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Restauro di Pompei per contrastare gli effetti del deterioramento

  • 02 October 2017

Presso il sito archeologico di Pompei, vicino a Napoli nella regione Campania, è stata avviata la seconda fase di un progetto di consolidamento e restauro sostenuto dai finanziamenti dell'Unione europea. L'obiettivo è di fermare e contrastare gli effetti del deterioramento degli edifici e degli impianti decorativi e architettonici, nonché ridurre i rischi derivanti dalle falde acquifere e migliorare la modalità di gestione del sito.

Il progetto prevede l'applicazione di un metodo di intervento innovativo che organizza e attua le operazioni di restauro in modo organico, pianificato e sistematico.

In particolare, i lavori mirano a consolidare le strutture di Pompei e il tracciato urbano, a partire dalle aree classificate come «a rischio elevato» su una mappa del rischio archeologico. Verrà costruito un sistema di canalizzazione e drenaggio dell'acqua nell'area demaniale non adibita a scavo prospiciente gli antichi edifici.

Formazione per il personale

Un elemento aggiuntivo dei lavori riguarda la formazione volta a potenziare le competenze tecniche del personale della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, responsabile dell'amministrazione del sito. Da oltre 250 anni Pompei è un'importante destinazione turistica ed è un sito patrimonio mondiale dell'UNESCO. Uno scopo importante del progetto è la promozione del turismo, con la previsione di attrarre circa 198 000 visitatori all'anno.

Complessivamente saranno spesi 105 milioni di EUR per i lavori di entrambe le fasi del progetto. Il valore del finanziamento dell'Unione europea per la seconda fase ammonta a poco meno di 49 milioni di EUR.

Deterioramento dovuto all'esposizione

Pompei era una città romana la cui fondazione risalirebbe al VII o VI secolo a.C. Nel 79 d.C. un'eruzione del Vesuvio distrusse Pompei, la città di Ercolano e molti edifici dell'area circostante, coprendoli con le ceneri vulcaniche. Si stima che, al momento dell'eruzione, Pompei avesse una popolazione di circa 11 000 abitanti.

Successivamente la città fu a lungo dimenticata, finché nel 1599 furono scoperte le prime rovine e, a partire dalla metà del Settecento, furono effettuate ricerche archeologiche più estese. Finché rimasero sepolti, gli oggetti e gli edifici si conservarono grazie all'assenza di aria e di umidità, fornendoci importanti indicazioni riguardo a com'era la vita al tempo dell'eruzione.

Dal momento in cui sono stati esposti, il deterioramento dovuto a fattori naturali e umani è stato rapido, mettendo a rischio il futuro di Pompei. Tali fattori includono gli agenti atmosferici, l'erosione, l'esposizione alla luce, i danni derivanti dall'acqua, metodi inadeguati di scavo e ricostruzione, l'introduzione di piante e animali, gli atti di vandalismo e i furti. Nel 2010 violenti temporali provocarono il parziale crollo del sito, seguito da piogge torrenziali nell'ottobre 2011. I lavori previsti dal progetto dovrebbero contribuire a salvaguardare uno dei più importanti tesori storici del mondo, parte vitale del patrimonio dell'antica Roma in Europa.

Investimento complessivo e finanziamento dell'UE

L'investimento totale per il progetto «Pompei, seconda fase» è di 65 000 000 EUR, con un contributo da parte del Fondo europeo di sviluppo regionale dell'UE di 48 945 793 EUR, attraverso il programma operativo nazionale «Cultura» per il periodo di programmazione 2014-2020.