio non riflettono tutte le differenze esistenti tra i livelli dei prezzi dei vari paesi. Per ovviare a tale inconveniente, il Pil può essere convertito utilizzando fattori di conversione noti come parità di potere d'acquisto (PPA). Servendosi delle PPA (anziché di tassi di cambio di mercato), tali indicatori sono convertiti in una valuta comune artificiale denominata standard di potere d'acquisto (SPA). Il ricorso a SPA permette di comparare il potere di acquisto tra regioni degli Stati membri dell'UE con valute nazionali diverse e con livelli dei prezzi differenti.

In termini generali, il ricorso a serie in SPA anziché in euro ha un effetto di livellamento, perché le regioni con un Pil pro capite molto elevato in euro presentano generalmente anche livelli dei prezzi relativamente alti (ad esempio, il costo della vita nel centro di Parigi o di Londra è generalmente superiore al costo della vita nelle zone rurali dell'Ungheria o della Polonia).

Il livello più elevato di Pil pro capite nell'UE si registra nella regione Inner London

Nel 2013 circa il 15 % delle 250 regioni di livello NUTS 2 per le quali sono disponibili dati (cfr. cartogramma 1 per la copertura) ha registrato un Pil pro capite superiore di almeno il 25 % alla media UE-28. Tali regioni appaiono nel cartogramma in verde scuro. Molte di esse sono le regioni in cui ha sede la capitale nazionale o che sono adiacenti alla capitale, mentre la grande maggioranza delle altre è raggruppata nel centro del cartogramma e comprende le regioni della Germania meridionale, dell'Austria occidentale e dell'Italia settentrionale, oltre che della Svizzera.

Nel 2013 le regioni in cui il Pil pro capite ha superato di più del doppio la media dell'UE-28 erano tre: Inner London, Lussemburgo (un'unica regione a questo livello di analisi) e Région de Bruxelles-Capitale / Brussels Hoofdstedelijk Gewest.

Misurare la ricchezza e il reddito in base al luogo di residenza o al luogo di lavoro?

Il Pil pro capite medio non fornisce alcuna indicazione in merito alla distribuzione della ricchezza tra i diversi gruppi della popolazione nella stessa regione, né misura il reddito di cui dispongono sostanzialmente le famiglie di una regione, in quanto i flussi di pendolari determinano situazioni in cui i lavoratori contribuiscono al Pil di una regione (quella in cui lavorano) e al reddito familiare in un'altra regione (quella in cui vivono).

Tale anomalia è particolarmente evidente quando i flussi netti di pendolari in entrata o in uscita da una regione sono rilevanti. Le zone caratterizzate da un elevato numero di pendolari in entrata presentano spesso un Pil pro capite regionale estremamente elevato (se confrontato con le regioni circostanti). È il caso di molte aree metropolitane dell'UE, in particolar modo delle capitali. A causa di tale anomalia, gli elevati livelli di Pil pro capite registrati per talune regioni con flussi netti di pendolari in entrata non si traducono necessariamente in livelli corrispondentemente alti di reddito per gli abitanti della stessa regione.

Tutte e tre le regioni con i più alti livelli di Pil pro capite nel 2013 sono caratterizzate da un forte afflusso di pendolari: in effetti, molte persone coprono ogni giorno lunghe distanze per lavorare in centro a Londra, la Région de Bruxelles-Capitale / Brussels Hoofdstedelijk Gewest è relativamente piccola (ha poco più di 160 km²) ed esercita una forte attrattiva sui pendolari, mentre una percentuale elevata di coloro che lavorano in Lussemburgo proviene da oltre frontiera: Belgio, Germania e Francia.

Le regioni della capitale registrano spesso i più alti livelli di Pil pro capite

Da un'analisi più approfondita delle regioni con livelli medi di Pil pro capite relativamente elevati risulta che sono 17 le regioni in cui tale valore è superiore di almeno il 50 % alla media dell'UE-28. Oltre alle tre regioni già menzionate, si tratta delle regioni in cui ha sede la capitale nazionale di Slovacchia, Svezia, Francia, Repubblica ceca, Austria, Paesi Bassi e Danimarca. Le restanti sette regioni sono sparse tra Germania (Bremen e Hamburg) (i dati per la Germania sono presentati per regioni di livello NUTS 1), Paesi Bassi (Groningen e Utrecht), Austria (Salzburg) e Regno Unito (Berkshire, Buckinghamshire and Oxfordshire e North Eastern Scotland).

Il grafico 1 presenta un'analisi della distribuzione regionale del Pil pro capite nel 2013 in un'ottica differente. Da esso emerge che, nella maggior parte degli Stati membri dell'UE costituiti da più regioni, le regioni in cui è situata la capitale sono quelle che presentano in genere il Pil pro capite medio più elevato; fanno eccezione solo Germania, Italia e Paesi Bassi. In Germania (i dati sono presentati per regioni di livello NUTS 1), il Pil medio pro capite più elevato è registrato ad Amburgo (Hamburg), mentre Berlino è l'unica tra le regioni in cui ha sede la capitale di uno Stato membro a registrare un Pil pro capite al di sotto della media nazionale. Il Lazio, pur ospitando la capitale nazionale, è al sesto posto fra le regioni italiane per livello del Pil pro capite più elevato, mentre livelli più alti sono registrati nella maggior parte delle regioni più settentrionali, prima fra tutte la Provincia autonoma di Bolzano / Bozen. Nei Paesi Bassi, Groningen è l'unica regione olandese a registrare un Pil pro capite medio più elevato di quello della regione della capitale (Noord-Holland).

Le regioni in cui ha sede la capitale di Repubblica ceca, Irlanda, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania e Slovacchia sono le uniche regioni di questi Stati membri in cui nel 2013 il Pil pro capite era superiore alla media UE-28.

Il Pil pro capite di Inner London supera di quasi 11 volte quello di Severozapaden

Nel 2013 il Pil pro capite medio di Inner London (325 % della media UE-28) superava di quasi 11 volte — tenuto conto delle differenze nei livelli dei prezzi — quello di Severozapaden (Bulgaria), dove è stato registrato il Pil pro capite medio più basso (30 % della media UE-28). Va osservato che la presente edizione dell'annuario regionale di Eurostat si basa sulla classificazione NUTS 2010 e pertanto non comprende informazioni su Mayotte (territorio d'oltremare francese, incluso a partire dalla classificazione delle regioni NUTS 2013). Eurostat ha ricevuto i primi conti regionali per Mayotte e da questi risulta che nel 2013 il Pil pro capite era pari al 27 % della media dell'UE-28 (lievemente inferiore a quello di Severozapaden).

Da un'analisi degli Stati membri con più di due regioni emerge che le più forti disparità in termini di creazione di ricchezza tra regioni dello stesso paese si registrano all'interno del Regno Unito, poiché il Pil pro capite della regione Inner London è quasi cinque volte più alto di quello della regione West Wales and the Valleys. Differenze considerevoli si rilevano inoltre all'interno della Romania (con un rapporto di 3,9:1 tra la regione della capitale Bucureşti-Ilfov e la regione Nord-Est), della Slovacchia (con un rapporto di 3,6:1 tra la regione della capitale Bratislavský kraj e la regione orientale Východné Slovensko) e della Francia (con un rapporto di 3,3:1 tra la regione della capitale Île-de-France e la regione d'oltremare in America meridionale Guyane).

In tutte le regioni della Svezia il Pil pro capite è superiore alla media UE-28

Per contro, la creazione di ricchezza è distribuita in modo relativamente equo tra le regioni degli Stati membri nordici, dell'Austria, della Spagna, del Portogallo e della Grecia. In ciascuno di questi Stati membri dell'UE, così come in Norvegia, il Pil pro capite medio della regione della capitale non è mai superiore al doppio di quello registrato nella regione con il Pil pro capite più basso. Nel 2013 la Svezia è stata il solo Stato membro pluriregionale dell'UE a registrare, per ciascuna delle sue regioni di livello NUTS 2, un Pil pro capite medio superiore alla media UE-28. Lo stesso vale per le regioni di livello NUTS 2 della Norvegia.

Le 19 regioni dell'UE in cui il Pil pro capite è inferiore alla metà della media dell'UE-28 sono situate tutte nell'Europa orientale

Le regioni che beneficiano maggiormente dei fondi di coesione registrano un Pil pro capite medio al di sotto della soglia del 75 % della media UE-28. Tali regioni appaiono in rosso scuro nel cartogramma 1. Nel 2013 erano 80 le regioni di livello NUTS 2 a rientrare in questa categoria. Va osservato che la base di finanziamento per il periodo di programmazione 2014–2020 è stata fissata in funzione del Pil pro capite medio durante il triennio 2007-2009.

Quasi un quarto (19 regioni) delle 80 regioni con un Pil pro capite relativamente basso ha un livello di produzione economica pro capite inferiore alla metà della media UE-28. Queste regioni sono tutte situate nell'Europa orientale e appartengono a quattro Stati membri: cinque regioni per paese alla Bulgaria, alla Polonia e alla Romania e quattro regioni all'Ungheria. Le tre regioni bulgare Severozapaden, Severen tsentralen e Yuzhen tsentralen presentano il più basso Pil pro capite medio nell'UE e ciascuna di queste regioni ha un livello di produzione pro capite che è inferiore a un terzo della media dell'UE-28. Va osservato che i dati presentati in questa edizione dell'annuario regionale di Eurostat si basano sulla classificazione NUTS 2010. Sono pervenuti tuttavia già i dati per alcune regioni comprese nella classificazione riveduta (NUTS 2013): essi evidenziano che nel 2013 il Pil pro capite della regione d'oltremare francese Mayotte (nell'Oceano Indiano) era pari al 27 % della media UE-28. Mayotte è diventata una regione ultraperiferica dell'UE a partire dal 1° gennaio 2014.

In Bulgaria, Grecia, Croazia e Slovenia, ogni regione, compresa quella della capitale, ha registrato un livello medio di Pil pro capite più basso della media UE-28. Il Pil pro capite è inferiore alla media UE-28 anche in cinque Stati membri dell'UE che sono costituiti da un'unica regione a questo livello di analisi: gli Stati membri baltici, Cipro e Malta. Lo stesso vale per l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia e la Serbia (per cui non sono disponibili attualmente statistiche regionali).

Analisi dello sviluppo economico regionale nel tempo

Durante la crisi economica e finanziaria, il Pil pro capite nell'UE-28 ha raggiunto il livello massimo di 25 900 SPA nel 2008. È seguita una rapida riduzione delle attività nel 2009 e si è dovuto attendere il 2011 perché il livello medio del Pil pro capite tornasse (leggermente) al di sopra del suo valore massimo precedente alla crisi. Il ritmo di crescita del Pil pro capite ha subito un rallentamento nel 2012 e questa tendenza è proseguita nel 2013, quando il Pil pro capite medio è stato di 26 600 SPA.

Il Pil pro capite è aumentato a un ritmo sostenuto in Polonia

Il cartogramma 2 illustra gli effetti della crisi economica e finanziaria, mettendo in risalto i risultati delle regioni di livello NUTS 2 tra il 2008 e il 2013 (cfr. le note in calce al cartogramma per maggiori informazioni sulla copertura). Se le regioni che hanno registrato un'espansione più rapida — indicate in verde scuro — sono situate principalmente in Polonia (tutte le 16 regioni di quel paese tranne tre), il Pil pro capite espresso quale percentuale della media dell'UE-28 è aumentato di oltre otto punti percentuali anche in Lituania (un'unica regione a questo livello di analisi), nella regione Groningen (Paesi Bassi), nelle regioni austriache Burgenland e Salzburg, nelle regioni della capitale della Romania (Bucureşti-Ilfov) e della Slovacchia (Bratislavský kraj) e nell'arcipelago delle Åland (Finlandia).

L'andamento dell'economia nazionale sembra rivestire un ruolo importante nel determinare i risultati economici regionali

È interessante osservare come, nonostante i forti divari tra i livelli medi del Pil pro capite delle regioni di alcuni Stati membri dell'UE, nel periodo 2008-2013 le variazioni in termini di attività economiche siano state relativamente uniformi. Tra gli Stati membri dell'UE con più di una regione, il Pil pro capite è cresciuto a un ritmo più rapido rispetto alla media dell'UE-28 in tutte le regioni della Danimarca, della Germania (escluse le regioni Berlin e Hamburg), dell'Ungheria, dell'Austria (esclusa la regione Wien), della Polonia, della Romania e della Slovacchia. Una crescita è stata altresì registrata per tutte le regioni della Norvegia, nonché in Svizzera, nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia e in Serbia. Al contrario, tutte le regioni di Grecia, Spagna, Croazia, Italia (ad eccezione della Provincia autonoma di Bolzano / Bozen), Slovenia, Finlandia (ad eccezione della regione Åland) e Regno Unito hanno visto crescere il loro Pil pro capite medio a un ritmo più lento rispetto alla media UE-28 (in conseguenza solitamente di una crescita lenta, anziché di una flessione in termini assoluti del Pil pro capite).

La crescita economica regionale più rapida nel periodo 2008-2013 è stata registrata nelle regioni della capitale polacca e della capitale slovacca

Tra il 2008 e il 2013 i tassi di crescita più elevati del Pil pro capite, rispetto alla media UE-28, si sono registrati nelle regioni della capitale della Polonia e della Slovacchia: Mazowieckie e Bratislavský kraj hanno fatto segnare aumenti rispettivamente di 24,0 e 18,8 punti percentuali. Il Pil pro capite è aumentato di almeno 10 punti percentuali rispetto alla media UE-28 in altre otto regioni: sei di queste appartengono alla Polonia, mentre le altre due sono la Lituania (un'unica regione a questo livello di analisi) e Groningen nei Paesi Bassi (il tasso di crescita di questa regione si basa sul periodo 2010-2013).

Tutte le regioni della Grecia hanno risentito pesantemente degli effetti della crisi economica e finanziaria

All'altra estremità della scala, 36 regioni in totale (indicate in rosso scuro nel cartogramma 2) hanno registrato una flessione di almeno 8 punti percentuali tra il 2008 e il 2013 del rapporto tra il loro Pil pro capite e la media UE-28. L'impatto della crisi economica e finanziaria sull'economia greca è risultato esteso: ben 12 dei 14 tassi di variazione più bassi sono registrati da regioni greche. Cipro (un'unica regione a questo livello di analisi) e Bedfordshire and Hertfordshire (nel Regno Unito) sono le uniche regioni a registrare tassi di variazione analoghi.

Valore aggiunto lordo per attività

I cartogrammi 3-7 presentano un'analisi regionale del valore aggiunto lordo per attività (quali sono definite dalla NACE). Ogni cartogramma evidenzia il grado di specializzazione relativa, rispetto alla media dell'Unione (posta pari al 100 %), nel 2012. Le differenze sono notevoli per quanto riguarda il contributo che ogni attività reca alla produzione economica regionale.

UNO SGUARDO ALLE REGIONI

Severozapaden, Bulgaria

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Nella maggior parte delle regioni dell'Unione, il peso relativo delle attività del comparto agricoltura, silvicoltura e pesca sul complesso delle attività economiche è lentamente diminuito negli ultimi decenni. In molte regioni rurali tuttavia tali attività restano importanti per l'economia locale. Nella regione Severozapaden della Bulgaria nordoccidentale, il contributo al valore aggiunto lordo totale del settore agricoltura, silvicoltura e pesca è 7,5 volte superiore alla media UE-28.

©: Moni84 / Shutterstock.com

Le regioni bulgare e ungheresi sono altamente specializzate in agricoltura, silvicoltura e pesca

Il contributo relativo del comparto agricoltura, silvicoltura e pesca (sezione A della NACE) al valore aggiunto lordo totale delle economie regionali è ovviamente più elevato nelle zone rurali che nelle aree urbane, quali città e periferie. Il cartogramma 3 evidenzia che l'agricoltura, la silvicoltura e la pesca contribuiscono in misura relativamente elevata al valore aggiunto lordo totale nella maggior parte delle regioni rurali, contrariamente a quanto avviene nelle regioni della capitale e in altre aree densamente popolate (per esempio, negli Stati membri del Benelux, in Germania e nel Regno Unito). Il contributo del comparto agricoltura, silvicoltura e pesca al valore aggiunto lordo delle economie regionali di Inner London, Berlin e Région de Bruxelles-Capitale / Brussels Hoofdstedelijk Gewest è inferiore all'1 % della media per l'UE-28 nel suo insieme. Al contrario, la percentuale di queste attività sul valore aggiunto lordo totale è 6-7 volte superiore alla media UE-28 nelle regioni ungheresi Észak-Alföld, Dél-Dunántúl e Dél-Alföld, nonché nella regione bulgara Severen tsentralen, fino a salire a un valore 7,5 volte più elevato in un'altra regione bulgara, Severozapaden.

Ad eccezione della regione della capitale (Praha), tutte le altre regioni della Repubblica ceca presentano un elevato grado di specializzazione industriale

Il contributo relativamente elevato delle attività industriali (sezioni da B a E della NACE) al valore aggiunto lordo regionale è in gran parte concentrato in un gruppo di regioni — in verde scuro nel centro del cartogramma 4 — distribuite tra la Germania meridionale, l'intero territorio della Repubblica ceca (ad eccezione della regione della capitale), a nord verso la Polonia e a sud attraverso varie regioni slovacche, austriache, ungheresi e slovene. Anche la maggioranza delle regioni in Bulgaria e in Romania presenta un grado molto elevato di specializzazione industriale. A parte questi due raggruppamenti, una percentuale relativamente elevata del valore aggiunto lordo regionale — superiore almeno del 50 % alla media UE-28 — è prodotta nell'ambito di attività manifatturiere in economie industriali periferiche quali Border, Midland and Western (Irlanda), Dytiki Makedonia (Grecia), Comunidad Foral de Navarra e La Rioja (Spagna), Groningen (Paesi Bassi), Övre Norrland (Svezia) e North Eastern Scotland (Regno Unito). Sono sette le regioni in cui il contributo dell'industria al valore aggiunto lordo regionale è superiore al doppio della media dell'UE-28: tre di queste appartengono alla Repubblica ceca (Střední Morava, Střední Čechy e Moravskoslezsko), due all'Ungheria (Közép-Dunántúl e Nyugat-Dunántúl), una alla Germania (Braunschweig) e una ai Paesi Bassi (Groningen). Per contro, il contributo dell'industria al valore aggiunto lordo totale è relativamente basso nelle regioni che ospitano la capitale nazionale (in cui i servizi sono generalmente il principale creatore di ricchezza) e in una serie di regioni designate come destinazione turistica, in particolare sulle coste del Mediterraneo.

L'impatto della crisi economica e finanziaria sulle costruzioni è ancora evidente in Irlanda e in Grecia

Il cartogramma 5 evidenzia le regioni che presentano una specializzazione relativa nel settore delle costruzioni (sezione F della NACE). Le conseguenze della crisi economica e finanziaria sono tuttora avvertite in un certo numero di Stati membri dell'UE, dove le bolle immobiliari sono scoppiate: ciò è particolarmente evidente in Irlanda, dove il contributo delle costruzioni al valore aggiunto lordo totale è inferiore alla metà della media UE-28 in entrambe le regioni (Border, Midland and Western e Southern and Eastern). Lo stesso vale per tre regioni della Grecia (Attiki; Anatoliki Makedonia, Thraki; Kentriki Makedonia), nonché per le regioni Hamburg in Germania e Groningen nei Paesi Bassi. In numerose regioni urbanizzate il peso del settore delle costruzioni sulle attività economiche è relativamente basso, il che può essere dovuto alla mancanza di spazi liberi o di concessioni edilizie per nuovi progetti in regioni già molto sviluppate. Al contrario, in tre regioni il contributo delle costruzioni al valore aggiunto lordo totale è superiore al doppio della media UE-28: si tratta della regione Sud-Est (Romania) e di due regioni slovacche (Stredné Slovensko e Východné Slovensko).

I cartogrammi&nbsp6 e 7 illustrano i risultati di un'analisi simile per due distinti gruppi di servizi. Il primo si riferisce alle sezioni da G a N della NACE: commercio, trasporti, servizi di alloggio e di ristorazione, servizi di informazione e comunicazione, attività finanziarie e assicurative, attività immobiliari e attività alle imprese (attività professionali, scientifiche e tecniche, attività amministrative e di servizi di supporto). Le attività di questo gruppo sono designate qui di seguito come "servizi di mercato". Il secondo gruppo comprende le sezioni da O a U della NACE: amministrazione pubblica e servizi pubblici, attività artistiche, di intrattenimento e divertimento; riparazione di beni per la casa e altri servizi. Qui di seguito le attività di questo gruppo sono designate come "amministrazione pubblica e altri servizi".

I servizi di mercato sono più frequenti nelle regioni della capitale e nelle regioni designate come destinazione turistica

Le regioni dell'UE caratterizzate da un elevato sviluppo dei servizi di mercato, come evidenziato dalle regioni in verde scuro nel cartogramma 6, sono spesso quelle in cui ha sede la capitale nazionale. È il caso delle regioni Praha, Attiki, Comunidad de Madrid, Île-de-France, Lussemburgo (un'unica regione a questo livello di analisi), Noord-Holland e Inner London. Le altre regioni in cui il contributo dei servizi di mercato al valore aggiunto totale è di gran lunga superiore alla media dell'UE-28 sono spesso regioni designate come destinazione turistica, per esempio Algarve (Portogallo), Illes Balears (Spagna) e le due regioni greche Notio Aigaio (comprendente, tra le altre isole, Kos, Mykonos e Rodi) e Ionia Nisia (che comprende Corfù). In altre tre regioni il contributo dei servizi di mercato al valore aggiunto lordo totale è superiore alla media UE-28 di almeno il 25 %: Provincie Vlaams-Brabant in Belgio, Hamburg in Germania e Berkshire, Buckinghamshire and Oxfordshire nel Regno Unito. Groningen (Paesi Bassi) è l'unica regione in cui i servizi di mercato contribuiscono al valore aggiunto lordo totale in misura inferiore alla metà della media UE-28: ciò è dovuto alle attività di estrazione del gas (offshore) relativamente considerevoli in tale regione.

Il comparto amministrazione pubblica e altri servizi rappresenta spesso una percentuale elevata delle attività economiche nelle regioni periferiche

Il cartogramma 7 evidenzia chiaramente l'esistenza di un divario tra est e ovest quanto al peso economico del comparto amministrazione pubblica e altri servizi. Il ruolo dell'amministrazione pubblica e degli altri servizi è spesso inferiore in alcuni degli Stati membri che hanno aderito all'UE nel 2004 o più recentemente. Il peso di tale settore è altresì relativamente elevato in molte regioni caratterizzate da elevati tassi di disoccupazione, in conseguenza forse del fatto che la pubblica amministrazione è rimasta uno dei pochi datori di lavoro principali. È il caso in particolare delle regioni periferiche, dove la mancanza di vicinanza ai clienti può essere uno dei fattori che scoraggiano gli imprenditori e le imprese private dall'avviare un'attività.

Tra le regioni di livello NUTS 2 dell'UE sono 13 le regioni in cui il contributo del settore amministrazione pubblica e altri servizi al valore aggiunto lordo totale è superiore di almeno il 50 % alla media UE-28. Le percentuali più elevate si registrano nelle due città autonome spagnole di Ceuta e Melilla, seguite dalle quattro regioni d'oltremare francesi. Tra le altre regioni, due appartengono al Belgio (Province Luxembourg e Province Namur), due alla Grecia (Anatoliki Makedonia, Thraki e Voreio Aigaio), due alla Francia (Limousin e Corse) e una alla Danimarca (Sjælland).

Va osservato che una scheda sulle statistiche strutturali sulle imprese a livello regionale (in inglese) sulla base del numero di occupati per varie attività nell'ambito delle economie regionali fornisce un'analisi simile.

Produttività del lavoro

Nell'ambito dei conti regionali, la produttività del lavoro è definita come il valore aggiunto lordo in euro per occupato ai prezzi base. Il cartogramma 8 presenta questo indicatore nel 2013 per le regioni di livello NUTS 2, evidenziando i risultati rispetto alla media UE-28. In teoria, per misurare la produttività del lavoro a livello regionale si dovrebbe tenere conto del numero complessivo delle ore lavorate (anziché considerare soltanto il numero degli occupati), ma i relativi dati sono attualmente incompleti per diversi Stati membri dell'UE.

Se i flussi di pendolari tra le regioni sono significativi, è probabile che le regioni caratterizzate da afflussi netti registrino livelli di valore aggiunto lordo per occupato più bassi in rapporto ai rispettivi Pil pro capite nel caso in cui i dati sull'occupazione si riferiscano alla regione di occupazione anziché a quella di residenza. In altri termini è probabile che il divario tra le regioni sia minore in sede di analisi della produttività del lavoro che non del Pil pro capite. Ciò premesso, nel 2013 il valore aggiunto lordo più alto per occupato è stato raggiunto nella regione Inner London (che è anche quella con il Pil pro capite più elevato). Livelli relativamente alti di produttività del lavoro possono essere riconducibili a un impiego efficiente della manodopera (senza ricorrere a ulteriori input), ma anche a un mix di attività che alterano il risultato per una determinata economia (in quanto alcune attività hanno livelli di produttività del lavoro più elevati di altre). Per esempio, il settore dei servizi finanziari, che riveste un ruolo particolarmente importante per l'economia della regione Inner London, è contraddistinto da livelli di produttività particolarmente alti. Anche la regione irlandese Southern and Eastern (che comprende Dublino) — anch'essa specializzata in servizi finanziari — figura tra le prime 10 regioni con la più alta produttività del lavoro. Le altre regioni incluse in tale classifica sono quattro regioni del Belgio (Région de Bruxelles-Capitale / Brussels Hoofdstedelijk Gewest; Provincie Antwerpen; Provincie Vlaams-Brabant; Province Brabant Wallon), le regioni della capitale della Danimarca, della Francia e della Svezia, nonché la regione olandese Groningen.

La produttività del lavoro è più bassa negli Stati membri che hanno aderito all'UE nel 2004 o successivamente

Nemmeno una delle regioni degli Stati membri che hanno aderito all'UE nel 2004 o successivamente ha registrato un valore aggiunto lordo per occupato superiore alla media UE-28. Nel 2013 tra le regioni di livello NUTS 2 di questi 13 Stati membri (sulla base dei dati disponibili) il livello più alto del valore aggiunto lordo per occupato (di poco al di sopra dell'80 % della media UE-28) è stato registrato dalla regione della capitale slovacca Bratislavský kraj.

In 43 regioni di livello NUTS 2 (in rosso scuro nel cartogramma 8) il valore aggiunto lordo per occupato è risultato inferiore alla metà della media UE-28 nel 2013. Le regioni con una bassa produttività del lavoro sono distribuite nella parte orientale dell'UE: tutte le regioni della Bulgaria, tutte le regioni della Repubblica ceca tranne due (Střední Čechy e Praha, la regione della capitale), tutte le regioni della Polonia tranne due (Dolnośląskie e la regione della capitale Mazowieckie), tutte le regioni della Romania tranne una (la regione della capitale Bucureşti-Ilfov) e due regioni in Slovacchia (Stredné Slovensko e Východné Slovensko). La produttività del lavoro è stata inoltre inferiore alla metà della media UE-28 in due dei tre Stati membri baltici (Lettonia e Lituania).

Fonti e disponibilità dei dati

SEC 2010

Il sistema europeo dei conti nazionali e regionali (SEC) definisce la metodologia per i conti nazionali nell'UE. L'attuale versione, SEC 2010, è stata adottata nel maggio 2013 ed è attuata dal settembre 2014. Questa edizione dell'annuario regionale di Eurostat è pertanto la prima a utilizzare il SEC 2010. È importante notare che il passaggio al SEC 2010 rientra in una più ampia iniziativa mondiale, dato che esso costituisce la versione europea del sistema dei conti nazionali (SCN 2008) delle Nazioni Unite, con il quale è pienamente coerente.

Il SEC 2010 definisce una metodologia armonizzata da utilizzare per la compilazione dei conti nazionali e regionali nell'Unione europea. Esso garantisce l'elaborazione di statistiche coerenti, comparabili, attendibili e aggiornate sulle economie degli Stati membri dell'UE. La base giuridica per la compilazione di tali statistiche è il regolamento (UE) n. 549/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Sistema europeo dei conti nazionali e regionali nell'Unione europea.

La revisione operata con il SEC 2010 è stata effettuata per tener conto di una serie di cambiamenti che hanno avuto un'incidenza sugli sviluppi economici negli ultimi anni, in particolare il ruolo crescente delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, la sempre maggiore importanza delle attività immateriali, dei prodotti della proprietà intellettuale e dei servizi e la globalizzazione economica. Tra l'altro, la nuova metodologia tiene anche conto delle spese per armamenti (classificate come investimenti) e contiene un'analisi più dettagliata dei regimi pensionistici. In molti casi, il più importante cambiamento metodologico in termini di impatto sul Pil reale è la classificazione come investimenti delle spese per ricerca e sviluppo (R & S).

A livello regionale, si possono rilevare effetti di due diverso tipo:

  • l'impatto dei cambiamenti a livello nazionale che non presentano una specifica variazione regionale — ad esempio, l'inclusione delle spese per armamenti ha comportato modifiche del Pil regionale che hanno interessato tutte le regioni in egual misura;
  • l'impatto dei cambiamenti che presentano una variazione regionale — ad esempio, il trattamento delle spese per R & S come investimenti è destinato probabilmente ad accrescere le disparità regionali in materia di Pil pro capite perché le regioni in cui la spesa per R & S è molto elevata tendono a essere relativamente "ricche".

Va osservato che i cambiamenti connessi all'attuazione del SEC 2010 non hanno avuto alcuna conseguenza per l'assegnazione dei fondi strutturali nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020, dato che le assegnazioni sono state inizialmente decise nel 2012 sulla base dei dati relativi al Pil regionale per gli anni di riferimento 2007-2009.

Per ulteriori informazioni sulla transizione dal SEC 95 al SEC 2010 si rinvia al sito di Eurostat (in inglese, francese e tedesco).

Copertura

Le statistiche ricavate dai conti economici regionali sono presentate prevalentemente a livello di regioni NUTS 2. Per la Germania sono disponibili dati solo per le regioni di livello NUTS 1 e per la Svizzera soltanto a livello nazionale. Le più recenti statistiche disponibili per le regioni della Norvegia si riferiscono al 2012.

Va precisato che non per tutte le regioni sono disponibili serie temporali complete: occorre pertanto grande cautela nell'analizzare cartogrammi che presentano un'evoluzione nel tempo; le eventuali differenze rispetto alla copertura standard sono precisate nelle note.

Definizione degli indicatori

Prodotto interno lordo (Pil)

Il Pil è un parametro fondamentale per verificare la salute economica globale di un paese. Si tratta di un valore aggregato della produzione, pari alla somma del valore aggiunto lordo di tutte le unità istituzionali residenti che esercitano attività di produzione, più le imposte sui prodotti e meno i contributi ai prodotti non inclusi nel valore della loro produzione. Il valore aggiunto lordo rappresenta la differenza tra la produzione e i consumi intermedi.

Il Pil per occupato serve a dare un'idea in generale della competitività e della produttività di una economia nazionale / regionale. In parte esso dipende dalla struttura dell'occupazione totale e il suo valore può, ad esempio, risultare più basso per effetto di un passaggio dal lavoro a tempo pieno al lavoro a tempo parziale.

Valore aggiunto lordo

Il valore aggiunto lordo ai prezzi base è la voce a saldo del conto della produzione dei conti nazionali ed è definito come la differenza tra la produzione ai prezzi base e i consumi intermedi ai prezzi di acquisto. Il prezzo base è l'importo che il produttore può ricevere dall'acquirente per un'unità di prodotto, detratte le imposte sui prodotti ma compreso ogni eventuale contributo ai prodotti.

Il valore aggiunto lordo può essere ripartito per attività: la somma del valore aggiunto lordo ai prezzi base per tutte le attività, più le imposte sui prodotti meno i contributi ai prodotti dà il Pil. Al livello più aggregato di analisi sono individuate dieci voci della classificazione NACE Rev. 2, ma ai fini della presente scheda le attività sono aggregate nelle seguenti voci:

  • agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca (sezione A della NACE);
  • attività industriali (sezioni da B a E della NACE);
  • costruzioni (sezione F della NACE);
  • commercio, trasporti, servizi di alloggio e di ristorazione; servizi di informazione e comunicazione attività finanziarie e assicurative; attività immobiliari; attività professionali, scientifiche e tecniche; attività amministrative e di servizi di supporto (sezioni da G a N della NACE), designate nella presente scheda come "servizi di mercato";
  • amministrazione pubblica e difesa; istruzione; sanità e assistenza sociale; attività artistiche, di intrattenimento e divertimento; altre attività di servizi; attività di famiglie e di organizzazioni e organismi extraterritoriali (sezioni da O a U della NACE), designate nella presente scheda come "amministrazione pubblica e altri servizi".

Contesto

Misurazione dello sviluppo economico

Lo sviluppo economico è comunemente espresso in termini di Pil, che nel contesto regionale può essere utilizzato per misurare la crescita e l'attività a livello macroeconomico, oltre che a servire da base per confronti tra le regioni. Il Pil costituisce inoltre un importante indicatore sotto il profilo politico, assumendo un'importanza fondamentale ai fini della determinazione dell'entità del contributo al bilancio UE dei singoli Stati membri, mentre le medie triennali del Pil sono utilizzate per decidere quali regioni sono ammesse a beneficiare del sostegno dei fondi strutturali dell'Unione.

Il Pil pro capite è spesso utilizzato come indicatore del tenore di vita in generale, ma non può costituire, come unica fonte di informazioni, la chiave di lettura per le questioni oggetto di dibattito politico, in quanto non tiene conto di aspetti esterni quali la sostenibilità ambientale o l'inclusione sociale, che sono sempre più considerati fattori importanti per la qualità della vita.

Diverse iniziative internazionali hanno preso in esame tale questione e nell'agosto 2009 la Commissione europea ha adottato la comunicazione "Non solo Pil: misurare il progresso in un mondo in cambiamento" (COM(2009) 433 def.), che delinea una serie di azioni per migliorare e integrare il Pil. Essa ha rilevato che esistono validi motivi per completare il Pil con statistiche che riprendano gli altri aspetti economici, sociali ed ambientali dai quali dipende fortemente il benessere dei cittadini. Gli sviluppi recenti relativi a questi indicatori complementari sono riportati dettagliatamente in un documento di lavoro dei servizi della Commissione, Progress on 'GDP and beyond' actions (SWD(2013) 303 final) (in inglese), in cui è confermato, anche a livello regionale e locale, l'interesse pubblico per misurazioni più ampie del Pil. Per maggiori informazioni sulla qualità della vita si rinvia alla relativa scheda (in inglese).

Politiche economiche

Le disparità regionali sono imputabili a molti fattori, tra cui la lontananza geografica o la bassa densità demografica, i cambiamenti socioeconomici o il retaggio dei sistemi economici precedenti. Tali disparità possono tradursi tra l'altro in deprivazione sociale, servizi di istruzione e sanitari carenti, una più elevata disoccupazione o infrastrutture inadeguate.

La politica regionale dell'UE mira a sostenere la più ampia agenda della strategia Europa 2020. Essa è finalizzata a promuovere la solidarietà e la coesione, affinché ogni regione possa sfruttare appieno le sue potenzialità, migliorando la competitività e l'occupazione e allineando nel più breve tempo possibile il tenore di vita delle regioni "più povere" ai livelli della media UE.

Politica di coesione

Più di un terzo del bilancio dell'UE è destinato alla politica di coesione finalizzata ad appianare le disparità economiche, sociali e territoriali nell'UE, per esempio contribuendo alla ristrutturazione delle zone industriali in declino o alla diversificazione delle aree rurali. La politica regionale dell'UE, che cerca in tal modo di rendere le regioni più competitive, favorendo la crescita economica e creando nuovi posti di lavoro, è una politica di investimenti volta a promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro, la competitività, la crescita economica, il miglioramento della qualità della vita e lo sviluppo sostenibile.

Per il periodo 2014–2020 si è proceduto a un ricentramento della politica di coesione dell'UE con l'obiettivo di produrre il massimo impatto sulla crescita e sull'occupazione. Nel corso di questo periodo nelle regioni dell'Unione saranno investiti in totale 351 miliardi di EUR. Gli investimenti continueranno a interessare tutte le regioni, ma sono state adottate riforme che hanno modificato i livelli di sostegno in base alla seguente classificazione delle regioni:

  • regioni meno sviluppate (Pil < 75 % della media UE-27);
  • regioni in transizione (Pil tra il 75 % e il 90 % della media UE-27);
  • regioni più sviluppate (Pil > 90 % della media UE-27).

La politica regionale dell'UE è finalizzata ad aiutare ciascuna regione a sfruttare appieno le sue potenzialità attraverso un miglioramento della sua competitività e l'innalzamento del tenore di vita delle regioni più povere fino raggiungere la media UE (convergenza). La politica economica regionale mira a stimolare gli investimenti nelle regioni tramite una migliore accessibilità, la fornitura di servizi di qualità e la salvaguardia dell'ambiente, incoraggiando in tal modo l'innovazione e l'imprenditorialità e la creazione di posti di lavoro e colmando nel contempo le disparità che si traducono in deprivazione sociale, cattive condizioni abitative, servizi di istruzione e sanitari carenti, una più elevata disoccupazione o infrastrutture inadeguate.

Promuovere l'occupazione, la crescita e gli investimenti

Nel 2014 la Commissione europea si è posta come obiettivo prioritario "la promozione dell'occupazione, della crescita e degli investimenti". Si tratta di un'importante nuova iniziativa che consentirà di sbloccare gli investimenti pubblici e privati al fine di promuovere lo sviluppo delle infrastrutture, come l'Internet a banda larga, le reti energetiche e i trasporti. Nella sua comunicazione "Un piano di investimenti per l'Europa" (COM(2014) 0903 final), la Commissione europea ha messo in evidenza il ruolo che gli Stati membri e le autorità regionali sono chiamati a svolgere per accrescere al massimo l'impatto dei fondi strutturali dell'UE utilizzando vari strumenti finanziari sotto forma di prestiti, capitali propri e garanzie.

Schede correlate

Ulteriori informazioni di Eurostat

Visualizzazione dei dati

Pubblicazioni

Banca dati

Regional economic accounts — ESA2010 (reg_eco10)

Sezione specifica

Metodologia / Metadati

Fonte dei dati per i grafici e i cartogrammi (MS Excel)

Link esterni