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Il JRC certifica l’invecchiamento della popolazione italiana, in due lavori recenti

L’età media della popolazione italiana vent’anni fa era di 40,4 anni e nel 2020 è salita di ben sette anni, a 47,2. Gli over 65 erano il 18,4% della popolazione italiana nel 2001 e ora sono il 23,2%. La città di Napoli ha perso quasi trentamila persone nella fascia di popolazione in età lavorativa tra il 2015 e il 2019. Il declino della popolazione colpirà soprattutto le regioni dell’Italia meridionale e la Sardegna di qui al 2050.

EU JRC 2021

data:  27/05/2021

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Vedi ancheec.europa.eu/jrc/en/publication/eur-scie...

Per ogni 100 persone nate in Italia e comprese tra i 15 e i 19 anni d’età nel periodo 2015-2019 ce n’erano 125 nella fascia dei primi anni d’età pensionabile, cioè tra 65 e 69 anni. Il dato è opposto per quanto riguarda la popolazione immigrata nel Paese, dove a 100 giovani corrispondono soltanto 56 persone della fascia più anziana. Le generazioni più giovani in Italia non riescono a rimpiazzare quelle più vecchie e l’immigrazione è insufficiente a invertire il trend. I tassi di fertilità più bassi sono distribuiti su tutto il territorio nazionale e si verificano nelle province di Carbonia-Iglesias e Cagliari in Sardegna, Brindisi e Lecce in Puglia, Viterbo in Lazio, Terni in Umbria e Biella in Piemonte.

Questi sono solo alcuni dati inclusi nel nuovo Atlante della Demografia pubblicato dal JRC a fine aprile, e nel rapporto sulle prospettive demografiche dei territori europei. Quest’ultimo contiene un confronto approfondito sul rapporto tra flussi migratori e popolazione in Italia e in Svezia, dove l’immigrazione compensa le tendenze demografiche negative tra i nativi, specialmente nelle aree urbane.