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Statistiche dell'occupazione

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Dati estratti a agosto 2015. Dati più recenti: Ulteriori informazioni di Eurostat, tavole principali e banca dati. Prossimo aggiornamento della scheda: ottobre 2017. La versione inglese di questa scheda è stata aggiornata più di recente.
Tavola 1 - Tasso di occupazione della popolazione in età 15–64 anni, 2004–2014
(%)
Fonte: Eurostat (lfsi_emp_a)
Grafico 1 - Tasso di occupazione della popolazione in età 15–64 anni, 2014
(%)
Fonte: Eurostat (lfsi_emp_a)
Tavola 2 - Tassi di occupazione per determinati gruppi di popolazione, 2004–2014
(%)
Fonte: Eurostat (lfsi_emp_a)
Grafico 2 - Tassi di occupazione della popolazione in età 15–64 anni, per sesso, 2014 (1)
(%)
Fonte: Eurostat (lfsi_emp_a)
Grafico 3 - Tassi di occupazione per classe di età, 2014 (1)
(%)
Fonte: Eurostat (lfsi_emp_a)
Tavola 3 - Tassi di occupazione della popolazione in età 25–64 anni per titolo di istruzione più elevato, 2014
(%)
Fonte: Eurostat (lfsa_ergaed)
Tavola 4 - Occupati a tempo parziale o con una seconda posizione lavorativa, 2004–2014
(% del totale degli occupati)
Fonte: Eurostat (lfsa_eppga), (lfsa_e2gis) e (lfsa_egan)
Grafico 4 - Occupati a tempo parziale, classe di età 15–64 anni, 2014 (1)
(% del totale degli occupati)
Fonte: Eurostat (lfsa_eppga)
Grafico 5 - Quota dei lavoratori dipendenti con un contratto di lavoro a tempo determinato, classe di età 15–64 anni, 2014
(% del totale degli occupati)
Fonte: Eurostat (lfsa_etpga)

La presente scheda, che illustra le statistiche più recenti sull'occupazione nell'Unione europea (UE), comprende un'analisi riguardante aspetti socioeconomici: le statistiche dell'occupazione evidenziano marcate differenze secondo il sesso, l'età e il livello di istruzione conseguito. Notevoli sono anche le disparità riscontrate tra i mercati del lavoro dei vari Stati membri dell'UE.

A seguito dell'introduzione nel 1997 di un capitolo sull'occupazione nel trattato di Amsterdam, le statistiche del mercato del lavoro servono da base per numerose politiche dell'UE. Il tasso di occupazione, ossia la quota degli occupati sulla popolazione in età lavorativa, è considerato un indicatore sociale fondamentale a fini di analisi nello studio delle dinamiche del mercato del lavoro.

Principali risultati statistici

Tassi di occupazione secondo il sesso, l'età e il livello di istruzione

Nel 2014 il tasso di occupazione della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni nell'UE-28, quale risulta dall'indagine sulle forze di lavoro dell'UE, era del 64,9 %. Nel 2008 aveva raggiunto il suo valore massimo (65,7 %), per poi calare negli anni successivi fino ad attestarsi al 64,1 % nel 2010. Tale contrazione (di 1,6 punti percentuali in totale) in coincidenza con la crisi economica e finanziaria è stata seguita da un periodo di stabilità tra il 2010 ed il 2013, quando il tasso di occupazione dell'UE 28 oscillava tra il 64,1 % e il 64,2 %. Nel 2014 il tasso di occupazione presenta nuovamente una tendenza all'aumento come prima della crisi, con un incremento di 0,8 punti percentuali rispetto al 2013, fino a raggiungere il 64,9 % (cfr. tavola 1).

A livello di Stati membri dell'Unione, i tassi di occupazione nel 2014 hanno raggiunto valori massimi compresi tra il 71 % e il 74 % in Austria, Regno Unito, Danimarca, Paesi Bassi e Germania, con un picco del 74,9 % in Svezia. All'altra estremità della scala, quattro Stati membri presentano tassi inferiori al 60 %, con il valore più basso registrato in Grecia (49,4 %) (cfr. grafico 1).

Tra l'inizio della crisi economica e finanziaria e il 2014 (ultimi dati disponibili), i risultati dei singoli mercati del lavoro hanno presentato differenze significative. Sebbene il tasso di occupazione generale per l'UE-28 nel 2014 sia risultato di 0,8 punti percentuali inferiore a quello registrato nel 2009, i tassi di undici Stati membri hanno mostrato un aumento. Gli incrementi più rilevanti sono stati registrati a Malta (+6,8 punti percentuali) e in Ungheria (+5,4 punti percentuali), mentre in Germania e in Lussemburgo si sono osservati aumenti superiori a 3,0 punti percentuali. Per contro, il tasso di occupazione in Grecia è sceso dal 61,4 % nel 2008 a poco al di sotto del 50 % nel 2013 e nel 2014. Contrazioni considerevoli, di almeno 5 punti percentuali, sono state registrate tra il 2009 e il 2014 anche per i tassi di occupazione di Cipro, Spagna, Irlanda, Croazia, Portogallo e Danimarca.

Per le donne e i lavoratori più anziani si osservano generalmente valori più bassi dei tassi di occupazione. Nel 2014 il tasso di occupazione degli uomini nell'UE-28 era del 70,1 %, mentre quello delle donne era del 59,6 %. Da un confronto su un periodo di tempo più lungo emerge che, se il tasso dell'occupazione maschile nel 2014 era inferiore al livello registrato dieci anni prima per tale componente della popolazione (70,3 % nel 2004), il tasso dell'occupazione femminile era aumentato per contro in misura significativa (di 4,1 punti percentuali rispetto al 55,5 % nel 2004) (cfr. tavola 2).

Nel 2014 i tassi dell'occupazione maschile sono stati costantemente superiori a quelli dell'occupazione femminile in tutti gli Stati membri dell'UE-28, anche se con notevoli differenze da paese a paese. Il differenziale tra i tassi di occupazione distinti per genere era di 25,6 punti percentuali a Malta, dove è stato registrato il terzo più basso tasso di occupazione femminile (49,3 %). In Italia, Grecia e Repubblica ceca si osservano divari di genere per i tassi di occupazione di 16-18 punti percentuali. Nel caso della Grecia e dell'Italia, ciò riflette il fatto che i due paesi hanno registrato rispettivamente il più basso e il secondo livello più basso del tasso di occupazione femminile. L'ampio divario di genere nella Repubblica ceca è conseguenza, più che di un basso tasso di occupazione femminile, di un tasso di occupazione maschile particolarmente alto (77,0 %, il terzo valore più elevato tra gli Stati membri dell'UE). Tra i tassi di occupazione maschile e femminile la differenza è minima in Finlandia e Lituania, dove i tassi di occupazione delle donne sono inferiori a quelli degli uomini di meno di 2,0 punti percentuali. Lo squilibrio di genere nei tassi di occupazione è relativamente contenuto anche in Svezia e Lettonia.

Tra i paesi non membri dell'UE di cui alla tavola 2, la Turchia presenta il differenziale tra tassi di occupazione in termini di genere di gran lunga più elevato: il tasso di occupazione delle donne (29,5 %) è inferiore a quello degli uomini di 40,0 punti percentuali. Anche nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia e in Giappone si osservano squilibri di genere relativamente forti. La Norvegia e l'Islanda presentano invece entrambe divari di genere nei tassi di occupazione relativamente ridotti (inferiori a 5,0 punti percentuali) (cfr. grafico 2).

Così come il tasso dell'occupazione femminile, anche il tasso di occupazione dei lavoratori più anziani (di età compresa tra i 55 e i 64 anni) è aumentato a un ritmo elevato nonostante la crisi economica e finanziaria, raggiungendo il 51,8 % nel 2014 per l'UE-28. Il tasso è costantemente aumentato ogni anno dal 2002 (anno di inizio delle serie temporali per l'UE-28) fino al 2014 compreso (l'ultimo anno per cui sono disponibili informazioni). Nel 2014 erano undici gli Stati membri con un tasso di occupazione dei lavoratori più anziani compreso tra il 50 % e il 66 %, mentre il tasso di gran lunga più elevato era quello della Svezia (74,0 %) (cfr. tavola 2). Anche i tre paesi dell'EFTA per i quali sono disponibili dati hanno registrato tassi di occupazione elevati dei lavoratori più anziani: tutti al di sopra del 70 %, con un picco dell'83,6 % in Islanda. Analogamente, tassi di occupazione relativamente alti dei lavoratori più anziani si osservano in Giappone e, in minore misura, negli Stati Uniti. Un'analisi più dettagliata dei tassi di occupazione per classi di età è offerta dal grafico 3, il quale conferma che i tassi di occupazione più elevati sono costantemente registrati per la popolazione nella fascia di età 25-54 anni.

I tassi di occupazione variano inoltre notevolmente secondo il livello di istruzione conseguito: per le statistiche su questo tema i tassi di occupazione sono riferiti alla classe di età 25-64 anni, anziché a quella 15-64 anni. Il tasso di occupazione dei possessori di un diploma di istruzione terziaria (istruzione universitaria di ciclo breve, baccalaureato o istruzione equivalente, master o istruzione equivalente, dottorato o istruzione equivalente) nell'insieme dell'UE-28 era nel 2014 dell'83,7 % (cfr. tavola 3), di molto superiore al tasso di occupazione (52,6 %) della popolazione che ha conseguito al più un livello di istruzione primaria o secondaria inferiore. Il tasso di occupazione nell'UE-28 della popolazione con al massimo un livello di istruzione secondaria superiore o post-secondaria non terziaria era del 73,4 %. Il calo più consistente dei tassi di occupazione dall'inizio della crisi economica e finanziaria (raffronto tra il 2008 e il 2014) è stato registrato per la popolazione che ha conseguito al più un livello di istruzione primaria o secondaria inferiore (-3,9 punti percentuali), mentre riduzioni di molta minore entità sono state osservate per la popolazione con un livello di istruzione terziaria (-1,4 punti percentuali) e con al massimo un livello di istruzione secondaria superiore o post-secondaria non terziaria (-1,3 punti percentuali).

Contratti a tempo parziale e a tempo determinato

La quota dei lavoratori tra i 15 e i 64 anni nell'UE-28 la cui occupazione lavorativa principale è a tempo parziale è in costante crescita: dal 16,7 % nel 2004 al 19,6 % nel 2014. La percentuale di gran lunga più elevata di lavoratori a tempo parziale nel 2014 si è rilevata nei Paesi Bassi (49,6 %), seguiti da Austria, Germania, Regno Unito, Danimarca, Svezia, Belgio e Irlanda, dove i lavoratori a tempo parziale rappresentano in ciascun paese circa un quarto degli occupati. Per contro, il lavoro a tempo parziale è relativamente poco frequente in Bulgaria (2,5 % degli occupati) nonché in Slovacchia, Croazia, Repubblica ceca e Ungheria (tra il 5,1 % e il 5,5 %) (cfr. tavola 4).

L'incidenza del lavoro part-time varia notevolmente tra uomini e donne. Nel 2014 nell'UE-28 poco meno di un terzo (32,2 %) delle donne occupate di età compresa tra i 15 e i 64 anni lavorava a tempo parziale, una quota molto superiore a quella registrata per gli uomini (8,8 %). Più di tre quarti (76,7 %) delle donne occupate nei Paesi Bassi lavoravano a tempo parziale nel 2014, facendo registrare il tasso di gran lunga più elevato tra tutti gli Stati membri dell'UE [1].

Nel 2014 la quota di lavoratori dipendenti nell'UE-28 con un contratto di lavoro a tempo determinato (contratto a termine) era del 14,0 %. Più di un lavoratore su quattro (28,3 %) aveva un contratto a termine in Polonia, mentre la quota era superiore a uno su cinque in Spagna (24,0 %), in Portogallo (21,4 %) e nei Paesi Bassi (21,1 %) (cfr. grafico 5). Nei restanti Stati membri dell'UE-28 la quota di lavoratori con un contratto a termine variava dal 19,0 % a Cipro ad appena il 2,8 % in Lituania e l'1,5 % in Romania. Il notevole divario tra gli Stati membri dell'UE nella propensione a ricorrere a contratti di lavoro a tempo determinato può essere riconducibile, almeno in una certa misura, all'esistenza di prassi nazionali differenti, al rapporto tra domanda e offerta di lavoro, alle valutazioni dei datori di lavoro sulle potenzialità di crescita o su un'eventuale contrazione delle attività e alla facilità con cui un datore di lavoro può assumere o licenziare.

Fonti e disponibilità dei dati

Fonti delle statistiche

La popolazione economicamente attiva (forze di lavoro) comprende gli occupati e i disoccupati. L'indagine sulle forze di lavoro definisce occupati le persone di 15 anni e più che, nella settimana di riferimento, hanno svolto almeno un'ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura o nell'interesse della famiglia. Le forze di lavoro comprendono inoltre le persone assenti dal lavoro (ad esempio, per malattia, ferie, controversia aziendale, istruzione o formazione) ma che mantengono il posto di lavoro o l'attività durante il periodo di assenza temporaneo.

L'occupazione può essere misurata in termini di numero di persone o di posizioni lavorative, di equivalenti a tempo pieno o di ore lavorate. Tutte le stime presentate in questa scheda si riferiscono al numero di persone; anche le informazioni per i tassi di occupazione sono basate su stime del numero di persone. Le statistiche dell'occupazione sono frequentemente espresse come tassi di occupazione per tener conto della differente consistenza della popolazione dei paesi nel tempo e per facilitare i confronti tra Stati di dimensioni differenti. Questi tassi sono generalmente pubblicati per la popolazione in età lavorativa, costituita normalmente dalle persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni, sebbene in Spagna, Regno Unito e Islanda la fascia di età vada dai 16 ai 64 anni. Tale classe di età (15-64 anni) è utilizzata anche da altre organizzazioni statistiche internazionali.

Tra le principali caratteristiche dell'occupazione definite dall'indagine sulle forze di lavoro dell'UE figurano le seguenti:

  • i lavoratori dipendenti sono le persone che lavorano alle dipendenze di un datore di lavoro pubblico o privato e che percepiscono un corrispettivo sotto forma di stipendio, salario, pagamento a cottimo o in natura; sono inclusi anche i membri delle forze armate non di leva;
  • i lavoratori indipendenti sono coloro che lavorano nella propria impresa o azienda agricola o esercitano un'attività professionale; si considera che un lavoratore indipendente lavori durante la settimana di riferimento se soddisfa uno o più dei seguenti criteri: svolge un'attività a fini di lucro, dedica tempo alla gestione di un'impresa o sta attualmente avviando un'impresa;
  • la distinzione tra tempo pieno/tempo parziale è generalmente basata sulla dichiarazione spontanea del rispondente; le principali eccezioni sono costituite dai Paesi Bassi e dall'Islanda, in cui si applica una soglia di 35 ore, dalla Svezia, in cui è applicata una soglia ai lavoratori indipendenti, e dalla Norvegia, dove le persone che dichiarano tra 32 e 36 ore di lavoro sono invitate a precisare se si tratti di una posizione di lavoro a tempo pieno o parziale;
  • gli indicatori per gli occupati con un secondo lavoro si riferiscono soltanto alle persone che esercitano contemporaneamente più di una attività lavorativa; le persone che hanno cambiato lavoro durante la settimana di riferimento non sono considerate come lavoratori con due posizioni lavorative;
  • si considera che un lavoratore dipendente svolga un lavoro temporaneo se ha concordato con il datore di lavoro che la conclusione del rapporto di lavoro è determinata da condizioni oggettive, quali una data specifica, il completamento di un compito o il rientro di un lavoratore sostituito per un periodo di tempo limitato. Sono normalmente inclusi: lavoratori stagionali; personale alle dipendenze di un'agenzia per il lavoro inviato presso un soggetto terzo a svolgere una specifica attività lavorativa (salvo che non sia stato stipulato un contratto scritto di lavoro di durata illimitata); persone con specifici contratti di formazione.

Contesto

Le statistiche dell'occupazione possono essere utilizzate per molteplici analisi di vario tipo, compresi studi macroeconomici (considerando il lavoro come fattore della produzione), sulla produttività o sulla competitività. Possono essere impiegate anche per approfondire una serie di aspetti sociali e comportamentali legati alla situazione occupazionale di una persona, quali l'integrazione sociale delle minoranze o l'occupazione quale fonte di reddito delle famiglie.

L'occupazione è un indicatore sia strutturale sia congiunturale. In qualità di indicatore strutturale può fornire informazioni sulla struttura dei mercati del lavoro e sui sistemi economici, misurati sulla base dell'equilibrio fra domanda e offerta di lavoro, o della qualità dell'occupazione. Come indicatore congiunturale l'occupazione segue il ciclo economico. Sotto questo aspetto presenta tuttavia dei limiti ed è spesso riconosciuta come un "lagging indicator".

Le statistiche dell'occupazione servono da base per numerose politiche dell'UE. La strategia europea per l'occupazione (SEO), avviata dal vertice sull'occupazione di Lussemburgo nel novembre del 1997, è stata rilanciata nel 2005 per allinearla maggiormente a una serie di obiettivi di Lisbona riveduti. Nel luglio del 2008 sono state aggiornate le linee guida sulla politica di occupazione per il periodo 2008-2010. Nel marzo 2010 la Commissione europea ha lanciato la strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, formalmente adottata dal Consiglio europeo nel giugno 2010. Il Consiglio europeo ha definito cinque obiettivi strategici, il primo dei quali consiste nell'aumentare al 75 % entro il 2020 il tasso di occupazione degli uomini e delle donne tra i 20 e i 64 anni. Gli Stati membri dell'UE possono fissare obiettivi nazionali propri in vista del conseguimento di tali obiettivi strategici e redigere programmi nazionali di riforma comprendenti le iniziative che ritengono opportuno adottare ai fini dell'attuazione della strategia. Quest'ultima può essere realizzata, almeno in parte, tramite la promozione di condizioni di lavoro flessibili, quali ad esempio il lavoro a tempo parziale o il telelavoro, giudicate idonee a stimolare la partecipazione al lavoro. Tra le iniziative suscettibili di incoraggiare l'ingresso nel mercato del lavoro di un numero maggiore di persone figurano il miglioramento della disponibilità di strutture per l'infanzia, la creazione di maggiori opportunità di formazione permanente o la promozione della mobilità dei lavoratori. Fondamentale a questo riguardo è il concetto della "flessicurezza", ossia delle politiche che promuovono contemporaneamente la flessibilità dei mercati del lavoro, dell'organizzazione del lavoro e delle relazioni di lavoro, pur tenendo conto della necessità di conciliare lavoro e vita privata e di aspetti quali la sicurezza del lavoro e la protezione sociale. In linea con la strategia Europa 2020, la strategia europea per l'occupazione promuove misure volte al conseguimento entro il 2020 di tre obiettivi:

  • dare lavoro al 75 % della popolazione tra i 20 e i 64 anni;
  • portare il tasso di abbandono scolastico al di sotto della soglia del 10 % e fare in modo che almeno il 40 % dei giovani tra i 30 e i 34 anni consegua un titolo di istruzione terziaria;
  • ridurre di almeno 20 milioni il numero delle persone a rischio di povertà o di esclusione sociale.

La lentezza della ripresa dalla crisi economica e finanziaria e i crescenti segnali di un aumento della disoccupazione hanno indotto la Commissione europea a presentare il 18 aprile 2012 una serie di proposte intese a promuovere l'occupazione tramite uno specifico pacchetto per l'occupazione. Tra l'altro, le proposte prendono in considerazione il lato della domanda della creazione di occupazione, fornendo orientamenti agli Stati membri affinché incoraggino le assunzioni mediante la riduzione delle imposte sul lavoro o la fornitura di assistenza alle startup. Le proposte mirano anche a individuare settori economici che presentano grandi potenzialità di creazione di posti di lavoro, come l'economia verde, i servizi sanitari, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

Nel dicembre 2012, a fronte di un tasso di disoccupazione giovanile elevato e ulteriormente in aumento in numerosi Stati membri dell'UE, la Commissione europea ha proposto un pacchetto per l'occupazione giovanile (COM(2012) 727 final). Il pacchetto si inscrive nella scia delle azioni a favore della gioventù previste nel più ampio pacchetto per l'occupazione e contiene una serie di proposte, tra le quali:

  • il ricevimento da parte dei giovani di età inferiore a 25 anni di un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall'inizio della disoccupazione o dal completamento del percorso scolastico formale (garanzia per i giovani);
  • una consultazione delle parti sociali europee su un quadro di qualità per i tirocini che consenta ai giovani di acquisire esperienze di lavoro di elevata qualità in condizioni di sicurezza;
  • un'alleanza europea per l'apprendistato, volta a migliorare la qualità e l'offerta di apprendistati e a delineare modi per ridurre gli ostacoli alla mobilità giovanile.

Gli sforzi per ridurre la disoccupazione giovanile sono continuati nel 2013, con la presentazione da parte della Commissione di una iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (COM(2013) 144 final) volta a rafforzare le misure contenute nel pacchetto per l'occupazione giovanile e ad accelerarne l'attuazione. All'iniziativa, diretta in particolare a sostenere i giovani disoccupati al di fuori di ogni ciclo di istruzione o di formazione in regioni con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25 %, ha fatto seguito un'altra comunicazione intitolata "Lavorare insieme per i giovani d'Europa - Invito ad agire contro la disoccupazione giovanile" (COM(2013) 447 final), finalizzata ad accelerare l'attuazione della garanzia per i giovani e ad aiutare le imprese e gli Stati membri dell'UE ad assumere un maggior numero di giovani.

Una delle principali priorità del collegio dei commissari entrato in carica nel 2014 consiste nel puntare a rilanciare l'occupazione, la crescita e gli investimenti, con l'obiettivo di ridurre la regolamentazione e di fare un uso più efficiente delle risorse finanziarie esistenti e dei fondi pubblici. Nel febbraio 2015 la Commissione europea ha pubblicato una serie di relazioni per paese , nelle quali ha analizzato le politiche economiche degli Stati membri dell'UE e ha fornito informazioni sulle priorità degli Stati membri per l'anno successivo in merito alla promozione della crescita e alla creazione di posti di lavoro. Nello stesso mese la Commissione europea ha inoltre proposto di mettere a disposizione 1 miliardo di EUR nel 2015 a valere sull'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile in modo da aumentare fino a 30 volte il prefinanziamento che gli Stati membri dell'UE potrebbero ricevere per far crescere i tassi di occupazione giovanile, con l'obiettivo di aiutare 650 000 giovani a entrare nel mondo del lavoro.

Schede correlate

Ulteriori informazioni di Eurostat

Pubblicazioni

Tavole principali

LFS main indicators (t_lfsi)
Population, activity and inactivity - LFS adjusted series (t_lfsi_act)
Employment - LFS adjusted series (t_lfsi_emp)
Unemployment - LFS adjusted series (t_une)
LFS series - Detailed annual survey results (t_lfsa)
LFS series - Specific topics (t_lfst)

Banca dati

LFS main indicators (lfsi)
Population, activity and inactivity - LFS adjusted series (lfsi_act)
Employment - LFS adjusted series (lfsi_emp)
Unemployment - LFS adjusted series (une)
LFS series - Detailed quarterly survey results (from 1998) (lfsq)
LFS series - Detailed annual survey results (lfsa)
LFS series -Specific topics (lfst)
LFS ad-hoc modules (lfso)
2013. Accidents at work and other work-related health problems (lfso_13)
2012. Transition from work to retirement (lfso_12)
2011. Access to labour markets for disabled people (lfso_12)
2010. Reconciliation between work and family life (lfso_10)
2009. Entry of young people into the labour market (lfso_09)
2008. Labour market situation of migrants (lfso_08)
2007. Work related accidents, health problems and hazardous exposure (lfs_07)
2006. Transition from work into retirement (lfso_06)
2005. Reconciliation between work and family life (lfso_05)
2004. Work organisation and working time arrangements (lfso_04)
2003. Lifelong learning (lfso_03)
2002. Employment of disabled persons (lfso_02)
2000. Transition from school to working life (lfso_00)

Sezione specifica

Metodologia / Metadati

Pubblicazioni (in inglese)

ESMS metadata files and EU-LFS methodology (in inglese)

Fonte dei dati per le tavole e i grafici (MS Excel)

Link esterni

Note

  1. Per la definizione di tempo pieno/tempo parziale si rinvia alla sezione "Fonti delle statistiche".