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SmartCare: usare le TIC per permettere agli anziani di rimanere indipendenti più a lungo

  • 17 June 2021

Il progetto SmartCare, finanziato dall’UE, ha aiutato anziani e persone con patologie croniche a vivere in maniera indipendente permettendo loro di monitorare i parametri di salute come il peso, la pressione sanguigna e la funzione cardiaca, nonché di trasmettere le informazioni ai prestatori di assistenza e ai medici, che hanno potuto rispondere rapidamente a qualsiasi problema. L’approccio del progetto è unico nel suo genere: unire operatori sanitari e prestatori di assistenza tramite l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

SmartCare è stato sviluppato nella regione del Friuli-Venezia Giulia per migliorare l’assistenza integrata a persone con patologie croniche. I pazienti possono misurare autonomamente i propri valori relativi a pressione sanguigna, ossigeno, peso ed elettrocardiogramma. Nella nostra regione il progetto ha coinvolto 200 pazienti, circa 100 prestatori di assistenza informali e 80 operatori assistenziali.

Gian Matteo Apuzzo – esperto senior presso la task force InCE-OMS, istituita per fronteggiare la pandemia di COVID-19

La versione pilota del progetto si è svolta in Friuli-Venezia Giulia e in altre otto regioni europee. L’obiettivo era quello di permettere agli anziani, specialmente a quelli che abitano in zone rurali remote, di gestire la propria salute e le patologie croniche tramite la teleassistenza e il telemonitoraggio. Grazie all’integrazione di servizi sanitari e sociali, il fine del progetto era assicurare un’assistenza di qualità migliore e un uso più efficiente dei finanziamenti sanitari.

La telemedicina ha migliorato il coordinamento tra gli operatori sanitari e i prestatori di assistenza, ha garantito una qualità di assistenza più elevata per gli anziani, ha dato loro gli strumenti per prendersi cura della propria salute e, infine, ne ha migliorato le competenze digitali e l’alfabetizzazione sanitaria.

La fase pilota ha coinvolto pazienti e organizzazioni senza scopo di lucro, non governative e che riuniscono prestatori di assistenza, oltre ad assistenti professionisti e informali, come i parenti.

Sistemi di comunicazione avanzata

Le infrastrutture e i servizi progressivi nell’ambito delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) sono stati fondamentali per il successo del progetto e per permettere il coordinamento necessario tra il settore sanitario e quello dell’assistenza sociale.

Il progetto comprendeva tre principali elementi TIC: il sistema digitale a cui avevano accesso medici, infermieri, operatori sociali e assistenti informali, dispositivi mobili per il telemonitoraggio e, infine, l’hub digitale preposto alla raccolta dei dati trasmessi dai dispositivi mobili e al loro invio alla piattaforma sanitaria. I dispositivi mobili e gli hub si trovavano nelle abitazioni dei pazienti.

Il sistema presentava inoltre tre livelli di allarme: il primo, che poteva essere legato a un errore di misurazione, avviava una chiamata da un call center al paziente per chiedere di effettuarne una nuova. In caso di attivazione del secondo livello di allarme, un infermiere o un parente faceva visita al paziente, mentre con il terzo livello veniva inviato un allarme al pronto soccorso ospedaliero.

Degenze ospedaliere più brevi

Secondo quanto riportato nella relazione finale, il progetto si è prefisso l’obiettivo di stabilire se l’assistenza integrata avrebbe migliorato la qualità della vita dei pazienti, riducendo al contempo l’esigenza di ricoveri ospedalieri e di contattare gli operatori sanitari.

Su un totale di oltre 10 000 pazienti, la coorte di valutazione comprendeva 1 764 persone (di cui il 56,3 % di sesso femminile). Di questi, 1 043 hanno ricevuto servizi integrati SmartCare (IC, Integrated Care) e 721 assistenza tradizionale (UC, Usual Care). L’età media della coorte era 75,9 anni.

Sebbene nel gruppo IC il numero di pazienti ricoverati in ospedale sia stato più alto, essi avevano meno probabilità di venire ricoverati rispetto a quelli del gruppo UC, e la loro degenza è stata più breve. Secondo la relazione, circa l’80 % di tali ricoveri non erano programmati e generalmente venivano effettuati nell’unità di cardiologia. Il progetto ha rilevato che l’assistenza integrata (IC) ha avuto scarsi effetti sulla qualità della vita.

Il progetto SmartCare ha fatto sì che tutti i nove siti pilota prestassero maggiore attenzione al miglioramento dei servizi di assistenza domiciliare, rendendoli la scelta prioritaria per il trattamento di malattie a lungo termine, come l’insufficienza cardiaca, la broncopneumopatia cronica ostruttiva e il diabete, specialmente nel caso di comorbilità dei pazienti.

Le soluzioni TIC impiegate hanno ottimizzato l’accesso e la condivisione dei dati, migliorato la comunicazione tra pazienti, prestatori di assistenza e operatori sociali e sanitari, e hanno inoltre contribuito allo sviluppo di reti di assistenza incentrate sul paziente e sulla famiglia.

Esigenze legate all’invecchiamento della popolazione

 Progetti come SmartCare rispondono alle esigenze derivanti all’invecchiamento della popolazione europea, all’aspettativa di vita più lunga e a un aumento delle malattie croniche, come il cancro e la demenza. Le spese per l’assistenza a lungo termine stanno aumentando, mentre i cambiamenti nella struttura famigliare generano una carenza di prestatori di assistenza informale, quali i parenti, che si prendano cura degli anziani.

Questo progetto è in linea con gli obiettivi politici dell’UE, tra cui il piano strategico di implementazione per il partenariato europeo per l’innovazione sull’invecchiamento attivo e in buona salute, l’agenda digitale europea, il piano di azione per la sanità elettronica e il quadro interoperabile europeo in materia di sanità elettronica.

Investimento totale e finanziamenti dell’UE

L’investimento totale per il progetto SmartCare è di 16 000 000 di euro, con un contributo del Fondo europeo di sviluppo regionale dell’UE pari a 8 000 000 euro attraverso il programma operativo «Imprese e competitività» per il periodo di programmazione 2014-2020. L’investimento rientra nella priorità «Innovazione, ricerca e sviluppo tecnologico».