Panorama

La politica di coesione migliora la vita dei cittadini europei: l’ottavo Forum sulla coesione verrà inaugurato a Bruxelles

  • 09 Mar 2022
Intervista a Elisa Ferreira, Commissaria europea per la coesione e le riforme: cosa aspettarsi dall’ottavo Forum sulla coesione.

Signora Commissaria, sarà Lei a inaugurare la prossima settimana l’ottavo Forum sulla coesione. Cosa si aspetta da questo evento?

Sono orgogliosa di ospitare questo evento faro per la politica di coesione. Accolgo con piacere le numerose figure politiche chiave che parteciperanno a Bruxelles e online, nonché le parti interessate della politica di coesione con cui collaboriamo per rendere l’Europa un luogo migliore in cui vivere, più inclusivo, competitivo e resiliente.

Mi aspetto discussioni proficue sulle sfide che abbiamo affrontato in questi ultimi tempi e per le quali la politica di coesione ha rappresentato un elemento chiave della risposta europea. La politica di coesione ha fornito un sostegno decisivo per attutire l’impatto della pandemia di coronavirus e rappresenta uno dei motori per una ripresa di successo.

Ha altresì reagito rapidamente all’aggressione militare russa mediante adattamenti mirati che consentono agli Stati membri e alle regioni in prima linea di sostenere meglio la popolazione ucraina e tutte le persone colpite dal conflitto.

Ciò dimostra ancora una volta la capacità della politica di coesione di rispondere in modo flessibile a eventi e crisi imprevedibili che caratterizzano il mondo moderno, ora più che mai. Al contempo, non dovremmo dimenticare l’obiettivo principale della politica di coesione: la riduzione delle disparità e la trasformazione a lungo termine. Pertanto, ed è altrettanto importante, spero di poter intrattenere scambi utili in merito alla fruizione migliore dei programmi per il periodo 2021-2027 in tutta l’Unione europea: stiamo investendo 392 miliardi di EUR in programmi nazionali e regionali per promuovere la crescita, l’occupazione, la duplice transizione ecologica e digitale, l’integrazione sociale e una cooperazione migliore.

 

Potrebbe rivelarci qualche dettaglio in più riguardo ai partecipanti e agli argomenti principali che verranno trattati?

Siamo onorati di ospitare relatori di spicco al Forum: ciò dimostra ancora una volta l’importanza rivestita dalla politica di coesione nel forgiare il futuro dell’Unione europea. Mario Monti, ex membro della Commissione europea ed ex Primo Ministro italiano, terrà il discorso d’apertura.

Il primo giorno, ovvero il 17 marzo, tratteremo la coesione e la ripresa, seguite da tre sessioni riguardanti un’Europa più sociale e inclusiva, più vicina ai suoi cittadini e specializzata in modo intelligente. Tali sessioni saranno presiedute dai presidenti dell’EMPL del Parlamento europeo e delle commissioni REGI e ITRE. [Il Presidente Emmanuel Macron a nome della Presidenza francese del Consiglio], la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola si esprimeranno in sessione plenaria il 18 marzo, seguiti da due relatori principali d’eccezione: il professor Joseph Stiglitz, vincitore di un Premio Nobel, e la professoressa Carlota Perez, esperta mondiale in materia di impatto sociale ed economico dei cambiamenti tecnologici.

Il vicepresidente esecutivo della Commissione Frans Timmermans e la Commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani Mariya Gabriel presiederanno i panel dedicati rispettivamente alla transizione ecologica e alla transizione digitale.

Presenzieranno molti altri partecipanti. Il Forum riunirà circa 2 000 rappresentanti delle istituzioni dell’UE, autorità a livello nazionale, regionale e locale di tutti gli Stati membri, partner sociali ed economici, organizzazioni non governative e rappresentanti del mondo accademico. L’evento si terrà in formato ibrido (sia online sia in loco), consentendo dunque un livello di partecipazione senza precedenti.

 

Le discussioni nell’ambito dell’ottavo Forum sulla coesione seguono la pubblicazione a febbraio 2022 dell’ottava relazione sulla coesione. Quali tematiche vengono trattate di preciso nella relazione?

Ogni tre anni, in conformità alle disposizioni del Trattato, la Commissione pubblica una relazione sulla coesione che fornisce un quadro completo dello stato di coesione sociale, economica e territoriale nell’Unione europea. Si serve di un’ampia gamma di indicatori, quali la prosperità, l’occupazione, il livello d’istruzione, l’accessibilità e la governance. La relazione sulla coesione offre un quadro sugli sviluppi degli ultimi anni ed evidenzia i divari esistenti e gli ambiti di miglioramento per gli anni a venire; analizza le modalità di evoluzione delle disparità regionali registrate negli ultimi anni, nonché gli investimenti pubblici derivanti dalle politiche nazionali. Infine, ma non per questo meno importante, la relazione è incentrata sul nesso esistente tra la coesione e le altre politiche dell’UE: la politica agricola comune, Orizzonte Europa e il Meccanismo per collegare l’Europa.

 

Potrebbe illustrarci le scoperte principali dell’ottava relazione sulla coesione?

L’ultima edizione dimostra come la politica di coesione abbia contribuito a ridurre le disparità territoriali e sociali tra le regioni dell’UE. Grazie ai fondi di coesione, il PIL pro capite delle regioni meno sviluppate dovrebbe aumentare fino al 5 % entro il 2023. I medesimi investimenti hanno inoltre sostenuto una riduzione del 3,5 % del divario esistente tra il PIL pro capite del 10 % delle regioni dell’UE meno sviluppate e del 10 % di quelle più sviluppate.

La relazione mostra come alcune regioni risultino prigioniere di una «trappola legata allo sviluppo» e come sia necessario compiere maggiori sforzi per evitare l’aggravarsi di vecchi o nuovi divari. La relazione dimostra inoltre che, grazie alla sua flessibilità, la politica di coesione ha fornito un sostegno particolarmente rapido e necessario agli Stati membri, alle autorità regionali e locali ritrovatisi nel bel mezzo di rallentamenti economici e delle peggiori crisi degli ultimi tempi.

 

Immagino si riferisca in questo caso all’impatto della COVID-19 sulle regioni d’Europa, è corretto?

Esatto, la relazione indica chiaramente come la pandemia abbia comportato la maggiore recessione economica del dopoguerra. A ogni modo, la distribuzione di tali ripercussioni economiche è stata ineguale: per esempio, le regioni fortemente dipendenti dal turismo sono state colpite in misura maggiore (alcune di queste hanno registrato infatti un calo del numero di turisti pari al 90 %). Anche le regioni frontaliere hanno sofferto più di altre, poiché le svariate chiusure delle frontiere, verificatesi nel corso degli ultimi due anni, hanno inciso sul traffico, sul pendolarismo e sui servizi transfrontalieri. Infine, e non è sorprendente, le regioni più povere con sistemi sanitari meno sviluppati hanno pagato un prezzo elevato. L’Unione europea è stata in grado di intervenire rapidamente e ridurre la pressione. Abbiamo fornito un finanziamento aggiuntivo tramite i pacchetti CRII e ulteriori 50,6 miliardi di EUR mediante il REACT-EU. Abbiamo realizzato misure di risposta alla crisi: sostegno alle imprese, ai lavoratori e ai sistemi sanitari che possono beneficiare della politica di coesione. Abbiamo inoltre adottato norme di coesione con una flessibilità senza precedenti, compresi tassi di cofinanziamento al 100 %. Ora è importante garantire una ripresa giusta ed equilibrata.

 

Dunque, come possiamo procedere dai dati e dall’analisi all’azione?

La relazione individua le maggiori sfide all’orizzonte: gestire le transizioni (digitale ed ecologica) e i cambiamenti demografici. Si consideri per esempio la questione demografica: nel 2040, la metà delle europee e degli europei vivrà in una regione in cui si assisterà a un calo demografico. La politica di coesione deve investire nell’adattamento dei propri servizi pubblici e della propria economia alla presente realtà d’invecchiamento della popolazione. Dobbiamo attingere ad altri ambiti della forza lavoro, continuare a riformare gli schemi pensionistici nazionali e investire maggiormente nell’istruzione e nell’innovazione.

La relazione è stata pubblicata in un momento anteriore allo scoppio delle tensioni di sicurezza alle nostre frontiere orientali. Le ripercussioni economiche e sociali dell’aggressione russa in Ucraina restano ancora sconosciute. Si tratta di una questione che dovremo monitorare e affrontare con l’evolversi della situazione. Dobbiamo lavorare insieme, evolverci insieme e adattarci insieme per reagire alle sfide attuali e future.

La relazione sottolinea altresì il fatto che a occuparsi della promozione della coesione e della convergenza non può essere la sola politica di coesione. Dobbiamo assicurarci che le altre politiche e i relativi attori tengano conto della dimensione territoriale. Queste sono alcune delle riflessioni che spero di avviare al Forum sulla coesione e oltre, nonché durante gli scambi con tutte le parti interessate della coesione pertinenti. Sintonizzati sulla diretta il 17 marzo e unisciti alla discussione su Twitter sotto l’hashtag #CohesionForum.

La politica di coesione migliora la vita dei cittadini europei: l’ottavo Forum sulla coesione verrà inaugurato a Bruxelles