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Archive:Statistiche sulle retribuzioni minime

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Dati estratti nel febbraio 2015. Dati più recenti: Ulteriori informazioni di Eurostat, tavole principali e banca dati. Prossimo aggiornamento della scheda: dicembre 2015.
Cartogramma 1 - Retribuzioni minime, 1° gennaio 2015
(EUR/mese) — Fonte: Eurostat (earn_mw_cur)
Grafico 1 - Retribuzioni minime, gennaio 2015 (1)
(EUR/mese) — Fonte: Eurostat (earn_mw_cur)
Grafico 2 - Retribuzioni minime, gennaio 2015 (1)
(SPA/mese) — Fonte: Eurostat (earn_mw_cur)
Grafico 3 - Retribuzioni minime in percentuale del valore medio delle retribuzioni lorde medie mensili, 2013 (1)
(%) — Fonte: Eurostat (earn_mw_avgr2)
Grafico 4 - Quota dei lavoratori dipendenti con un reddito da lavoro inferiore al 105 % delle retribuzioni minime mensili, ottobre 2010 (1)
(%) — Fonte: Eurostat, indagine del 2010 sulla struttura delle retribuzioni e retribuzioni minime; i dati, appositamente calcolati ai fini della presente pubblicazione, non sono disponibili nella base di dati online di Eurostat

La presente scheda evidenzia quanto siano difformi gli importi delle retribuzioni minime tra gli Stati membri dell'Unione europea (UE). Un confronto è operato anche con i paesi candidati e gli Stati Uniti.

Le statistiche sulle retribuzioni minime pubblicate da Eurostat si riferiscono alle retribuzioni minime nazionali. Di norma, le retribuzioni minime nazionali si applicano a tutti i lavoratori dipendenti, o quanto meno alla grande maggioranza dei lavoratori dipendenti di un paese. Le retribuzioni minime nazionali sono fissate per legge, spesso previa consultazione delle parti sociali, o direttamente in forza di un accordo intersettoriale nazionale.

Le retribuzioni minime sono generalmente presentate come importi mensili delle retribuzioni lorde, ossia comprensive delle imposte sul reddito e dei contributi di sicurezza sociale a carico dei lavoratori dipendenti, il cui ammontare varia da paese a paese.

Le retribuzioni minime nazionali sono pubblicate da Eurostat con cadenza semestrale, rispecchiando la situazione al 1° gennaio e al 1° luglio di ogni anno. Di conseguenza, le modifiche apportate alle retribuzioni minime tra queste due date figurano soltanto nella successiva diffusione semestrale dei dati.

Principali risultati statistici

Differente entità delle retribuzioni minime nazionali

Nel gennaio 2015 l'entità delle retribuzioni minime negli Stati membri dell'UE variava tra un minimo di EUR 184 e un massimo di EUR 1 923 al mese

Retribuzioni minime nazionali erano previste nel gennaio 2015 in 22 dei 28 Stati membri dell'UE (le eccezioni sono rappresentate da Danimarca, Italia, Cipro, Austria, Finlandia e Svezia) (cfr. cartogramma 1). Alla data del 1° gennaio 2015 l'importo delle retribuzioni minime mensili variava notevolmente: da un minimo di EUR 184 in Bulgaria a un massimo di EUR 1 923 in Lussemburgo. Retribuzioni minime nazionali sono previste anche nei seguenti paesi candidati all'adesione all'UE: Albania, Montenegro, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Serbia e Turchia.

Il grafico 1 presenta i livelli espressi in euro delle retribuzioni minime lorde mensili nel gennaio 2015. I paesi possono essere riuniti in tre gruppi sulla base del livello delle rispettive retribuzioni minime. Nel primo gruppo rientrano i paesi con le retribuzioni minime inferiori a EUR 500 al mese: il gruppo è composto di cinque paesi candidati e di dieci Stati membri dell'UE (Bulgaria, Romania, Lituania, Repubblica ceca, Ungheria, Lettonia, Slovacchia, Estonia, Croazia e Polonia).

Il secondo gruppo riunisce cinque Stati membri dell'UE (Portogallo, Grecia, Malta, Spagna e Slovenia): ciascuno di questi paesi registra un livello intermedio di retribuzioni minime compreso tra EUR 500 e meno di EUR 1 000 al mese.

L'ultimo gruppo comprende gli Stati Uniti e sette Stati membri dell'UE (Regno Unito, Francia, Irlanda, Germania, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo) nei quali le retribuzioni minime nazionali sono pari o superiori a EUR 1 000 al mese.

Va precisato che per gli Stati membri dell'UE non aderenti all'euro che prevedono retribuzioni minime (Bulgaria, Repubblica ceca, Croazia, Ungheria, Polonia, Romania e Regno Unito), nonché per Albania, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Serbia e Turchia, i livelli espressi in euro delle retribuzioni minime e la classifica dei paesi sono influenzati dai tassi di cambio.

Retribuzioni minime espresse in standard di potere d'acquisto

Notevole riduzione del divario tra i livelli delle retribuzioni minime dei vari paesi allorché sono presi in considerazione i differenziali di prezzo

Il grafico 2 confronta le retribuzioni minime lorde tenendo conto delle differenze tra i livelli dei prezzi dei vari paesi, tramite l'applicazione di parità di potere d'acquisto (PPA) alla spesa per consumi finali delle famiglie. Come prevedibile, tale rettifica per tener conto dei differenziali dei prezzi attenua il divario tra i paesi: i paesi del gruppo 1 con retribuzioni minime relativamente basse in termini di euro tendono a registrare anche livelli dei prezzi più bassi e di conseguenza retribuzioni minime più elevate se espresse in standard di potere d'acquisto (SPA). Per contro, i paesi del gruppo 3, con retribuzioni minime relativamente elevate in termini di euro, tendono a registrare livelli dei prezzi più alti e le loro retribuzioni minime espresse in SPA sono spesso inferiori. Tale rettifica sulla base dei livelli dei prezzi determina una parziale attenuazione dei divari registrati tra i tre gruppi di paesi in sede di classificazione sulla base delle retribuzioni minime in termini di euro. Il divario tra le retribuzioni minime degli Stati membri dell'UE si riduce da un rapporto di 1:10 in termini di euro a un rapporto di 1:4 in termini di SPA. Per quanto riguarda gli Stati membri dell'UE, le retribuzioni minime mensili variano da un minimo di 380 SPA in Bulgaria a un massimo di 1 561 SPA in Lussemburgo.

Oltre ad attenuare il divario tra i valori più elevati e più bassi delle retribuzioni minime, la conversione da euro a SPA modifica la classifica dei paesi. Le differenze più sensibili tra i valori delle retribuzioni minime espressi in euro e in SPA si registrano in Estonia, Ungheria, Montenegro, Lituania, Portogallo e Germania: ciascuno di questi paesi modifica la sua posizione in classifica di almeno due posti. Tredici paesi modificano la loro posizione in classifica di un posto. La grande maggioranza dei paesi rimane nello stesso gruppo allorché si analizzano i dati dei grafici 1 e 2. Fanno eccezione Repubblica ceca, Ungheria, Lettonia, Slovacchia, Croazia, Polonia e Turchia, che passano dal gruppo 1 (retribuzioni minime relativamente basse) al gruppo 2 (retribuzioni minime intermedie).

Livelli delle retribuzioni minime rispetto alle retribuzioni lorde medie mensili

Negli Stati membri dell'UE nel 2013 il livello delle retribuzioni minime lorde rispetto alla media delle retribuzioni lorde mensili dei lavoratori dell'industria, delle costruzioni o dei servizi (escluse le attività delle famiglie in veste di datori di lavoro e le attività di organizzazioni e organismi extraterritoriali), di cui alle sezioni B–S della NACE Rev. 2, era compreso tra poco meno del 33 % e poco più del 50 % (cfr. grafico 3).

Gli scarti più elevati che emergono da tale confronto tra livello delle retribuzioni minime e valore medio delle retribuzioni lorde mensili si riscontrano in Slovenia (51,4 %), Grecia (50,1 %, 2011) e Turchia (50,0 %, 2010). All'estremo opposto della scala, Stati Uniti, Repubblica ceca, Spagna ed Estonia registrano un livello delle rispettive retribuzioni minime inferiore al 35 % della media delle retribuzioni lorde mensili.

Quota di lavoratori che percepiscono retribuzioni minime

La quota di lavoratori dipendenti che percepiscono retribuzioni minime può variare notevolmente da paese a paese. Collegando i microdati dell'indagine sulla struttura delle retribuzioni quadriennale più recente con il livello delle retribuzioni minime in vigore all'epoca (ottobre 2010 per l'ultima indagine), è possibile ricavare una stima (presentata nel grafico 4). Per motivi di comparabilità il campo d'indagine è stato limitato ai lavoratori a tempo pieno, di 21 anni e più, in imprese con 10 o più addetti, esclusi i dipendenti dell'amministrazione pubblica, difesa e assicurazione sociale obbligatoria (sezione O della NACE Rev. 2). Inoltre le retribuzioni mensili calcolate a partire dall'edizione 2010 dell'indagine sulla struttura delle retribuzioni escludono i compensi percepiti a titolo di lavoro straordinario e prestazioni lavorative in turni.

Tra gli Stati membri dell'UE che prevedono retribuzioni minime, la quota di lavoratori che percepiscono meno del 105 % delle retribuzioni minime nazionali è superiore al 9,0 % in otto Stati membri: Slovenia (19,2 %), Lituania (13,7 %), Lettonia (11,8 %), Lussemburgo (10,2 %), Polonia (9,9 %), Francia, Irlanda e Croazia (9,2 % in ciascun paese). La Spagna (0,2 %) registra la quota più bassa di lavoratori che percepiscono meno del 105 % delle retribuzioni minime nazionali, mentre la quota di dipendenti nei restanti 11 Stati membri dell'UE che percepiscono meno di tale importo si situa tra il 2,0 % e il 4,7 %.

Fonti e disponibilità dei dati

Retribuzioni minime nazionali mensili

Le statistiche sulle retribuzioni minime pubblicate da Eurostat si riferiscono a retribuzioni minime nazionali mensili; i dati sono pubblicati con riferimento alle retribuzioni minime in vigore al 1° gennaio e al 1° luglio di ogni anno. Le retribuzioni minime nazionali di base sono stabilite in termini di retribuzioni orarie, settimanali o mensili e sono fissate per legge (dall'amministrazione centrale), spesso previa consultazione delle parti sociali, o direttamente in forza di un accordo intersettoriale a livello nazionale. Di norma, le retribuzioni minime nazionali si applicano a tutti i lavoratori dipendenti, o quanto meno alla grande maggioranza dei lavoratori dipendenti del paese, e sono espresse in valori lordi. Una serie completa di informazioni specifiche per paese sulle retribuzioni minime nazionali è disponibile in un allegato nell'ambito dei metadati.

Per i paesi in cui le retribuzioni minime nazionali non sono fissate in termini lordi, il valore netto è trasformato in lordo per comprendere le imposte applicabili. È questo il caso di Montenegro e Serbia.

Per i paesi in cui le retribuzioni minime nazionali non sono fissate su base mensile (bensì, ad esempio, oraria o settimanale), i dati sono convertiti in valori mensili applicando fattori di conversione indicati dai paesi in questione:

Germania: (retribuzione oraria x 40 ore x 52 settimane) / 12 mesi;

Irlanda: (retribuzione oraria x 39 ore x 52 settimane) / 12 mesi;

Francia: dati da gennaio 1999 a gennaio 2005: (retribuzione oraria x 39 ore x 52 settimane) / 12 mesi; dati da luglio 2005: (retribuzione oraria x 35 ore x 52 settimane) / 12 mesi;

Malta: (retribuzione settimanale x 52 settimane) / 12 mesi;

Regno Unito: (retribuzione oraria x media delle ore retribuite di base per settimana per lavoratori dipendenti a tempo pieno in tutti i settori x 52,18 settimane) / 12 mesi;

Stati Uniti: (retribuzione oraria x 40 ore x 52 settimane) / 12 mesi.

In Serbia è stabilita la retribuzione oraria minima netta. Si applica la seguente conversione: (retribuzione oraria netta x 40 ore x 52,2 settimane) / 12 mesi. Tale importo è quindi trasformato da netto a lordo per comprendere le imposte applicabili.

Inoltre, in quei paesi in cui le retribuzioni minime sono corrisposte per più di 12 mesi l'anno (come in Grecia, Spagna e Portogallo dove sono riconosciute 14 mensilità annue), i dati sono stati rettificati per tener conto di tali compensi.

I dati sulle retribuzioni minime nazionali sono trasmessi a Eurostat in valuta nazionale. Per i paesi non aderenti all'euro, le retribuzioni minime in valuta nazionale sono convertite in euro applicando il tasso di cambio mensile della fine del mese precedente (ad esempio, per calcolare le retribuzioni minime al 1° gennaio 2015 è stato usato il tasso di fine dicembre 2014).

Per neutralizzare gli effetti dei differenziali dei prezzi tra i paesi si fa ricorso a speciali tassi di conversione denominati parità di potere d'acquisto (PPA). Le PPA per la spesa per consumi finali delle famiglie in ciascun paese sono utilizzate per convertire le retribuzioni minime mensili espresse in euro o in valuta nazionale in una unità artificiale comune denominata standard di potere d'acquisto (SPA). Se le PPA per l'ultimo periodo di riferimento non sono ancora disponibili, si utilizzano quelle dell'anno precedente e le serie sono aggiornate non appena sono disponibili le PPA più recenti.

Paesi esclusi dalla rilevazione delle statistiche sulle retribuzioni minime

Alla data del 1° gennaio 2015 non erano previste retribuzioni minime nazionali in Danimarca, Italia, Cipro, Austria, Finlandia e Svezia, nonché nei paesi EFTA: Islanda, Norvegia e Svizzera. A Cipro l'amministrazione pubblica stabilisce retribuzioni minime per determinate professioni. In Danimarca, Italia, Austria, Finlandia e Svezia, nonché in Islanda, Norvegia e Svizzera, le retribuzioni minime sono fissate tramite contrattazione collettiva per una serie di settori specifici.

Retribuzioni medie mensili

I dati sulle retribuzioni lorde mensili comprendono le retribuzioni in denaro al lordo delle ritenute fiscali e dei contributi di sicurezza sociale a carico dei lavoratori trattenuti dai datori di lavoro, limitatamente alle retribuzioni lorde corrisposte in ciascun periodo di retribuzione. I dati si riferiscono alle sezioni B-S della NACE Rev. 2 (industria, costruzioni e servizi, escluse le attività delle famiglie in veste di datori di lavoro e le attività di organizzazioni e organismi extraterritoriali) e comprendono i lavoratori a tempo pieno dipendenti delle imprese di qualunque dimensione. La specifica copertura delle attività paese per paese per le retribuzioni minime nazionali in percentuale sulla media delle retribuzioni mensili è disponibile in un allegato nell'ambito dei metadati.

Contesto

Molti degli Stati membri fondatori vantano una lunga tradizione nell'assicurare una retribuzione minima nazionale ai lavoratori meno pagati. Per contro alcuni degli Stati membri, compresa la Germania, l'Irlanda, il Regno Unito e molti dei paesi che hanno aderito all'UE nel 2004 o successivamente, hanno introdotto solo recentemente una legislazione sulle retribuzioni minime, mentre sei paesi dell'UE-28 non prevedevano retribuzioni minime nazionali alla data del 1° luglio 2015.

Negli ultimi anni, nella maggior parte dei paesi europei si sono avuti incrementi retributivi relativamente contenuti (moderazione salariale) e molte istanze rappresentative dei lavoratori hanno sostenuto che il potere d'acquisto e il tenore di vita in generale sono in declino. Alcuni politici, rappresentanti dei lavoratori, gruppi di pressione e commentatori propugnano la fissazione di un "salario minimo europeo" o di retribuzioni minime nazionali in tutti gli Stati membri dell'UE.

I livelli delle retribuzioni minime nazionali non cambiano necessariamente ogni anno, né le rettifiche determinano sempre aumenti delle retribuzioni minime. Ad esempio, il livello delle retribuzioni minime in Grecia è diminuito nel 2012 nel quadro delle misure di austerità imposte dal governo. In quell'anno l'Accordo collettivo nazionale è stato sospeso e le retribuzioni minime nazionali in Grecia sono ora fissate per decreto dal governo.

Schede correlate

Ulteriori informazioni di Eurostat

Pubblicazioni

Tavole principali

Minimum wages (tps00155)

Banca dati

Minimum wages (earn_minw)
Monthly minimum wages - bi-annual data (earn_mw_cur)
Monthly minimum wage as a proportion of average monthly earnings (%) — NACE Rev. 2 (from 2008 onwards) (earn_mw_avgr2)
Monthly minimum wage as a proportion of average monthly earnings (%) — NACE Rev. 1.1 (1999-2009) (earn_mw_avgr1)

Sezione specifica

Metodologia / Metadati

  • Minimum wages (ESMS metadata file — earn_minw_esms) (in inglese)

Fonte dei dati per i grafici e i cartogrammi (MS Excel)

Link esterni