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Archive:Scambi internazionali di merci

Dati: settembre 2017 (sezione "Principali attori globali degli scambi internazionali di merci") e marzo 2017 (resto della scheda). Dati più recenti: Ulteriori informazioni di Eurostat, tavole principali e banca dati. Prossimo aggiornamento della scheda: luglio 2018.


La presente scheda illustra l'evoluzione degli scambi internazionali di merci dell'Unione europea (UE), analizza la quota dell'UE nei mercati mondiali delle importazioni e delle esportazioni e gli scambi intra UE (scambi tra Stati membri dell'UE) ed evidenzia i principali partner commerciali dell'UE e le tipologie di merci maggiormente oggetto di scambio.

L'UE-28 interviene nel 15 % circa degli scambi mondiali di merci. Il valore degli scambi internazionali di merci supera notevolmente (di oltre tre volte) quello degli scambi di servizi dato che alcuni servizi, per loro natura, difficilmente oltrepassano le frontiere nazionali.

Grafico 1 - Principali attori degli scambi internazionali di merci, 2016
(miliardi di euro)
Fonte: Eurostat (ext_lt_introle) e (ext_lt_intercc)
Grafico 2 - Tasso di copertura degli scambi internazionali di merci, 2006 e 2016
(%)
Fonte: Eurostat (ext_lt_introle) e (ext_lt_intercc)
Grafico 3 - Saldo commerciale degli scambi internazionali di merci, 2006 e 2016
(miliardi di euro)
Fonte: Eurostat (ext_lt_introle) e (ext_lt_intercc)
Grafico 4 - Quote del mercato mondiale delle esportazioni di merci, 2016
(quota % delle esportazioni mondiali)
Fonte: Eurostat (ext_lt_introle)
Grafico 5 - Quote del mercato mondiale delle importazioni di merci, 2016
(quota % delle importazioni mondiali)
Fonte: Eurostat (ext_lt_introle)
Grafico 6 - Evoluzione del commercio internazionale di merci, UE-28, 2006 -2016
(miliardi di euro)
Fonte: Eurostat (ext_lt_intertrd)
Grafico 7 - Scambi di merci extra UE-28, 2016
(quota % delle importazioni/esportazioni dell'UE-28)
Fonte: Eurostat (ext_lt_intratrd)
Grafico 8 - Scambi di merci intra UE-28, 2016
(quota % delle spedizioni/degli arrivi dell'UE-28)
Fonte: Eurostat (ext_lt_intratrd)
Grafico 9 - Scambi di merci intra ed extra UE-28, 2016
(importazioni ed esportazioni, quota % del totale degli scambi)
Fonte: Eurostat (ext_lt_intratrd)
Grafico 10 - Scambi di merci extra UE-28 per principale partner commerciale, UE-28, 2006 e 2016
(miliardi di euro)
Fonte: Eurostat (ext_lt_maineu)
Grafico 11 - Principali partner commerciali per le esportazioni di merci, UE-28, 2016
(quota % delle esportazioni extra UE-28)
Fonte: Eurostat (ext_lt_maineu)
Grafico 12 - Principali partner commerciali per le importazioni di merci UE-28, 2016
(quota % delle importazioni extra UE-28)
Fonte: Eurostat (ext_lt_maineu)
Grafico 13 - Scambi extra UE-28 per principali prodotti, UE-28, 2011 e 2016
(miliardi di euro)
Fonte: Eurostat (ext_lt_intertrd)
Grafico 14 - Principali esportazioni per prodotto, UE-28, 2011 e 2016
(quota % delle esportazioni extra UE-28)
Fonte: Eurostat (ext_lt_intratrd)
Grafico 15 - Principali importazioni per prodotto, UE-28, 2011 e 2016
(quota % delle importazioni extra UE-28)
Fonte: Eurostat (ext_lt_intratrd)
Grafico 16 - Principali esportazioni e importazioni per prodotto, UE-28, 2016
(quota % delle esportazioni/importazioni extra UE-28)
Fonte: Eurostat (ext_lt_intratrd)

Principali risultati statistici

Principali attori globali del commercio internazionale

L'UE-28, la Cina e gli Stati Uniti sono i tre maggiori attori globali del commercio internazionale (cfr. grafico 1) dal 2004, anno in cui la Cina ha superato il Giappone. Nel 2016 il valore totale di esportazioni e importazioni di merci riportato per l'UE-28, per la Cina e per gli Stati Uniti era pressoché identico, avendo raggiunto 3 455 miliardi di euro nell'UE-28 (da notare che quest'ultimo dato non include gli scambi intra UE), vale a dire 109 miliardi di euro in più rispetto alla Cina e 125 miliardi di euro oltre il valore rilevato per gli Stati Uniti. Il Giappone ha registrato il quarto valore più elevato di scambi di merci, pari a 1 131 miliardi di euro.

Nel 2016 il rapporto tra esportazioni e importazioni (tasso di copertura) era particolarmente elevato a favore delle esportazioni nel caso di Russia, Brasile e Cina (cfr. grafico 2), mentre in termini assoluti la Cina e la Russia hanno registrato i surplus commerciali annui più elevati dal 2006; nel 2016 gli Stati Uniti hanno registrato il maggior disavanzo (cfr. grafico 3), seguendo una tendenza evidente nell'intero ultimo decennio per il quale sono disponibili dati.

Per quanto concerne i flussi di esportazioni e importazioni, nel 2016 l'UE-28 ha presentato la seconda quota più elevata di esportazioni e importazioni globali di merci (cfr. grafici 4 e 5): le esportazioni di merci dell'UE-28 sono risultate pari al 15,6 % del totale mondiale e nel 2014, per la prima volta dalla fondazione dell'UE, sono state superate da quelle della Cina (16,1 % nel 2014 e fino a 17,0 % nel 2016), restando comunque al di sopra di quelle degli Stati Uniti (11,8 %); questi ultimi hanno una quota di importazioni mondiali più alta (17,6 %) sia dell'UE-28 (14,8 %) che della Cina (12,4 %).

Scambi di merci extra UE

Nel 2016 gli scambi internazionali di merci dell'UE-28 con il resto del mondo (somma delle esportazioni e delle importazioni extra UE) sono stati valutati in 3 453 miliardi di euro (cfr. grafico 6). Rispetto al 2015 sono risultate lievemente più basse sia le importazioni che le esportazioni, con un calo di queste ultime (44 miliardi di euro) all'incirca pari al doppio dello stesso dato rilevato per le importazioni (21 miliardi di euro). Di conseguenza, il surplus commerciale dell'UE-28 si è mantenuto positivo, passando tuttavia da 60 miliardi di euro nel 2015 a 38 miliardi di euro nel 2016.

Dopo aver registrato un forte calo delle esportazioni e delle importazioni di merci nel 2009, l'UE-28 ha visto salire le proprie esportazioni del 58,7 % nel giro di quattro anni, fino a raggiungere il livello record di 1 736 miliardi di euro nel 2013. Successivamente le esportazioni sono diminuite dell'1,9 % nel 2014, prima di registrare un aumento del 5,1 % e raggiungere un nuovo massimo storico nel 2015 (1 789 miliardi di euro) e quindi ridursi nuovamente del 2,4 % nel 2016. Per contro, dopo il 2009 le importazioni sono cresciute del 45,6 % nel giro di tre anni per toccare nel 2012 il valore record di 1 799 miliardi di euro. Nel 2013 si sono ridotte del 6,2 % prima di stabilizzarsi nel 2014 (con un rialzo dello 0,3 %), crescere del 2,2 % nel 2015 e quindi ridursi dell'1,2 % nel 2016, quando il loro valore era ancora al di sotto di quello raggiunto nel 2012.

Tra gli Stati membri dell'UE, la Germania ha registrato la quota di gran lunga più elevata di scambi extra UE-28 nel 2016, con il 28,7 % delle esportazioni di merci dell'UE-28 verso paesi terzi e quasi un quinto (18,8 %) delle importazioni dell'UE-28 (cfr. grafico 7). Regno Unito (11,1 %), Italia (10,5 %) e Francia (ugualmente 10,5 %), hanno continuato a occupare le successive tre posizioni nella classifica dei più grandi paesi esportatori come nel 2015 (anche se le esportazioni extra UE-28 dell'Italia hanno superato quelle della Francia). Si tratta degli unici altri Stati membri dell'UE a presentare una quota a due cifre delle esportazioni dell'UE-28. Il Regno Unito (16,6 %), i Paesi Bassi (14,2 %), la Francia (9,4 %) e l'Italia (8,4 %) seguono la Germania come principali importatori di merci da paesi terzi nel 2016. La quota relativamente elevata registrata dai Paesi Bassi può, almeno in parte, essere spiegata con i notevoli quantitativi di merci che entrano nell'UE transitando da Rotterdam, il maggiore porto marittimo dell'UE. Il più elevato surplus commerciale negli scambi di merci con i paesi extra UE-28, valutato in 180,9 miliardi di euro nel 2016, è stato registrato dalla Germania, seguita dall'Italia (39,9 miliardi di euro) e dall'Irlanda (34,5 miliardi di euro). I più elevati disavanzi negli scambi di merci extra UE sono stati registrati nei Paesi Bassi (115,9 miliardi di euro) e nel Regno Unito (89,7 miliardi di euro).

Scambi di merci intra UE

Nel 2016 gli scambi di merci tra gli Stati membri dell'UE (commercio intra UE) sono stati valutati, in termini di spedizioni, in 3 110 miliardi di euro, ossia superiori del 78 % al livello delle esportazioni dell'UE-28 verso paesi terzi, pari a 1 745 miliardi di euro (scambi extra UE).

Gli scambi intra UE-28, anch'essi misurati in termini di spedizioni, sono cresciuti in tutta l'UE-28 dell'1,3 % tra il 2015 e il 2016; registrando il settimo aumento annuo consecutivo dal 2009. Se si considerano insieme gli arrivi e le spedizioni, gli aumenti più consistenti degli scambi intra UE nel 2016 sono stati registrati da Cipro (11,2 %), Romania (7,0 %) e Croazia (5,7 %), mentre Malta (-7,7 %), Lussemburgo (-4,8 %), Regno Unito (-4,3 %), Finlandia (-1,4 %), Belgio (-0,5 %) e Lituania (-0,1 %) sono i soli Stati membri dell'UE ad aver registrato una riduzione nei volumi degli scambi intra UE nel 2016.

Come nel caso del commercio extra UE-28, anche nel 2016 la Germania è risultata lo Stato membro con il più elevato volume di scambi intra UE-28, registrando il 22,8 % delle spedizioni di merci dell'UE-28 verso altri Stati membri e poco più di un quinto (20,9 %) degli arrivi di merci dell'UE-28 da altri Stati membri (cfr. grafico 8). I Paesi Bassi (12,5 %) sono l'unico Stato membro ad aver contribuito per oltre un decimo delle spedizioni intra UE, sempre in seguito all'effetto Rotterdam, mentre la Francia (11,8 %) e il Regno Unito (9,6 %) hanno registrato una quota pari a quasi un decimo degli arrivi intra UE-28.

L'importanza del mercato interno dell'UE è dimostrata dal fatto che in ogni Stato membro gli scambi intra UE di merci (ottenuti combinando le spedizioni e gli arrivi) sono superiori a quelli extra UE (ottenuti combinando esportazioni e importazioni), con le eccezioni costituite da Malta e Regno Unito dove gli scambi intra ed extra UE sono praticamente in equilibrio (cfr. grafico 9). La quota del totale degli scambi di merci rappresentata dai flussi intra UE ed extra UE varia notevolmente da uno Stato membro all'altro, sia per ragioni storiche sia in conseguenza della posizione geografica del paese. Le quote più elevate di scambi intra UE (quasi l'80 % del totale degli scambi) sono registrate da Estonia, Lussemburgo, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia, con un rapporto che scende invece al 49,3 % nel caso del Regno Unito.

Analisi dei principali partner commerciali

Tra il 2006 e il 2016, l'evoluzione delle esportazioni di merci dell'UE-28 per principale partner commerciale ha registrato notevoli variazioni. Tra i principali partner commerciali, il più elevato tasso di crescita è stato rilevato per le esportazioni verso la Cina, che sono quasi triplicate, mentre le esportazioni verso la Corea del Sud sono pressoché raddoppiate (cfr. grafico 10). Le esportazioni verso la Norvegia e il Giappone sono cresciute in misura inferiore, con incrementi del 26 % e del 30 % nel 2016 rispetto al 2006, mentre non è cambiato in alcun modo il livello delle esportazioni dell'UE-28 verso la Russia nel periodo in esame.

Quanto alle importazioni, tra il 2006 e il 2016 l'UE-28 ha registrato una diminuzione del livello delle importazioni di merci dal Giappone (-15 %), dalla Russia (-17 %) e dalla Norvegia (-23 %); per gli ultimi due paesi queste variazioni riflettono, almeno parzialmente, le oscillazioni dei prezzi del petrolio e del gas. Gli aumenti più consistenti sono stati registrati per le importazioni dalla Cina (76 %), dall'India (74 %) e dalla Svizzera (70 %).

Gli Stati Uniti hanno continuato a rappresentare il mercato di sbocco di gran lunga più importante per le merci esportate dall'UE-28 nel 2016 (cfr. grafico 11), benché la quota delle esportazioni UE-28 dirette verso tale paese sia scesa dal 28,0 % del totale nel 2002 al 16,7 % nel 2013, prima di risalire al 20,8 % nel 2016. Nel 2016 la Cina ha rappresentato il secondo mercato di destinazione più importante per le esportazioni dell'UE-28 (9,7 % del totale UE-28), seguita dalla Svizzera (8,2 %). Nel 2015 la Turchia ha superato la Russia, diventando il quarto mercato di sbocco più importante per le esportazioni di merci dell'UE-28, e questa tendenza è proseguita nel 2016, anno in cui la Turchia ha registrato il 4,5 % delle esportazioni dell’UE-28. I sette maggiori mercati di destinazione in questa graduatoria (Stati Uniti, Cina, Svizzera, Turchia, Russia, Giappone e Norvegia) rappresentano complessivamente una quota superiore alla metà (53,4 %) di tutte le esportazioni di merci dell'UE-28.

I sette maggiori fornitori delle merci importate nell'UE-28 sono gli stessi paesi che rappresentano i sette principali mercati di sbocco per le esportazioni dell'UE-28, sebbene in un ordine leggermente diverso (cfr. grafici 11 e 12). Questi sette paesi registrano una quota delle importazioni nell'UE-28 maggiore rispetto a quella delle esportazioni dell'UE-28: poco più dei tre quinti (60,2 %) di tutte le merci importate nell'UE-28 provengono da tali sette Stati. Nel 2016 la Cina è stata il paese di origine di oltre un quinto (20,2 %) di tutte le importazioni verso l'UE-28, oltre ad essere il maggior fornitore di merci importate nell'UE-28. La quota di merci importate nell'UE-28 provenienti dagli Stati Uniti (14,5 %) è stata inferiore di circa 6 punti percentuali a quella della Cina, mentre le quote relative alla Svizzera (7,1 %) e alla Russia (7,0 %), al terzo e quarto posto tra i maggiori fornitori di merci per l'UE-28, sono state inferiori di altri 7 punti percentuali. La Turchia è stata il quinto maggior fornitore di merci importate nell'UE-28, seguita da vicino da Giappone e Norvegia.

Analisi dei principali gruppi di prodotti

Tra il 2011 e il 2016, il valore delle esportazioni extra UE dell'UE-28 è aumentato per la maggior parte dei gruppi di prodotti riportati nel grafico 13, con due eccezioni: le esportazioni di materie prime (scese complessivamente del 5,1 %) e le esportazioni di combustibili minerali e di lubrificanti (diminuite del 26,0 %). Il più elevato tasso di crescita delle esportazioni è stato rilevato per i prodotti alimentari, le bevande e il tabacco, con un aumento del 31,0 %; un incremento relativamente rapido è stato inoltre registrato dalle esportazioni di prodotti chimici e prodotti connessi (del 23,1 %). Anche i tassi di crescita per macchinari e attrezzature per il trasporto e per altri manufatti sono a due cifre.

Quanto alle importazioni, tra il 2011 e il 2016 è stata rilevata una tendenza analoga rappresentata da una riduzione complessiva e relativamente ampia del livello delle importazioni extra UE di materie prime (-20,2 %) e di combustibili minerali e lubrificanti (-46,6 %); occorre evidenziare che alcune perdite possono essere attribuite a variazioni di prezzo e/o a fluttuazioni dei tassi di cambio, considerato il fatto che il prezzo di molte delle materie prime e del petrolio è stabilito sui mercati globali in dollari statunitensi. Per contro, tra il 2011 e il 2016 le importazioni di macchinari e attrezzature per il trasporto sono salite complessivamente del 24,9 %; tassi di crescita relativamente elevati sono stati registrati anche per i prodotti alimentari, le bevande e il tabacco (19,1 %) e per i prodotti chimici e prodotti connessi (18,9 %).

Il surplus commerciale negli scambi di merci extra UE dell'UE-28, valutato in 37,7 miliardi di euro nel 2016, è riconducibile a un saldo commerciale positivo per macchinari e attrezzature per il trasporto, che ammontava a 193,1 miliardi di euro, e per i prodotti chimici e i prodotti connessi (129,1 miliardi di euro). Tra il 2011 e il 2016 l'UE-28 ha registrato un aumento del surplus commerciale per i prodotti chimici e i prodotti connessi, mentre il surplus relativo ai macchinari e alle attrezzature per il trasporto si è in qualche misura ridotto. Per quanto riguarda i prodotti alimentari, le bevande e il tabacco, l'UE-28 è passata da un disavanzo contenuto nel 2011 ad un surplus commerciale leggermente superiore nel 2016. Nel 2016 il maggior disavanzo è stato osservato per i combustibili minerali e i lubrificanti, le cui importazioni hanno superato le esportazioni di 190,0 miliardi di euro. Nel periodo compreso tra il 2011 e il 2016 il disavanzo dell'UE-28 per i combustibili minerali e i lubrificanti e per le materie prime si è notevolmente ridotto, registrando per i primi un disavanzo che, durante questi cinque anni, si è più che dimezzato. Per contro, il disavanzo dell'UE-28 per gli altri manufatti è aumentato fino a raggiungere 53,5 miliardi di euro nel 2016, con un incremento del 3,5 % rispetto al 2011.

Tra il 2011 e il 2016 la struttura delle esportazioni di merci dell'UE-28 è cambiata soprattutto per i gruppi minori di prodotti (cfr. grafico 14). In questi anni la quota dei prodotti alimentari, delle bevande e del tabacco è aumentata dal 5,7 % al 6,6 % mentre quella dei combustibili minerali e dei lubrificanti è scesa dal 6,4 % al 4,2 %.

La variazione maggiore prodottasi tra il 2011 e il 2016 nella struttura delle importazioni dell'UE-28 ha riguardato i combustibili minerali e i lubrificanti, la cui quota è scesa dal 28,6 % al 15,5 % (cfr. grafico 15). Per contro, nello stesso periodo la quota degli altri manufatti è aumentata dal 23,3 % al 26,3 %, mentre quella dei macchinari e delle attrezzature per il trasporto è salita dal 25,6 % al 32,3 %.

Il grafico 16 mette a confronto la struttura delle importazioni con quella delle esportazioni dell'UE-28 nel 2016: va considerato che il livello generale delle esportazioni è stato superiore del 2,2 % rispetto al livello delle importazioni. La differenza più evidente riguarda la quota di combustibili minerali e lubrificanti, 3,6 volte più alta per le importazioni rispetto alle esportazioni. Questo dato statistico è stato controbilanciato dalle quote più basse registrate per le importazioni di macchinari e attrezzature per il trasporto e di prodotti chimici e prodotti connessi.

Fonti e disponibilità dei dati

Le statistiche sugli scambi internazionali di merci misurano il valore e la quantità di beni scambiati tra gli Stati membri dell'UE (commercio intra UE) e di beni scambiati tra gli Stati membri dell'UE e i paesi terzi (commercio extra UE). Tali statistiche costituiscono la fonte ufficiale di informazioni sulle importazioni, sulle esportazioni e sul saldo commerciale dell'UE, dei suoi Stati membri e dell'area dell'euro.

Le statistiche sono pubblicate per ciascun paese dichiarante con riferimento a ciascun paese partner, per varie classificazioni merceologiche. Una delle classificazioni dei prodotti più comunemente utilizzate è la classificazione tipo per il commercio internazionale (CTCI Rev. 4) delle Nazioni Unite (ONU), che permette di effettuare un confronto delle statistiche del commercio internazionale su base mondiale.

Nelle statistiche sugli scambi extra UE i dati forniti per l'UE-28 considerano tale entità come un unico blocco commerciale: i dati indicati per le esportazioni si riferiscono cioè solo alle esportazioni destinate al resto del mondo dell'UE-28 nel suo insieme, mentre le importazioni extra UE si riferiscono alle importazioni nell'UE-28 dal resto del mondo (paesi terzi). Per contro, nel presentare i dati per singoli Stati membri dell'UE, i flussi di scambi internazionali sono generalmente presentati in termini di flussi di commercio internazionale (compresi i partner intra UE ed extra UE). Le statistiche sugli scambi tra gli Stati membri dell'UE (commercio intra UE) riguardano gli arrivi e le spedizioni di merci registrati da ciascuno Stato membro.

I valori statistici degli scambi extra UE e intra UE sono registrati al valore FOB (free-on-board = franco a bordo) per le esportazioni/spedizioni e al valore CIF (cost, insurance and freight = costo, assicurazione e nolo per le importazioni/gli arrivi. I valori indicati comprendono soltanto i costi sussidiari (nolo e assicurazione) che si riferiscono, per le esportazioni/spedizioni, al trasferimento all'interno del territorio dello Stato membro dal quale le merci sono esportate/spedite e, per le importazioni/gli arrivi, al trasferimento al di fuori del territorio dello Stato membro nel quale le merci sono importate/arrivano.

I dati sull'UE provengono dalla banca dati Comext di Eurostat, la banca dati di riferimento per gli scambi internazionali di merci che consente di accedere non solo ai dati recenti e storici sugli Stati membri ma anche a statistiche riguardanti un numero considerevole di paesi terzi. Le statistiche dettagliate e aggregate sul commercio internazionale di merci diffuse tramite il sito web di Eurostat sono compilate a partire da Comext con cadenza mensile. La banca dati Comext è aggiornata su base quotidiana, pertanto i dati pubblicati sul sito web possono differire dai dati reperiti nella Comext (nel caso di revisioni recenti).

Contesto

Le statistiche sugli scambi internazionali di merci sono ampiamente utilizzate dai decisori a livello dell'UE, oltre che a livello nazionale e internazionale. Le imprese possono servirsi dei dati sugli scambi internazionali per effettuare ricerche di mercato e per definire la propria strategia commerciale. Le statistiche sugli scambi internazionali di merci sono utilizzate dalle istituzioni dell'UE anche in sede di preparazione di negoziati commerciali bilaterali e multilaterali, di definizione e di attuazione di politiche antidumping, di applicazione di politiche monetarie e macroeconomiche e di valutazione dei progressi del mercato unico o dell'integrazione delle economie europee.

Lo sviluppo degli scambi può offrire un'opportunità di crescita economica. L'UE si è dotata di una politica commerciale comune che prevede che la Commissione europea negozi gli accordi commerciali e rappresenti gli interessi dell'UE per conto dei suoi 28 Stati membri. La Commissione europea consulta gli Stati membri tramite un comitato consultivo che esamina l'intera gamma delle questioni di politica commerciale di interesse per l'UE, compresi gli strumenti unilaterali, bilaterali e multilaterali. La politica commerciale rappresenta pertanto una competenza esclusiva dell'UE: solo l'UE e non i singoli Stati membri possono legiferare in materia commerciale e stipulare accordi commerciali internazionali. Più recentemente tale ambito è stato esteso al di là degli scambi di merci, per comprendere gli scambi di servizi, la proprietà intellettuale e gli investimenti diretti all'estero (IDE).

A livello mondiale le problematiche degli scambi multilaterali sono affrontate sotto l'egida dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) (sito in inglese), con 164 membri (marzo 2017) e numerosi candidati in procinto di aderirvi. L'OMC fissa le norme globali per il commercio e costituisce un forum per i negoziati commerciali e la risoluzione delle controversie tra i suoi membri. La Commissione europea negozia con i suoi partner dell'OMC e ha partecipato all'ultimo round di negoziati multilaterali, noto come Doha Development Agenda (DDA). Essendo scaduti i termini per il raggiungimento di un accordo nel 2005 e nuovamente nel 2006, il ciclo di incontri di Doha si è interrotto nella riunione dell'OMC del luglio 2008. Nel dicembre 2013 sono stati compiuti progressi in alcuni settori grazie all'adozione, a Bali in Indonesia, di un pacchetto di accordi, riguardanti tra l'altro azioni per l'agevolazione degli scambi, un impegno per ridurre i sussidi alle esportazioni in agricoltura e altri problemi legati allo sviluppo, come la sicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo. In occasione della 10a Conferenza dei ministri dell'OMC, svoltasi a Nairobi nel dicembre 2015, è stato raggiunto un accordo su una serie di iniziative commerciali volte a favorire in particolare i membri più poveri dell'organizzazione, tra cui l'impegno ad abolire i sussidi alle esportazioni per i prodotti agricoli.

L'UE sta attualmente negoziando un accordo sul commercio e sugli investimenti con gli Stati Uniti, il partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP). Si auspica che gli accordi futuri offrano uno stimolo per la crescita economica in entrambe le regioni. Nel febbraio 2017 Il Parlamento europeo ha votato a favore dell'accordo economico e commerciale globale (CETA) tra l'UE e il Canada (l'accordo va ratificato dai parlamenti nazionali degli Stati membri dell'UE prima che possa entrare pienamente in vigore).

Schede correlate

Ulteriori informazioni di Eurostat

Visualizzazione dei dati

Tavole principali

International trade in goods - long-term indicators (t_ext_go_lti)
International trade in goods - short-term indicators (t_ext_go_sti)

Banca dati

International trade in goods - aggregated data (ext_go_agg)
International trade in goods - long-term indicators (ext_go_lti)
International trade in goods - short-term indicators (ext_go_sti)
International trade in goods - detailed data (detail)

Sezione specifica

Metodologia / Metadati

Fonte dei dati per le tavole e i grafici (MS Excel)

Altre informazioni — Quadro giuridico

  • Regolamento (CE) n. 471/2009, del 6 maggio 2009, relativo alle statistiche comunitarie del commercio estero con i paesi terzi
  • Regolamento (UE) n. 92/2010, del 2 febbraio 2010, che attua il regolamento (CE) n. 471/2009, per quanto riguarda lo scambio di dati tra le autorità doganali e le autorità statistiche nazionali, la compilazione delle statistiche e la valutazione della qualità
  • Regolamento (UE) n. 113/2010, del 9 febbraio 2010, che attua il regolamento (CE) n. 471/2009 , per quanto riguarda la copertura del commercio, la definizione dei dati, la compilazione di statistiche sul commercio secondo le caratteristiche delle imprese e secondo la valuta di fatturazione, e determinate merci o movimenti.
  • Regolamento (CE) n. 638/2004, del 31 marzo 2004, relativo alle statistiche comunitarie degli scambi di beni tra Stati membri e che abroga il regolamento (CEE) n. 3330/91 del Consiglio.
  • Regolamento (CE) n. 1982/2004 della Commissione, del 18 novembre 2004, che attua il regolamento (CE) n. 638/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle statistiche comunitarie degli scambi di beni tra Stati membri e abroga i regolamenti (CE) n. 1901/2000 e (CEE) n. 3590/92 della Commissione.

Link esterni