Il trattato di Maastricht, slancio alla politica di coesione

  • 09 December 2016
Il trattato di Maastricht, slancio alla politica di coesione

Firmato nel 1992, il trattato di Maastricht rappresentò un importante passo avanti non solo per l'Europa in generale ma anche, in particolare, per la politica di coesione. Il trattato introdusse la prima riforma della politica di coesione, creando una maggior flessibilità per i governi nazionali. Stabilì chiaramente che la coesione economica e sociale era, insieme al mercato unico e all'unione economia e monetaria, uno degli obiettivi cardine dell'Unione europea. La particol

Firmato nel 1992, il trattato di Maastricht rappresentò un importante passo avanti non solo per l'Europa in generale ma anche, in particolare, per la politica di coesione. Il trattato introdusse la prima riforma della politica di coesione, creando una maggior flessibilità per i governi nazionali. Stabilì chiaramente che la coesione economica e sociale era, insieme al mercato unico e all'unione economia e monetaria, uno degli obiettivi cardine dell'Unione europea.

La particolare attenzione rivolta alla coesione economica e sociale si riverberò sul forte aumento delle risorse finanziarie per la politica di coesione. Il pacchetto Delors II, adottato in occasione del Consiglio europeo di Edimburgo del 1992, raddoppiò le risorse stanziate per la politica di coesione per il periodo 1994 – 1999. Le risorse stanziate per questa politica erano quindi pari a un terzo del bilancio dell'UE, come lo sono anche oggi.

Ha avuto grande importanza anche la creazione del Fondo di coesione, il più recente del trio dei fondi strutturali e di coesione. La Grecia, l'Irlanda, la Spagna e il Portogallo, Stati con un PIL pro-capite inferiore al 90% della media UE a quell'epoca, avrebbero dovuto ricevere aiuti per progetti nel settore dei trasporti, delle infrastrutture energetiche e delle telecomunicazioni e dell'ambiente. A quell'epoca, gli Stati membri che risultavano idonei al finanziamento percepivano fino all'85% dei costi dei progetti, con regole di governance più blande rispetto ai fondi strutturali, che offrivano uno strumento di ripresa per i nuovi Stati membri.

È stato proprio Maastricht a mettere in moto un processo di rivalutazione periodica della politica. Da allora, la Commissione è tenuta a pubblicare ogni tre anni una relazione sulla coesione, che offra una valutazione dei progressi compiuti verso la realizzazione delle riforme economiche e sociali e che presenti, se necessario, proposte di riforma. Allo stesso modo ha prodotto un grande effetto sulla futura rivalutazione della politica la creazione del Comitato delle regioni (CdR). Il CdR ha aperto il processo decisionale dell'UE alle regioni e alle realtà locali, agevolando così il progresso dei loro interessi attraverso l'interazione con gli uffici della Commissione e un'attenta analisi delle sue proposte. Da allora, il CdR ha ulteriormente stimolato la Commissione per una politica di coesione più efficiente.

Alla vigilia delle celebrazioni del 25° anniversario del trattato di Maastricht, è importante riconoscerne l'importanza per ciò che oggi è diventata la principale politica di investimenti dell'Unione europea. Maastricht ha messo in moto, con le sue riforme, gli strumenti di cui la politica di coesione ha bisogno per essere direttamente o indirettamente utile al benessere di milioni di europei