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Statistiche della criminalità

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Dati: agosto 2012. Dati più recenti: Ulteriori informazioni di Eurostat, tavole principali e banca dati.
Tavola 1 - Forze di polizia, 1999-2009 - Fonte: Eurostat (crim_plce), (demo_pjan) e (demo_r_d2jan), e Dipartimento degli Affari economici e sociali delle Nazioni Unite (World Population Prospects: the 2010 Revision)
Tavola 2 - Delitti denunciati alle forze di polizia, 1999-2009
(1 000) - Fonte: Eurostat (crim_gen)
Grafico 1 - Delitti denunciati alle forze di polizia, UE-27, 2005-2009 (1)
(2005=100) - Fonte: Eurostat (crim_gen)
Grafico 2 – Omicidi, media annua, 2007-2009
(per 100 000 abitanti) - Fonte: Eurostat (crim_gen), (demo_pjan) e (demo_r_d2jan), e Dipartimento degli Affari economici e sociali delle Nazioni Unite (World Population Prospects: the 2010 Revision)
Tavola 3 - Detenuti, 1999-2009 - Fonte: Eurostat (crim_pris), (demo_pjan) e (demo_r_d2jan), e Dipartimento degli Affari economici e sociali delle Nazioni Unite (World Population Prospects: the 2010 Revision)

Le statistiche dell'Unione europea (UE) attualmente disponibili sulla criminalità e sulla giustizia penale risentono delle differenze esistenti tra gli ordinamenti giuridici nell'UE. I raffronti tra gli Stati membri riguardo alle statistiche della criminalità dovrebbero essere limitati all'analisi delle tendenze nel tempo, evitando comparazioni dirette tra i livelli di criminalità dei paesi per un anno specifico: i dati possono essere infatti influenzati da numerosi fattori, quali differenti definizioni di tipologie di reati, la diversa efficienza della giustizia penale, criteri difformi di rilevazione dei delitti da parte delle forze di polizia. È probabile inoltre che una quota relativamente elevata di reati sfugga alla rilevazione. Sono stati avviati lavori per migliorare la comparabilità delle statistiche della criminalità tra gli Stati membri dell'UE.

Principali risultati statistici

Nel 2009 nell'UE-27 le forze di polizia contavano 1,7 milioni di effettivi, con un aumento complessivo del 2,7 % rispetto ai quattro anni precedenti (dal confronto sono esclusi Belgio e Bulgaria) (cfr. tavola 1). Il numero delle forze di polizia nazionali ha subito cambiamenti molto rapidi nel periodo tra il 1999 e il 2009: in ciascuno degli Stati membri baltici e nell'Irlanda del Nord gli effettivi sono diminuiti in misura superiore al 10 %. Se contrazioni più contenute si sono registrate in Romania, Germania, Repubblica ceca e Austria, in tutti gli altri Stati membri, per contro, gli organici delle forze di polizia sono cresciuti.

Una base per un confronto tra il numero delle forze di polizia può essere fornita dall'analisi del numero di agenti per 100 000 abitanti. In media, nel 2009 gli uomini preposti alla sicurezza nell'UE-27 erano 338 per 100 000 abitanti. In questa classifica Cipro si colloca al primo posto tra gli Stati membri, con un rapporto quasi doppio rispetto alla media (672 agenti per 100 000 abitanti), seguito dalla Spagna (506). All'altra estremità della scala, il numero meno elevato di forze di polizia per 100 000 abitanti si registra in Finlandia (156), Danimarca (197) e Svezia (207).

Le forze di polizia hanno registrato circa 28 milioni di delitti nell'UE-27 nel 2009 (cfr. tavola 2). Dal 2000 in poi, il numero di delitti denunciati nell'UE-27 ha raggiunto il livello massimo nel 2002 e nel 2003, per poi scendere ogni anno fino al 2009. Riduzioni superiori al 10 % tra il 2003 e il 2009 sono state rilevate a Malta, nel Regno Unito, in Polonia, Grecia e Francia.

Il grafico 1 illustra l'andamento del numero di denunce di una serie di delitti nell'UE-27 tra il 2005 e il 2009: il calo più sostanzioso del numero di delitti denunciati in questo periodo ha riguardato i furti di veicoli (-26 %), con riduzioni consistenti anche del numero di omicidi e di rapine. Per contro si è registrato un leggero incremento del numero di furti in appartamento (3 %) e dei reati legati al traffico di stupefacenti (1 %).

Il grafico 2 presenta un'analisi più dettagliata del numero di omicidi rilevati dalle forze di polizia negli Stati membri: i dati corrispondono a una media nel periodo 2007-2009. In tutta l'UE-27 si sono registrati 1,3 omicidi per 100 000 abitanti, da un massimo di 8,3 in Lituania (6,1 nella vicina Estonia) a un dato inferiore a 1 in Spagna, Germania, Slovenia e Austria.

Il numero di detenuti comprende la popolazione carceraria di qualunque tipo di istituto di pena, per adulti e per minorenni e di custodia cautelare, ma esclude le persone rinchiuse per motivi amministrativi come quelle in attesa di riconoscimento del loro status migratorio. Nel 2009, nell'UE-27 i detenuti erano più di 630 000, pari a circa 127 detenuti per 100 000 abitanti. I tassi più elevati di detenzione (più di 200 detenuti per 100 000 abitanti) si riscontrano negli Stati membri baltici e in Polonia. All'altra estremità della scala, i paesi nordici quali Danimarca, Finlandia e Svezia (nonché Islanda e Norvegia tra i paesi non membri) registravano meno di 80 detenuti per 100 000 abitanti nel 2009, così come paesi quali Slovenia e Irlanda, oppure la Svizzera (cfr. tavola 3).

Fonti e disponibilità dei dati

Eurostat pubblica dati statistici dal 1950 in poi sul numero complessivo di reati denunciati e dal 1993 in poi su determinate categorie di delitti. La sua banca dati comprende statistiche anche sul numero di detenuti dal 1987 in poi e sul numero di forze di polizia a partire dal 1993.

I dati per il Regno Unito sono registrati per singolo ordinamento giuridico: Inghilterra e Galles, Scozia, Irlanda del Nord.

In generale i raffronti dovrebbero essere operati con riferimento a linee di tendenza anziché a livelli, ipotizzando che le caratteristiche dei sistemi di registrazione all'interno di un paese restino costanti nel tempo. In realtà, numerose sono le interruzioni della continuità delle serie temporali così come le modifiche metodologiche e delle definizioni.

I raffronti tra paesi in merito alle statistiche della criminalità possono essere influenzati da numerosi fattori, tra i quali:

  • sistemi giuridici e ordinamenti giudiziari penali difformi;
  • percentuale di reati denunciati alla polizia e da questa registrati;
  • differente momento di rilevazione dei fatti delittuosi (ad esempio, al momento della denuncia alla polizia, dell'identificazione di un sospetto, ecc.);
  • criteri differenti di rilevazione dei delitti multipli;
  • differente tipologia dei delitti inclusi nei dati globali.

Ogni analisi dei dati presentati deve essere pertanto improntata a una estrema cautela.

Anche i dati sul numero di detenuti possono essere influenzati da numerosi fattori:

  • il numero di sentenze pronunciate dai tribunali;
  • la percentuale di condannati cui è stata inflitta una pena detentiva;
  • la durata delle pene detentive;
  • il numero degli imputati in custodia preventiva;
  • la data alla quale è stata effettuata l'indagine (in particolare allorché sono applicati provvedimenti di amnistia o di indulto).

La popolazione carceraria dovrebbe essere misurata come il numero totale di adulti e minori detenuti (compresi i detenuti in attesa di giudizio) alla data del 1° settembre di ogni anno. I dati comprendono i detenuti in istituti penitenziari, carceri minorili, istituti per tossicodipendenti e ospedali psichiatrici o di altro tipo.

I primi passi in direzione di un sistema più comparabile di statistiche della criminalità e della giustizia penale sono stati delineati nella comunicazione della Commissione europea dal titolo ‘Elaborazione di una coerente strategia globale per la misurazione della criminalità e della giustizia penale: piano d'azione dell'UE per il 2006-2010’ (COM(2006) 437 definitivo). Nel breve periodo il suo obiettivo era la rilevazione dei dati nazionali e la valutazione della loro qualità. Tuttavia l'obiettivo a più lungo termine della direzione generale degli Affari interni della Commissione europea consiste nell'elaborare, in stretta collaborazione con Eurostat, una metodologia armonizzata che serva da base per la rilevazione di statistiche a livello UE e che consenta raffronti tra la struttura e le tendenze della criminalità tra gli Stati membri. Tale impegno continua nel quadro del programma di Stoccolma del 2009 ‘Un'Europa aperta e sicura al servizio e a tutela dei cittadini’.

Contesto

La progressiva soppressione dei controlli alle frontiere nell'UE, se ha notevolmente agevolato la libera circolazione dei cittadini europei, può aver reso più facile anche la perpetrazione di attività criminose, in particolare grazie al fatto che l'azione delle autorità giudiziarie e delle autorità di polizia è circoscritta al territorio compreso entro le frontiere nazionali.

Fin dall'adozione del trattato di Amsterdam l'UE si è posta come obiettivo la creazione di un'area comune di libertà, sicurezza e giustizia. Tale obiettivo è stato ulteriormente precisato nel 2004 dal programma dell'Aia che ha definito dieci priorità: rafforzamento dei diritti fondamentali e della cittadinanza; lotta contro il terrorismo; definizione di un'impostazione equilibrata in tema di immigrazione; definizione di una gestione integrata delle frontiere esterne dell'Unione; instaurazione di una procedura comune d'asilo; massimizzazione delle ricadute positive dell'immigrazione; ricerca di un giusto equilibrio fra tutela della vita privata e sicurezza in sede di scambio di informazioni; elaborazione di un'impostazione strategica in tema di criminalità organizzata; realizzazione di uno spazio europeo effettivo di giustizia; condivisione delle responsabilità e degli interventi di solidarietà.

Nel quadro dei lavori volti ad armonizzare e a sviluppare le statistiche della criminalità e della giustizia penale, gli Stati membri dell'UE hanno deciso di uniformare le definizioni di delitti e i livelli di sanzione di alcuni di questi. Inoltre, il riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie nazionali è destinato a costituire la base della cooperazione giudiziaria in ambito penale insieme con lo sviluppo di una serie di strumenti atti ad agevolare la collaborazione pratica transnazionale.

Quanto alla cooperazione tra le forze di polizia, l'UE è impegnata a garantire alle competenti autorità in ciascuno degli Stati membri l'accesso a informazioni in merito ad esempio a DNA, impronte digitali e immatricolazione di veicoli o a basi di dati sull'immigrazione e a migliorare la cooperazione di polizia all'interno di un quadro comune per la tutela dei dati personali. L'accesso alle informazioni è oggetto di varie normative tra le quali la direttiva 2006/24/CE riguardante la conservazione di dati, la decisione quadro 2006/960/GAI su iniziativa della Svezia, la decisione 2008/615/GAI del Consiglio (trattato di Prüm) e il regolamento (CE) n. 767/2008 concernente il sistema di informazione visti (VIS) e lo scambio di dati tra Stati membri.

La cooperazione tra forze di polizia è stata incoraggiata da varie normative, quali la decisione quadro 2002/465/GAI relativa alle squadre investigative comuni e la decisione 2008/617/GAI del Consiglio relativa al miglioramento della cooperazione tra le unità speciali d'intervento, mentre varie organizzazioni sono state create al fine di promuovere la cooperazione tra le autorità di polizia. Tra queste l'Accademia europea di polizia (CEPOL), l'Ufficio di polizia europeo (Europol) o l'Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea (Frontex). Inoltre l'UE sostiene numerosi progetti nazionali e multinazionali tramite iniziative quali il programma 'Prevenzione e lotta contro la criminalità' (decisione del Consiglio 2007/125/GAI).

Ulteriori informazioni da Eurostat

Pubblicazioni

Banca dati

Crimes recorded by the police (crim_gen)
Crimes recorded by the police: homicide in cities (crim_hom_city)
Crimes recorded by the police: historical data (total crime) 1950-2000 (crim_hist)
Police officers (crim_plce)
Prison population (crim_pris)
Prison population: historical data 1987-2000 (crim_pris_hist)

Sezione speciale

Metodologia / Metadati

Fonte dei dati per le tavole e i grafici (MS Excel)

Altre informazioni

Collegamenti esterni

Voci correlate