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Il Laboratorio aperto di Reggio Emilia unisce storia e innovazione

  • 04 October 2019

Un ex convento benedettino nella città di Reggio Emilia è stato ripristinato e in parte trasformato in un «Laboratorio aperto», dove autorità locali, cittadini, imprese e ricercatori si riuniscono per lavorare su questioni collegate a innovazione sociale, benessere e trasformazione digitale. Si tratta di uno dei 10 Laboratori aperti in funzione nella regione Emilia-Romagna, sviluppati in aree di valore culturale e storico. Ogni Laboratorio si concentra sulla creazione di prodotti e servizi adattati alle esigenze dei cittadini.

Il progetto ripristinerà il complesso storico, consolidando il suo ruolo come centro per eventi culturali e arricchendolo con una nuova vocazione in ambito di ricerca e sviluppo nel campo dell’innovazione sociale, del benessere e dei servizi. Ciò ci consentirà di alimentare una nuova linfa vitale in termini di sviluppo socioeconomico nel centro storico e in tutta la città.

Massimo Magnani, direttore dell’area competitività e innovazione sociale, consiglio comunale di Reggio Emilia

La prima fase di questo progetto si è incentrata sul ripristino del complesso benedettino di San Pietro e Prospero, noto a Reggio Emilia come i Chiostri di San Pietro. Gli edifici recentemente ristrutturati fungeranno da centro per gli eventi culturali e contribuiranno alla rigenerazione urbana della città. Nella seconda fase del progetto, il laboratorio è stato ufficialmente aperto ad aprile 2019.

Soluzioni digitali

Il Laboratorio aperto di Reggio Emilia sta sviluppando un centro IT ben attrezzato, dove le organizzazioni possono creare servizi, beni e prodotti sostenibili in settori chiave per l’economia della zona, quali benessere, cultura, istruzione, svago e sport. Il laboratorio funge da spazio in cui esplorare i modelli di collaborazione e mira a contribuire al progresso dell’agenda digitale cittadina e regionale attraverso un processo aperto di inclusione digitale.

Per realizzare i propri obiettivi, il laboratorio progetterà e lancerà tecnologie innovative sul mercato; costruirà e integrerà serie di dati aperti; promuoverà le abilità e la cultura digitali; e svilupperà servizi per potenziare le competenze digitali della popolazione locale. L’obiettivo è migliorare la collaborazione e la pianificazione tra le comunità locali attive nel campo delle tecnologie digitali.

Promuovere il talento 

Il Laboratorio aperto affianca il consiglio comunale di Reggio Emilia nella coprogettazione dei servizi e nell’attuazione di programmi innovativi che apportino benefici ai quartieri locali. Il laboratorio mira a collaborare con organizzazioni nel settore privato in ambiti quali trasferimento tecnologico, ricerca applicata e supporto per spin-off aziendali. Tali attività sono intese a promuovere il talento individuale e le start-up, prestando particolare attenzione a coltivare l’imprenditorialità giovanile. Inoltre, si incentivano le organizzazioni senza fini di lucro ad utilizzare i servizi del Laboratorio aperto e le strutture di sostegno.

Il Laboratorio aperto creerà collegamenti con i sistemi di innovazione più formali della regione, tra cui le reti di ricerca industriale, le organizzazioni che promuovono il trasferimento tecnologico (compresa la Rete Alta Tecnologia Emilia-Romagna), gli incubatori territoriali certificati, le università e i centri di ricerca locali. 

Il Laboratorio aperto riceve informazioni attraverso il lavoro di un’iniziativa chiamata Collaboratorio Reggio Emilia, che ha impiegato circa 650 abitanti del luogo. Assieme, hanno esaminato le necessità della città e sviluppato strategie che potessero guidare contenuto, gestione e funzionalità, sperimentazione e prototipazione del Laboratorio aperto, con riferimento alle tematiche di innovazione sociale, economia collaborativa e beni comuni.

 

Investimento totale e finanziamento dell’UE

L’investimento totale per il progetto «Laboratorio aperto di Reggio Emilia» è di 3 950 000 EUR, con un contributo del Fondo europeo di sviluppo regionale dell’UE di 1 375 000 EUR attraverso il programma operativo «Emilia-Romagna» per il periodo di programmazione 2014-2020. L'investimento rientra nella priorità «TIC».