Sempre più migranti lavorano nel settore agricolo
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Secondo il rapporto del JRC sulle condizioni di vita dei migranti nelle aree rurali, sempre più migranti lavorano nel settore agricolo in tutta Europa. Questo avviene particolarmente in Italia, Spagna e Danimarca, dove superano i migranti impiegati in altri settori produttivi. Spesso queste persone sono però esposte a difficoltà di integrazione maggiori rispetto a chi si stabilisce in città.
La natura temporanea e spesso irregolare del tipo di lavoro, i luoghi dove si svolge, non sempre facilmente raggiungibili, e la scarsa preparazione delle autorità locali nel sostenere l'integrazione, penalizzano economicamente chi sceglie la campagna. Così, secondo lo studio, a livello europeo il 34 percento dei migranti che vivono nelle aree rurali provenienti da Paesi fuori dall'UE è a rischio di povertà.
Tuttavia i dati su Italia e Spagna mostrano anche come le migrazioni verso quelle aree dove la popolazione locale è in diminuzione rappresentino un'opportunità di ripopolamento.
Un altro recente rapporto del JRC sui “Dati sui migranti bambini” afferma poi che l’Italia, insieme alla Francia e alla Spagna, riceve un numero di richieste di asilo da parte di minori per abitante inferiore rispetto alla media europea. Nel 2018, se i Paesi UE nel loro insieme hanno ricevuto in media 35 richieste di asilo da parte di bambini ogni 100 mila abitanti, in Italia la quota era ferma a sei. Nel 2017, la media italiana era di 25 mentre quella europea arrivava a 39. In Italia i minori di altre nazionalità rappresentano circa l’otto percento della popolazione di età compresa tra zero e 19, un valore in leggera diminuzione. Di essi, circa il 38 percento è originario di Albania, Marocco e Cina; o il 22 percento del Nord Africa.