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Archive:Statistiche sulle retribuzioni minime

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Dati: settembre 2014. Dati più recenti: Ulteriori informazioni di Eurostat, tavole principali e banca dati. Prossimo aggiornamento della scheda: aprile 2015. La versione inglese di questa scheda è stata aggiornata più di recente.
Cartogramma 1 - Retribuzioni minime, 1° luglio 2014
(EUR al mese) - Fonte: Eurostat (earn_mw_cur)

La presente scheda evidenzia quanto siano difformi gli importi delle retribuzioni minime tra gli Stati membri dell'Unione europea (UE). Un confronto è operato anche con i paesi candidati e gli Stati Uniti.

Le statistiche sulle retribuzioni minime pubblicate da Eurostat si riferiscono alle retribuzioni minime nazionali. Di norma, le retribuzioni minime nazionali si applicano a tutti i lavoratori dipendenti, o quanto meno alla grande maggioranza dei lavoratori dipendenti di un paese. Le retribuzioni minime nazionali sono fissate per legge, spesso previa consultazione delle parti sociali, o direttamente in forza di un accordo intersettoriale nazionale.

Le retribuzioni minime sono generalmente presentate come importi mensili delle retribuzioni lorde, ossia comprensive delle imposte sul reddito e dei contributi di sicurezza sociale a carico dei lavoratori dipendenti, il cui ammontare varia da paese a paese.

Le retribuzioni minime nazionali sono pubblicate da Eurostat con cadenza semestrale e rispecchiano rispettivamente la situazione al 1° gennaio e al 1° luglio di ogni anno. Di conseguenza, le modifiche apportate alle retribuzioni minime tra queste due date figurano soltanto nella successiva diffusione semestrale dei dati.


Principali risultati statistici

Differente entità delle retribuzioni minime nazionali

Nel luglio 2014 le retribuzioni minime variavano negli Stati membri dell'UE da EUR 174 a EUR 1 921 al mese

Grafico 1 - Retribuzioni minime, luglio 2014 (¹)
(EUR al mese) - Fonte: Eurostat (earn_mw_cur)

Nel 2014 retribuzioni minime nazionali erano previste in 21 dei 28 Stati membri dell'UE (le eccezioni sono rappresentate da Danimarca, Germania, Italia, Cipro, Austria, Finlandia e Svezia) (cfr. cartogramma 1). Alla data del 1° luglio 2014 l'importo delle retribuzioni minime mensili variava notevolmente: da un minimo di EUR 174 in Bulgaria a EUR 1 921 in Lussemburgo. Retribuzioni minime nazionali sono previste anche nei seguenti paesi candidati: Albania, Montenegro, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Serbia e Turchia.

Il grafico 1 evidenzia i livelli delle retribuzioni minime lorde mensili espressi in euro nel luglio 2014. I paesi possono essere riuniti in tre gruppi sulla base del livello delle rispettive retribuzioni minime. Nel primo gruppo rientrano i 15 paesi con le retribuzioni minime inferiori a EUR 500 al mese: Albania, Bulgaria, Montenegro, Romania, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Serbia, Lituania, Repubblica ceca, Lettonia, Ungheria, Slovacchia, Estonia, Turchia, Croazia e Polonia.

Il secondo gruppo riunisce cinque Stati membri (Portogallo, Grecia, Malta, Spagna e Slovenia) e gli Stati Uniti: ciascuno di questi paesi presenta un livello intermedio di retribuzioni minime compreso tra EUR 500 e EUR 1 000 al mese.

L'ultimo gruppo comprende sei Stati membri (Regno Unito, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo) nei quali le retribuzioni minime sono superiori a EUR 1 000 al mese.

Va precisato che per gli Stati membri non aderenti all'euro che prevedono retribuzioni minime (Bulgaria, Repubblica ceca, Croazia, Lituania, Ungheria, Polonia, Romania e Regno Unito), nonché per Albania, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Serbia, Turchia e Stati Uniti, i livelli delle retribuzioni minime espresse in euro e la classifica dei paesi sono influenzati dai tassi di cambio.

Retribuzioni minime espresse in standard di potere d'acquisto

Notevole riduzione del divario tra i livelli delle retribuzioni minime dei vari paesi allorché sono presi in considerazione i differenziali di prezzo

Grafico 2 - Retribuzioni minime, luglio 2014 (¹)
(SPA al mese) - Fonte: Eurostat (earn_mw_cur)

Il grafico 2 confronta le retribuzioni minime lorde tenendo conto delle differenze tra i livelli dei prezzi dei vari paesi, tramite l'applicazione di parità di potere d'acquisto (PPA alla spesa per consumi finali delle famiglie). Come prevedibile, tale rettifica per tener conto dei differenziali dei prezzi attenua il divario tra i paesi: i paesi del gruppo 1, con retribuzioni minime relativamente basse in termini di euro, registrano anche livelli dei prezzi più bassi e di conseguenza retribuzioni minime più elevate se espresse in standard di potere d'acquisto (SPA). Per contro, i paesi del gruppo 3, con retribuzioni minime relativamente elevate in termini di euro, tendono ad avere livelli dei prezzi più alti e le loro retribuzioni minime espresse in SPA sono di norma relativamente inferiori. Tale rettifica sulla base dei livelli dei prezzi determina una parziale attenuazione dei divari registrati tra i tre gruppi di paesi in sede di classificazione in termini di euro. Il divario tra le retribuzioni minime degli Stati membri dell'UE si riduce da un rapporto di 1:11 in termini di euro a un rapporto di 1:5 in termini di SPA. Per quanto riguarda gli Stati membri dell'UE, le retribuzioni minime mensili variano da 354 SPA in Romania a 1 559 SPA in Lussemburgo.

Oltre a ridurre il divario tra i valori più elevati e più bassi delle retribuzioni minime, la conversione da euro a SPA modifica la classifica dei paesi. Le differenze più sensibili tra i valori delle retribuzioni minime espressi in euro e in SPA si registrano in Bulgaria, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Repubblica ceca, Ungheria, Estonia e Portogallo, nonché in Turchia: ciascuno di questi paesi cambia la sua posizione in classifica di almeno due posti. Nove paesi modificano la loro posizione in classifica di un posto (Montenegro, Romania, Lettonia, Croazia, Polonia, Malta, Spagna, Francia e Irlanda). La grande maggioranza dei paesi rimane nello stesso gruppo allorché si analizzano i dati dei grafici 1 e 2. Fanno eccezione Ungheria, Croazia, Turchia e Polonia, che passano dal gruppo 1 (retribuzioni più basse) al gruppo 2 (retribuzioni intermedie), e gli Stati Uniti, che passano dal gruppo 2 (retribuzioni intermedie) al gruppo 3 (retribuzioni più alte).

Livelli delle retribuzioni minime rispetto alle retribuzioni lorde medie mensili

Grafico 3 - Retribuzioni minime rispetto al valore medio delle retribuzioni lorde mensili, 2013 (¹)
(%) - Fonte: Eurostat (earn_mw_avgr2)

Nel 2013 il livello delle retribuzioni minime lorde rispetto alla media delle retribuzioni lorde mensili dei lavoratori dell'industria, delle costruzioni o dei servizi (escluse le attività delle famiglie in veste di datori di lavoro e le attività di organizzazioni e organismi extraterritoriali), di cui alle sezioni B–S della NACE Rev. 2, era compreso tra il 30 % e poco più del 50 % (cfr. grafico 3).

I valori più elevati di tale confronto tra livello delle retribuzioni minime e retribuzioni lorde medie mensili si riscontrano in Slovenia (51,4 %), Grecia (50,1 %, 2011) e Turchia (50,0 %, 2010). All'estremo opposto della scala, Stati Uniti, Repubblica ceca, Estonia (2012), Romania (2012) e Spagna registrano retribuzioni minime inferiori al 35 % delle retribuzioni lorde medie mensili.

Quota di lavoratori che percepiscono retribuzioni minime

Grafico 4 - Quota di lavoratori dipendenti che percepiscono retribuzioni inferiori al 105 % delle retribuzioni minime mensili, ottobre 2010 (¹)
(%) - Fonte: Eurostat, Indagine sulla struttura delle retribuzioni 2010 e retribuzioni minime; calcolo effettuato ai fini della compilazione della presente scheda; i dati non sono disponibili nella banca dati online di Eurostat

La quota di lavoratori dipendenti che percepiscono retribuzioni minime può variare notevolmente da paese a paese. Collegando i microdati dell' Indagine sulla struttura delle retribuzioni quadriennale più recente con il livello delle retribuzioni minime in vigore all'epoca (ottobre 2010 per l'ultima indagine), è possibile ricavare una stima (presentata nel grafico 4). Per motivi di comparabilità il campo d'indagine è stato limitato ai lavoratori a tempo pieno, di 21 anni e più, in imprese con 10 o più addetti, esclusi i dipendenti dell'amministrazione pubblica, difesa e assicurazione sociale obbligatoria (Sezione O della NACE Rev. 2). Inoltre le retribuzioni mensili calcolate a partire dall'edizione 2010 dell'Indagine sulla struttura delle retribuzioni escludono i compensi percepiti a titolo di lavoro straordinario e prestazioni lavorative in turni.

Tra gli Stati membri dell'UE che prevedono retribuzioni minime, la quota di lavoratori che percepisce meno del 105 % delle retribuzioni minime nazionali è superiore al 9,0 % in otto Stati membri: Slovenia (19,2 %), Lituania (13,7 %), Lettonia (11,8 %), Lussemburgo (10,2 %), Polonia (9,9 %), Irlanda (9,2 %), Francia (9,2 %) e Croazia (9,2 %). La Spagna (0,2 %) registra la quota più bassa di lavoratori che percepiscono meno del 105 % delle retribuzioni minime nazionali, mentre la quota di dipendenti nei restanti 11 Stati membri che percepiscono meno di tale importo si situa tra il 2,0 % e il 4,7 %.

Fonti e disponibilità dei dati

Retribuzioni minime nazionali mensili

Le statistiche sulle retribuzioni minime pubblicate da Eurostat si riferiscono a retribuzioni minime nazionali mensili; i dati sono pubblicati con riferimento al 1° gennaio e al 1° luglio di ogni anno.

Le retribuzioni minime nazionali di base sono stabilite in termini di retribuzioni orarie, settimanali o mensili e sono fissate per legge (dall'amministrazione centrale), spesso previa consultazione delle parti sociali, o direttamente in forza di un accordo intersettoriale nazionale. Di norma, le retribuzioni minime nazionali si applicano a tutti i lavoratori dipendenti, o quanto meno alla grande maggioranza dei lavoratori dipendenti di un paese. Le retribuzioni sono indicate in valori lordi.

Per i paesi in cui le retribuzioni minime nazionali non sono fissate su base mensile (bensì, ad esempio, su base oraria o settimanale), i dati sono convertiti in valori mensili applicando fattori di conversione indicati dai paesi in questione:

Irlanda: (retribuzione oraria x 39 ore x 52 settimane) / 12 mesi;

Francia: dati da gennaio 1999 a gennaio 2005: (retribuzione oraria x 39 ore x 52 settimane) / 12 mesi; dati da luglio 2005: (retribuzione oraria x 35 ore x 52 settimane) / 12 mesi;

Malta: (retribuzione settimanale x 52 settimane) / 12 mesi;

Regno Unito: (retribuzione oraria x media delle ore retribuite di base per settimana per lavoratori dipendenti a tempo pieno in tutti i settori x 52,18 settimane) / 12 mesi;

Stati Uniti: (retribuzione oraria x 40 ore x 52 settimane) / 12 mesi.

In Serbia è stabilita la retribuzione oraria minima netta. Si applica la seguente conversione: (retribuzione oraria netta x 40 ore x 52,2 settimane) / 12 mesi. L'importo è quindi trasformato da netto a lordo per comprendere le imposte applicabili.

Inoltre, in quei paesi in cui le retribuzioni minime sono corrisposte per più di 12 mesi l'anno (come in Grecia, Spagna e Portogallo dove sono riconosciute 14 mensilità annue), i dati sono stati rettificati per tener conto di tali compensi.

I dati sulle retribuzioni minime nazionali sono trasmessi a Eurostat in valuta nazionale. Per i paesi non aderenti all'euro, le retribuzioni minime in valuta nazionale sono convertite in euro applicando il tasso di cambio mensile della fine del mese precedente (ad esempio, per calcolare le retribuzioni minime al 1° gennaio 2014 è stato usato il tasso di fine dicembre 2013).

Per neutralizzare gli effetti dei differenziali dei prezzi tra i paesi si fa ricorso a speciali tassi di conversione denominati parità di potere d'acquisto (PPA). Le PPA per la spesa per consumi finali delle famiglie in ciascun paese sono utilizzate per convertire le retribuzioni minime mensili espresse in euro o in valuta nazionale in un'unità artificiale comune denominata standard di potere d'acquisto (SPA). Se le PPA per l'ultimo periodo di riferimento non sono ancora disponibili, si utilizzano quelle dell'anno precedente e le serie sono aggiornate non appena sono disponibili le PPA più recenti.

Paesi esclusi dalla rilevazione delle statistiche sulle retribuzioni minime

Alla data del 1° luglio 2014 non esistevano retribuzioni minime nazionali in Danimarca, Germania, Italia, Cipro, Austria, Finlandia e Svezia, nonché in Islanda, Norvegia e Svizzera. In Germania retribuzioni minime sono stabilite per numerosi settori tramite accordi contrattuali conformemente alle disposizioni della legge sul distacco dei lavoratori e sono dichiarate vincolanti dal ministro federale del Lavoro e degli affari sociali. Una retribuzione minima nazionale entrerà in vigore in Germania nel gennaio 2015. A Cipro l'amministrazione pubblica stabilisce retribuzioni minime per determinate professioni. In Danimarca, Italia, Austria, Finlandia e Svezia, nonché in Islanda, Norvegia e Svizzera, le retribuzioni minime sono fissate tramite contrattazione collettiva in settori specifici.

Retribuzioni medie mensili

I dati sulle retribuzioni lorde mensili comprendono le retribuzioni in denaro al lordo delle ritenute fiscali e dei contributi di sicurezza sociale a carico dei lavoratori trattenuti dai datori di lavoro, limitatamente alle retribuzioni lorde corrisposte in ciascun periodo di retribuzione. Sono esclusi gli "emolumenti non standard" quali tredicesima o quattordicesima mensilità (tranne che in Grecia, Spagna e Portogallo), indennità di vacanze, ecc. Tale definizione è conforme a quella applicata per l'indagine sulla struttura delle retribuzioni.

I dati si riferiscono alle sezioni B-S della NACE Rev. 2 (industria, costruzioni e servizi, escluse le attività delle famiglie in veste di datori di lavoro e le attività di organizzazioni e organismi extraterritoriali) e comprendono i lavoratori a tempo pieno dipendenti delle imprese di qualunque dimensione.

Contesto

Molti degli Stati membri fondatori vantano una lunga tradizione nell'assicurare una retribuzione minima nazionale ai lavoratori meno pagati sul mercato del lavoro. Per contro alcuni degli Stati membri, compresa l'Irlanda, il Regno Unito e molti dei paesi che hanno aderito all'UE nel 2004 o successivamente, hanno introdotto una legislazione sulle retribuzioni minime solo recentemente, mentre sette dei paesi dell'UE-28 non prevedevano retribuzioni minime nazionali alla data del 1° luglio 2014.

Negli ultimi anni nella maggior parte dei paesi europei si sono avuti incrementi retributivi relativamente contenuti (moderazione salariale) e molte istanze rappresentative dei lavoratori hanno sostenuto che il potere d'acquisto e il tenore di vita in generale sono diminuiti. Alcuni politici, rappresentanti dei lavoratori, gruppi di pressione e opinionisti propugnano la fissazione di un "salario minimo europeo" o di retribuzioni minime nazionali in tutti gli Stati membri dell'UE.

I livelli delle retribuzioni minime nazionali non cambiano necessariamente ogni anno, né le rettifiche determinano sempre aumenti delle retribuzioni minime. Ad esempio, il livello delle retribuzioni minime in Grecia nel 2012 è diminuito nel quadro delle misure di austerità imposte dal governo. In quell'anno l'Accordo collettivo nazionale è stato sospeso e le retribuzioni minime nazionali in Grecia sono ora fissate per decreto dal governo.

Schede correlate

Ulteriori informazioni di Eurostat

Pubblicazioni

Tavole principali

Minimum wages (tps00155)

Banca dati

Minimum wages (earn_minw)
Monthly minimum wages - bi-annual data (earn_mw_cur)
Monthly minimum wage as a proportion of average monthly earnings (%) - Nace Rev. 2 (from 2008 onwards) (earn_mw_avgr2)
Monthly minimum wage as a proportion of average monthly earnings (%) - Nace Rev. 1.1 (1999-2009) (earn_mw_avgr1)

Sezione specifica

Metodologia / Metadati

  • Minimum wages (ESMS metadata file — earn_minw_esms) (in inglese)

Fonte dei dati per le tavole, i grafici e i cartogrammi (MS Excel)

Link esterni