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Domande e risposte

Mani intrecciate sulle quali è dipinta in azzurro la sagoma dell’Europa.Perché l'Europa ha bisogno del trattato di Lisbona?

L'Unione europea deve modernizzarsi ed avviare una profonda riforma per sfruttare appieno le proprie potenzialità. L'attuale Unione a 27 Stati membri funziona secondo regole stabilite per 15 paesi. Nell'ultimo decennio l'Unione europea ha cercato di ottimizzare gli strumenti a sua disposizione e di rafforzare la propria capacità d'intervento.

Al tempo stesso gli Stati membri dell'UE sono chiamati a collaborare in modo crescente su temi che interessano tutti noi, come i cambiamenti climatici, la sicurezza energetica e il terrorismo internazionale. Con l'allargamento dell'UE e l'evoluzione delle sue responsabilità, risulta opportuno procedere ad una revisione del suo funzionamento. Gli indispensabili miglioramenti previsti dal trattato doteranno l'UE degli strumenti necessari per affrontare le sfide del mondo di oggi.

Il trattato risponde a tre esigenze fondamentali: migliorare l'efficacia del processo decisionale; accrescere la partecipazione democratica potenziando il ruolo del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali; migliorare la coerenza dell'azione dell'UE sulla scena internazionale. Ciò al fine di rafforzare la capacità dell'Europa di promuovere quotidianamente gli interessi dei suoi cittadini.

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Coppia che cammina tra la follaChe cosa cambia per i cittadini?

Il trattato di Lisbona cerca di rafforzare la capacità operativa dell'Unione europea migliorando la coerenza delle azioni condotte al suo esterno, ampliando la gamma delle politiche interne, aumentandone l'efficacia in termini di risultati e conquiste per i cittadini e dotandola di istituzioni moderne, capaci di operare in un'Unione a 27.

L'Unione europea potrà inoltre parlare con una voce più forte e coerente sulla scena internazionale grazie alla nomina di un alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che fungerà anche da vicepresidente della Commissione e potrà contare su un servizio europeo per l'azione esterna. Il trattato offrirà anche un'assistenza diplomatica e consolare più concreta ai cittadini che si recano in paesi terzi.

Il trattato di Lisbona risponde alle preoccupazioni espresse dai cittadini europei. Ad esempio, tiene pienamente conto dell'impegno politico di affrontare le due sfide indissociabili del cambiamento del clima e della sicurezza energetica. Per la prima volta i trattati contengono una sezione dedicata all'energia che assegna alla politica condotta in questo campo obiettivi concreti: garantire il corretto funzionamento del mercato energetico, in particolare l'approvvigionamento energetico e la promozione dell'efficienza energetica e del risparmio di energia, e incoraggiare lo sviluppo delle fonti energetiche nuove e rinnovabili.

Tra le altre novità, il trattato consente di affrontare gli aspetti transfrontalieri della salute pubblica e della protezione civile, come pure di sostenere le attività sportive transfrontaliere. Il trattato di Lisbona pone la libertà, la giustizia e la sicurezza al centro delle sue priorità. L'Unione europea sarà meglio attrezzata per combattere le organizzazioni criminali che favoriscono l'immigrazione clandestina, per sostenere e promuovere le azioni nel campo della prevenzione della criminalità e per contrastare il terrorismo attraverso il congelamento dei proventi di attività illecite. Il trattato di Lisbona conferma anche l'impegno dell'UE di elaborare una politica comune per l'immigrazione. Il trattato conterrà infine una "clausola di solidarietà", secondo la quale l'Unione e gli Stati membri sono tenuti ad agire di concerto, in uno spirito di solidarietà, se un paese europeo è colpito da un attacco terroristico, oppure vittima di una calamità naturale o ad opera dell'uomo.

Queste nuove disposizioni consentiranno all'Unione europea di attuare in maniera più efficace le sue politiche intese a garantire la crescita economica e la competitività, migliorare l'occupazione e le condizioni sociali, rafforzare la sicurezza personale e collettiva, tutelare l'ambiente, offrire migliori condizioni di salute, sviluppare la coesione e la solidarietà tra gli Stati membri, nonché il progresso scientifico e tecnologico, e infine migliorare la propria capacità d'intervento sulla scena internazionale.

Il trattato di Lisbona introduce anche un sistema istituzionale stabile che consente di adottare le decisioni in modo più veloce e trasparente, con un migliore controllo democratico e un maggiore rispetto per le decisioni adottate al livello appropriato. I cittadini comprenderanno meglio chi è responsabile di cosa e le motivazioni di un eventuale intervento da parte dell'Unione europea.

Per la prima volta un milione di cittadini avranno la possibilità di invitare la Commissione a presentare un'iniziativa di loro interesse in un settore di competenza dell'UE.

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Sessione plenaria nell’emiciclo del Parlamento europeo.I parlamenti nazionali potranno intervenire maggiormente negli affari europei?

Sì, per la prima volta i parlamenti nazionali vengono considerati parte integrante della vita democratica dell'Unione europea. Appositi provvedimenti consentiranno ai parlamenti nazionali di partecipare attivamente ai lavori dell'UE.

In particolare, i parlamenti nazionali fungeranno da custodi del principio di sussidiarietà, secondo cui ogni decisione va presa al livello più vicino ai cittadini, con un controllo costante sull'opportunità di procedere a livello comunitario, tenuto conto delle possibilità offerte a livello nazionale, regionale o locale. I parlamenti nazionali avranno il potere di intervenire nella fase iniziale dell'iter legislativo europeo, prima che una proposta venga esaminata in dettaglio dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei ministri.

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Due persone che comunicano con un telefono fabbricato con due lattine unite da un filo.I cittadini avranno la possibilità di presentare iniziative alle istituzioni europee?

Sì, il trattato di Lisbona prevede l’introduzione di un diritto d'iniziativa per i cittadini europei. Secondo questa nuova disposizione di democrazia partecipativa, un milione di cittadini provenienti da un numero significativo di Stati membri possono prendere l'iniziativa di invitare la Commissione a presentare una proposta su questioni per le quali reputano necessario un atto giuridico dell'Unione ai fini dell'attuazione del trattato di Lisbona. I dettagli della procedura saranno definiti con un'apposita normativa.

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Giovani donne che gridano in un megafono.Il trattato di Lisbona rende il processo decisionale più democratico?

Sì, il trattato di Lisbona aumenta il numero degli ambiti politici in cui il Parlamento europeo, direttamente eletto dai cittadini, sarà chiamato ad approvare la legislazione europea insieme al Consiglio, composto dai ministri nazionali (la cosiddetta "procedura di codecisione").

Il trattato di Lisbona rafforza il controllo democratico dell'Unione europea riconoscendo un ruolo più importante sia al Parlamento europeo che ai parlamenti nazionali.

Il trattato prevede una più chiara ripartizione dei poteri tra l'Unione europea e gli Stati membri, consentendo ai cittadini di capire meglio "chi fa cosa".

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Tavola rotonda con al centro le bandiere dell’UE e degli Stati membri.Qual è il sistema di voto al Consiglio dei ministri?

Il sistema di voto normale al Consiglio dei ministri sarà quello a maggioranza qualificata. Tale sistema si basa sul principio della doppia maggioranza. Le decisioni del Consiglio avranno bisogno del sostegno del 55% degli Stati membri (attualmente 15 dei 27 paesi europei) che rappresentino almeno il 65% della popolazione dell'UE. Per evitare che le decisioni vengano bloccate da un numero ristretto di paesi molto popolosi, la minoranza che si oppone ad un provvedimento deve essere composta da almeno quattro Stati membri, altrimenti la maggioranza qualificata viene considerata raggiunta anche qualora il criterio della popolazione non sia stato rispettato.

Il Consiglio europeo ha convenuto che il nuovo sistema entri in vigore nel 2014. Nei primi tre anni, cioè fino al 2017, uno Stato membro potrà richiedere che un atto venga adottato secondo il sistema di maggioranza qualificata previsto dall'attuale trattato di Nizza.

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Tabellone elettronico con i risultati di una votazione.Ci saranno più decisioni adottate con voto a maggioranza qualificata?

Sì, il trattato di Lisbona estenderà il voto a maggioranza qualificata a nuovi ambiti politici. L'Unione europea ha tutto l'interesse ad adottare un processo decisionale più snello, anche su questioni quali i cambiamenti climatici, la sicurezza energetica e gli aiuti umanitari di emergenza nei vari punti caldi del mondo. Tra le altre novità figurano il diritto d'iniziativa dei cittadini, la protezione diplomatica e consolare e le questioni procedurali. L'unanimità sarà invece mantenuta in determinati settori, quali la politica fiscale, la politica estera, la difesa e la sicurezza sociale.

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Puzzle rappresentante la bandiera dell’UE.Quali sono le principali modifiche istituzionali introdotte dal trattato?

A differenza dei trattati vigenti, il trattato di Lisbona permette che ciascuno Stato membro continui ad avere un proprio commissario. I leader dell'Unione europea si sono impegnati a prendere una decisione in tal senso una volta che il trattato sarà entrato in vigore.

Il Parlamento europeo non avrà più di 751 membri. Per ogni paese il numero dei rappresentanti varierà da un massimo di 96 ad un minimo di 6.

È stata inoltre creata una nuova figura permanente, vale a dire il presidente del Consiglio europeo, che sarà nominato dallo stesso Consiglio europeo per un periodo di due anni e mezzo per dare maggiore continuità e stabilità ai suoi lavori.

Il trattato introduce anche la figura dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza comune, che fungerà parimenti da vicepresidente della Commissione e sarà chiamato a presiedere il Consiglio "Affari esteri". Ciò permetterà di rafforzare la coerenza dell'azione esterna dell'UE e di elevarne il profilo sulla scena internazionale, consentendo di personificare e dare un volto all'Unione.

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Candela accesa sullo sfondo della bandiera dell’UE.In che modo la Carta dei diritti fondamentali potrà migliorare i diritti dei cittadini europei?

Il trattato di Lisbona rimanda alla Carta come vero e proprio catalogo dei diritti di cui tutti i cittadini dell'UE dovrebbero godere nei confronti delle istituzioni europee e delle garanzie vincolanti del diritto comunitario. I sei capitoli della Carta riguardano i seguenti aspetti: i diritti individuali connessi alla dignità dell'uomo; la libertà, l'uguaglianza, la solidarietà; i diritti legati alla cittadinanza e alla giustizia. Questi diritti sono derivati essenzialmente da altri strumenti internazionali, come la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, e vengono così giuridicamente integrati nell'Unione.

Le istituzioni europee sono tenute al rispetto dei diritti sanciti dalla Carta. Gli stessi obblighi incombono agli Stati membri quando attuano la legislazione dell'UE. La Corte di giustizia provvederà alla corretta applicazione della Carta.

L'inserimento di un riferimento alla Carta nel trattato non altera i poteri dell'Unione, ma offre maggiori diritti e libertà ai cittadini.

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Termostato fissato su un globo terrestre.Il trattato di Lisbona mantiene quanto l'UE ha conseguito nel campo della tutela dell'ambiente? Come si pone di fronte al cambiamento del clima?

Sì, assolutamente. Il trattato di Lisbona afferma che uno degli obiettivi dell'Unione è operare per uno sviluppo sostenibile dell'Europa sulla base, in particolare, di un elevato livello di tutela e del miglioramento della qualità dell’ambiente. Sebbene l'idea dello sviluppo sostenibile figuri anche negli attuali trattati, il trattato di Lisbona la rafforza e ne precisa la portata. Lo sviluppo sostenibile rientra anche tra gli obiettivi fondamentali dell'UE nelle sue relazioni con il resto del mondo.

L'ambiente è una delle sfere di competenza che l'Unione europea condivide con gli Stati membri. Quando l'UE interviene in questo campo deve contribuire al perseguimento di obiettivi chiari: preservare, tutelare e migliorare la qualità dell'ambiente; proteggere la salute; incoraggiare un uso prudente e razionale delle risorse naturali; promuovere misure a livello internazionale per affrontare problemi ambientali di portata regionale o mondiale.

I cambiamenti climatici costituiscono oggi una delle maggiori sfide ambientali, sociali ed economiche per l’umanità. Con il trattato di Lisbona, la lotta a livello internazionale contro i cambiamenti climatici diventa un obiettivo specifico della politica ambientale dell’UE. Il nuovo trattato aggiunge infatti all’elenco degli obiettivi di tale politica la partecipazione dell’Unione all’azione internazionale per combattere i cambiamenti climatici. In tal modo, viene riconosciuto chiaramente il ruolo di primo piano che l’UE può svolgere in questo campo sulla scena mondiale.

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Rilevamento delle impronte digitali.Quali miglioramenti sono previsti nel campo della giustizia e degli affari interni?

In materia di giustizia, libertà e sicurezza il trattato di Lisbona agevolerà l'azione a livello europeo mediante il ricorso, in quasi tutte le circostanze, al cosiddetto "metodo comunitario": un processo decisionale basato sul voto a maggioranza qualificata delle proposte presentate dalla Commissione, con un maggiore intervento del Parlamento europeo, un controllo democratico più importante da parte dei parlamenti nazionali e la vigilanza della Corte di giustizia. Disposizioni speciali si applicheranno alla Danimarca, all'Irlanda e al Regno Unito.

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Mappamondo con una mappa stilizzata dell’Europa.La voce dell'Europa sulla scena mondiale sarà più forte con il trattato di Lisbona?

Sì, sarebbe una delle principali novità. Il trattato di Lisbona stabilisce principi e obiettivi comuni per l'azione esterna dell'Unione: democrazia, Stato di diritto, universalità ed inscindibilità dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, rispetto della dignità umana e dei principi di uguaglianza e solidarietà.

La maggior parte delle disposizioni che negli attuali trattati disciplinano le relazioni esterne saranno riunite nel nuovo trattato sotto un unico titolo, al fine di agevolarne la comprensione e migliorare la coerenza dell'azione dell'UE.

Le attuali funzioni di alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune (PESC) saranno abbinate a quelle di vicepresidente della Commissione per creare una nuova figura istituzionale con un duplice incarico (alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza / vicepresidente della Commissione). Ciò rafforzerà la coerenza dell'azione esterna e consoliderà il profilo dell'UE nel mondo, consentendo di attribuirle un volto e di personificarla, nonché di promuovere progressivamente il cosiddetto "comune interesse europeo".

L'alto rappresentante e vicepresidente sarà assistito dal servizio europeo per l’azione esterna, composto da funzionari del Consiglio, della Commissione e dei servizi diplomatici degli Stati membri.

Il trattato di Lisbona introduce inoltre una base giuridica specifica per gli aiuti umanitari, la quale pone l'accento sull'applicazione dei principi del diritto internazionale e di imparzialità, neutralità e non discriminazione. Prevede, tra l'altro, l'istituzione di un corpo volontario europeo di aiuto umanitario.

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Bambino che tiene tra le mani un mappamondo.Il nuovo trattato influisce sulle relazioni con l'Africa o con i paesi beneficiari della cooperazione allo sviluppo e degli aiuti umanitari?

Il trattato di Lisbona introduce per la prima volta una base giuridica specifica per l’aiuto umanitario, in cui si evidenziano le specificità di questa politica e l'applicazione dei principi del diritto umanitario internazionale, specie quelli di imparzialità e non discriminazione.

Il trattato afferma chiaramente che l'obiettivo principale della politica di cooperazione allo sviluppo dell'UE è la lotta alla povertà, un obiettivo di cui l'UE deve tener conto quando mette in atto politiche che possono avere un'incidenza sui paesi in via di sviluppo. Ciò implica anche che la politica di sviluppo è una politica a sé stante e non accessoria alla politica estera e di sicurezza comune.

In caso di aiuti finanziari urgenti, il Consiglio vota a maggioranza qualificata su proposta della Commissione. Ciò dovrebbe velocizzare l'erogazione degli aiuti in futuro.

Il trattato di Lisbona classifica la cooperazione allo sviluppo e gli aiuti umanitari come "competenze parallele concorrenti", nel senso che l'Unione conduce una politica autonoma che non impedisce agli Stati membri di esercitare le loro competenze, senza tuttavia limitarsi ad essere "complementare" a quella portata avanti dai paesi europei.

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Bandiera dell’UE che sventola insieme alle bandiere dei paesi europei.Il trattato di Lisbona riduce la capacità degli Stati membri di condurre una politica estera autonoma?

No, l'Unione europea è chiamata ad intervenire soltanto quanto serve un approccio coerente sulla scena internazionale. Alcune questioni di politica estera possono infatti essere affrontate meglio da un'azione comune degli Stati membri dell'UE.

La figura di alto rappresentante non crea nuovi poteri, ma ha la funzione di snellire l'azione esterna dell'UE per evitare doppioni e confusione. L'alto rappresentante opererà sulla base di decisioni prese all'unanimità dai 27 paesi europei. Ha il compito di completare e non di sostituirsi alla politica estera o agli sforzi diplomatici degli Stati membri.

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Truppe dell’UE in azione.Il trattato prevede la creazione di un esercito?

No, le capacità militari restano nelle mani degli Stati membri. Il trattato di Lisbona prevede che questi ultimi possono mettere a disposizione dell'UE risorse civili e militari per la realizzazione delle operazioni della politica di sicurezza e difesa comune. Tuttavia, ciascun paese conserva il diritto di opporsi a tali operazioni e ogni contributo resta su base volontaria.

Un gruppo di Stati membri che lo desiderino e dispongano delle necessarie capacità potrà svolgere missioni di disarmo, aiuto umanitario, soccorso, consulenza militare e mantenimento della pace. Nessuno Stato membro può essere obbligato a partecipare a tali operazioni.

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Gruppo di lavoratori.Il trattato di Lisbona indebolisce le conquiste sociali dell'UE?

No, affatto. Il trattato di Lisbona consente all'UE di mantenere e sviluppare ulteriormente le conquiste sociali nel pieno rispetto delle prerogative nazionali. 

Un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, la piena occupazione e il progresso sociale figurano tra gli obiettivi dell'Unione europea. Il coordinamento delle politiche economiche e del lavoro degli Stati membri rientra tra le competenze dell'Unione, consentendo un eventuale coordinamento delle politiche sociali nazionali.

Il trattato di Lisbona contiene una “clausola sociale” secondo cui, nel definire ed attuare le varie politiche dell'UE, occorre tener conto degli aspetti sociali (promozione di un elevato livello di occupazione, adeguata protezione sociale, lotta contro l'emarginazione, ecc.).

Anche i diritti fondamentali vengono riconosciuti dal trattato mediante l'inserimento di un riferimento giuridicamente vincolante alla Carta dei diritti fondamentali. Questa contiene una sezione dedicata alla solidarietà che enumera una serie di diritti e principi direttamente rilevanti in campo sociale, come il diritto all'informazione e consultazione nelle imprese, il diritto di negoziare accordi collettivi e di intraprendere azioni collettive, il diritto di accesso a servizi di collocamento gratuiti e la tutela contro ogni licenziamento ingiustificato, il diritto di accesso alla sicurezza sociale e all'assistenza sociale, ecc.

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Cassette delle lettere di vari paesi dell’UE.Il trattato di Lisbona mette a repentaglio i servizi pubblici?

No, il trattato di Lisbona riconosce che i servizi pubblici costituiscono uno strumento indispensabile per la coesione sociale e regionale. Comprende un apposito protocollo che definisce i principi fondamentali per la promozione dell'efficienza dei servizi d'interesse generale, quale punto di partenza dell'azione futura dell'UE in questo campo.

Nella Carta dei diritti fondamentali si afferma che l'Unione europea riconosce e rispetta il diritto di accedere a servizi d'interesse economico generale, quale previsto dalle legislazioni e prassi nazionali, al fine di promuovere la coesione sociale e territoriale dell'UE.

Il trattato di Lisbona fa riferimento all'importanza dei servizi di interesse economico generale nell'ambito dei valori comuni dell'Unione, riconoscendo il ruolo che svolgono nella promozione della coesione sociale e territoriale.

In considerazione dell'importanza che viene loro attribuita, il trattato di Lisbona invita l'Unione e gli Stati membri a provvedere affinché tali servizi funzionino in base a principi e condizioni, specie economiche e finanziarie, che consentano loro di assolvere i rispettivi compiti.

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Bandiere dell’UE e degli Stati membri all’interno di cubi trasparenti.Il trattato di Lisbona aumenta il numero delle decisioni prese a "Bruxelles"?

No, il trattato di Lisbona formerà la base di un approccio più decentrato e trasparente all'attuazione delle politiche dell'UE, in modo che le decisioni vengano prese al livello più vicino ai cittadini. Il trattato integra la dimensione locale e regionale nel quadro giuridico dell'UE ed afferma che l'Unione è tenuta a rispettare le identità nazionali degli Stati membri insite nelle rispettive strutture fondamentali, compreso il sistema delle autonomie locali e regionali. Il trattato si limita a razionalizzare la distribuzione dei poteri tra l'Unione europea e gli Stati membri, specificando chi fa cosa e riducendo il numero delle zone grigie che possono creare confusione ed incertezza.

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Donna che disegna una mappa dell’Europa con i gessetti.Il trattato di Lisbona creerà un "Superstato"?

No, il trattato di Lisbona sarà un trattato internazionale approvato e ratificato da Stati membri sovrani che convengono di mettere in comune parte della loro sovranità in una collaborazione sopranazionale. Il trattato di Lisbona riconoscerà che l'Unione europea riflette la volontà degli Stati membri e dei loro cittadini e che i suoi poteri derivano da tali paesi.

Il trattato non altera la natura fondamentale dell'UE, ma introduce alcune importanti innovazioni istituzionali per rendere l'Unione più forte ed efficace. Ciò non è contrario all'interesse degli Stati membri, anzi: l'UE va a completare l'azione dei singoli paesi quando questi non riescono a raggiungere i loro obiettivi da soli.

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Bambino che legge un libro.Perché il trattato di Lisbona non è di facile lettura?

Le revisioni dei trattati dell'UE sono sempre avvenute mediante modifica dei trattati precedenti, come nel caso dell'Atto unico europeo e dei trattati di Maastricht, Amsterdam e Nizza. Il trattato di Lisbona non sfugge alla regola. I due principali trattati dell'Unione saranno ridenominati: "trattato sull'Unione europea" e "trattato sul funzionamento dell'Unione europea" e avranno lo stesso valore giuridico.

È ora anche disponibile il testo consolidato dei due principali trattati, con le modifiche apportate dai singoli articoli del trattato di Lisbona.

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Ragazza che soffia sulla bandiera dell’UE come se fosse una piuma.Come e quando entrerà in vigore il trattato di Lisbona?

Per poter entrare in vigore, il trattato di Lisbona deve essere ratificato da tutti i 27 Stati membri. A ciascuno di essi spetta decidere, in base alle proprie norme costituzionali, se procedere alla ratifica mediante referendum o voto parlamentare. A norma dell’articolo 6 del trattato di Lisbona, "il […] trattato entra in vigore il 1° gennaio 2009, se tutti gli strumenti di ratifica sono stati depositati, altrimenti, il primo giorno del mese successivo all'avvenuto deposito dello strumento di ratifica da parte dello Stato firmatario che procede per ultimo a tale formalità." Ad oggi, 27 Stati membri hanno approvato il trattato e 27 hanno depositato a Roma i loro strumenti di ratifica.

L'attuale trattato di Nizza, entrato in vigore nel 2003, resterà il punto di riferimento dell'attività dell'UE fino a quando tutti i paesi europei non avranno completato il processo di ratifica del trattato di Lisbona.

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